lunedì 4 febbraio 2013

Finale New Orleans, citta' rinasce da Katrina



Superbowl: San Francisco contro Baltimora, in panchina due 'fratelli contro'


 Superbowl: finale New Orleans, citta' rinasce da Katrina

 



 San Francisco contro Baltimora, in panchina due 'fratelli contro'



di Marcello Campo
Domenica lo sport fa risorgere New Orleans, la città che nel 2005 venne messa in ginocchio dall'uragano Katrina. Qui, nel cuore della Louisiana, si giocherà l'attesissimo Superbowl, la finale del campionato di football americano, tradizionalmente lo show tv più visto, con un audience di oltre 110 milioni. Tutto il 'circo' che accompagna ogni anno questo evento, migliaia di fans, oltre 5000 giornalisti accreditati, produttori di spot miliardari e esperti di Pr, hanno invaso 'Big Easy', come gli americani chiamano New Orleans. Un avvenimento talmente importante da aver fatto slittare di una settimana il famoso Mardi Gras, il folle carnevale che riempie per molti giorni e notti le strade oggi affollate da fans giunti dalle due coste americane. La partita che vede i San Franscisco 49ers battersi contro i Ravens di Baltimora, si gioca nel Mercedes Benz Superdome, un mega stadio al coperto, con oltre 73 mila posti a sedere. In questa arena storica combatterono Muhamed Ali, cantarono i Rolling Stone, e persino Giovanni Paolo II, nel 1987, tenne qui una messa davanti a 80mila bambini.
Ma questo è anche un luogo simbolo della tragedia di Katrina. Per settimane sotto la sua cupola si raccolsero decine di migliaia di sfollati, di senzatetto, per cercare riparo. Durante quelle lunghe settimane, la struttura venne distrutta e saccheggiata. E tra gli alluvionati ci furono frequenti violenze, stupri e sparatorie. Lo stadio rimase chiuso per mesi. Oggi, però dopo un robusto restyling, è tornato al suo vecchio splendore. Ma a parte l'impatto su New Orleans, il Superbowl numero 47, su twitter #SB47, rappresenta, come ogni anno, una metafora della società americana. Raccoglie e amplifica le ultime trasformazioni politiche e sociali degli Stati Uniti. Dalla polemica sui diritti dei gay che ha spaccato il mondo dei giocatori, a quella sul controllo delle armi. Non è un caso, che prima del kickoff, del calcio d'inizio previsto alle 18,30 East Coast, a mezzanotte e mezza in Italia, la Cbs, la tv che trasmette il match, intervisterà il presidente Barack Obama.
E sempre prima della partita sul campo di gioco, si esibirà un coro formato dai ragazzi della scuola elementare Sandy Hook, a Newtown, Connecticut, dove a dicembre un pazzo aprì il fuoco uccidendo 26 persone, di cui 20 bimbi di sei anni. Questo coro, composto simbolicamente da 26 ragazzini, canterà 'America The Beautiful', un inno patriottico molto suggestivo.
E c'é da giurare che quello sarà uno dei momenti più toccanti della serata. Sempre in tema di musica, il seguitissimo show tra il primo e il secondo tempo sarà affidato a Beyoncé, la cantante nera amatissima dagli Obamas che nell'Inauguration Day preferì cantare l'inno in playback, scatenando qualche protesta. Stavolta, però, ha promesso che canterà live. L'inno, invece, prima della partita, verrà cantato da un'altra stella, la newyorchese doc Alicia Keys. Infine, lo sport, la partita. Secondo i bookmakers di Las Vegas i niners sono favoriti sui corvi di Baltimora. Anche Nate Silver il guru dei numeri che azzeccò le due vittorie di Obama indica San Francisco. Quello che è certo è che la famiglia Harbaugh festeggerà comunque. Sulle panchine delle sue squadre in lizza per il Vince Lombardi Trophy siedono due fratelli, Jim e John Harbaugh due 'ragazzi' attorno ai 50 cresciuti con la passione del football. "Abbiamo lottato da giovani per le ragazze, oggi ci sfidiamo per il titolo...Questa è la vita", ha scherzato uno di loro alla vigilia dello scontro tutto in famiglia.

(ANSA)

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