sabato 9 febbraio 2013

Donald Byrd



Donald Byrd (1932-2013)

TEANECK, NEW JERSEY - Osservate questa foto e capirete tutto dell'appena defunto Donald Byrd, che ovviamente non è quel Bird e nemmeno quei Byrds. Risulta lampante agli occhi come sia un nero, un suonatore di tromba e che si trovi in una metropolitana. Non essendo vestito in maniera buffa e dato lo sguardo un po' malinconico, possiamo inferire che sia un musicista jazz, forti anche di una lunga tradizione iconografica di foto in bianco e nero che parlano di jazzisti che girano per le città con i mezzi pubblici e non con grossi Hummer.

Ora distogliamo lo sguardo dalla figura del musicista e osserviamo gli astanti: io ne conto sei, quattro seduti e due in piedi. Notiamo subito come siano tutti in maniche corte, fatta eccezione per l'uomo in piedi vestito elegante. Ora, pure essendo in un vagone della metro, possiamo intuire come questo sia uno scatto notturno fatto in una stagione calda, altrimenti non saprei spiegare il look del signore in giacca e cravatta se non immaginandolo andare al lavoro o ad una cena elegante. Escluderei però l'ipotesi del lavoro dato che il look formale sottintende un lavoro in orari classici da ufficio e la presenza di pochi passeggeri sul mezzo portano a pensare che il viaggio avvenga lontano dai consueti orari di punta.

Ricapitoliamo: è sera, fa caldo e un musicista dall'aria un po' triste suona la tromba, ma non è lì per chiedere soldi, dunque è qualcuno che guadagna già di suo (dai concerti o dalla vendita di album), insomma è un professionista e dalla naturalezza con la quale si approccia allo strumento diciamo pure che è uno che sa suonare.

Il signore col cappello subito dietro di lui sembra essere l'unico richiamato dalla musica del trombettista, girato incuriosito in una posa tutt'altro che comoda; il suo cappello, l'età e la camicia a maniche corte ci parlano direttamente di un newyorkese vecchio stampo, amante del baseball e ascoltatore di jazz. Il suo interesse non è esagerato e forse riconosce nella musica o nel volto del trombettista qualcosa di interessante, ma che non lo convince del tutto. Chissà magari sta riconoscendo Donald Byrd come uno di quei ragazzi che suonavano accanto a giganti come John Coltrane.

Quello che però ci illumina più di tutti è il volto della signora sulla sinistra, guardatela bene, è semplicemente terrorizzata, con la mano sinistra in posizione rigida, si tiene al sedile e guarda in alto, forse verso l'elenco delle fermate, sperando che in questo modo l'ora di scendere arrivi prima di subito. Cosa terrorizza così tanto quella signora, con quel gusto così 50s nel modo di vestire?

Ebbene, forse il fatto che nel resto della carriera Byrd era dedito a un jazz funky talmente noioso da averci costretto a fare un necrologio così lungo e con pochissimi link solo per poter rimandare il più possibile il momento in cui ve lofacciamo ascoltare.

link

www1.ilmortodelmese.com

Addio Donald Byrd, maestro della fusion

Si è spento a 80 anni il grande trombettista afroamericano
Ha lavorato con tutti i più grandi, da Montgomery a Hancock

Donald Byrd (1932-2012)Donald Byrd (1932-2012)
C’è voluto qualche giorno perché la famiglia confermasse la morte del trombettista afroamericano Donald Byrd, avvenuta il 4 febbraio. Nato a Detroit il 9 dicembre 1932 con l’ambizioso nome di Donaldson Toussaint L’Ouverture Byrd II, poco più che ventenne aveva iniziato a suonare con i grandi nomi del jazz newyorkese come continuatore dello stile di Clifford Brown.
FUSION SEMPRE PIU' RADICALE - Nel 1958 aveva fondato un proprio gruppo assieme al sassofonista baritono Pepper Adams e l’anno dopo incideva il primo disco a proprio nome. Byrd ha conosciuto una doppia carriera: se negli anni Cinquanta e Sessanta è stato fra i jazzisti più richiesti e applauditi, anche in Europa, nell’ambito dello stile hard bop, con i Settanta si è dedicato a una fusione sempre più radicale fra l’idioma jazzistico e il rhythm and blues, culminato nel progetto degli anni Novanta con il rapper Guru intitolato Jazzmatazz.
HA LAVORATO CON I PIU' GRANDI - Benché questa collaborazione ne abbia fatto uno dei veterani più noti della nuova scena nera statunitense, non va dimenticato che i suoi dischi più importanti sono di purissimo jazz, al fianco di musicisti storici come Art Blakey, Wes Montgomery, Herbie Hancock, Sonny Rollins. Uno dei suoi primi esperimenti nell’ambito della fusione fra generi diversi aveva fatto scalpore: l’album “A New Perspective” del 1963, che univa un coro a un notevole settetto di jazzisti.

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