Con la loro decisione, i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno reso definitiva la sentenza emessa lo scorso 28 agosto sulla causa Costa-Pavan ed ha di fatto aperto le porte alle diagnosi preimpianto alle coppie affette o portatrici sane di malattie genetiche per ''incoerenza del sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto''. Secondo i giudici la mancanza di coerenza e' determinata dal fatto che da un lato si vieta, attraverso la legge 40 del 2004, l'impianto dei soli embrioni non affetti da fibrosi cistica, mentre dall'altro, con la legge sull'interruzione di gravidanza, si autorizzano i genitori ad abortire un feto affetto dalla stessa patologia.
(ANSA) |
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