mercoledì 20 febbraio 2013

Bpi, Palenzona indagato



'Noi estranei alla vicenda'. Chiusa inchiesta da procura Lodi, accusa per oltre 800 mila euro


 Fabrizio Palenzona

MILANO - Il vicepresidente di Unicredit e presidente di Gemina, Fabrizio Palenzona, e' indagato per ricettazione in un'inchiesta da poco chiusa dalla Procura di Lodi. Si tratta di una 'tranche' dell'indagine dei pm milanesi sulla tentata scalata della Bpi, quando era guidata da Fiorani, ad Antonveneta, trasferita a Lodi per competenza territoriale. Da quanto si e' saputo, al banchiere, anche presidente di Aeroporti di Roma, viene contestato di aver ricettato oltre 800 mila euro provenienti dagli ex vertici di Bpi.
"Niente di nuovo" commenta un portavoce di Fabrizio Palenzona, in merito alla 'tranche' dell'indagine dei pm milanesi sulla tentata scalata della Bpi, allora guidata da Gianpiero Fiorani, ad Antonveneta. "Si tratta - aggiunge il portavoce del presidente di Gemina e Adr e vicepresidente di Unicredit - di un'indagine del 2005: continuiamo ad avere rispetto del lavoro della magistratura così come fatto fino ad oggi. Siamo comunque certi di dimostrare la totale estraneità del dottor Palenzona a questa vicenda".
La notizia è stata anticipata dal sito Linkiesta.it e confermata all'ANSA da fonti qualificate. Da quanto si è saputo, nei giorni scorsi il procuratore capo di Lodi, Vincenzo Russo, e il pm Sara Mantovani hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini a Palenzona con l'accusa di ricettazione, in vista della richiesta di rinvio a giudizio. La contestazione si riferisce agli anni 2003-2004 e le accuse, dunque, sono prossime alla prescrizione (la 'tagliola' per il reato di ricettazione scatta dopo 10 anni). La 'tranche' dell'inchiesta Bpi-Antonveneta a carico del banchiere, infatti, é arrivata alla Procura di Lodi per competenza territoriale solo lo scorso anno dopo essere stata in un primo tempo trasmessa dalla Procura di Milano a quella di Alessandria (Palenzona è stato presidente della Provincia di Alessandria fino al 2004). La 'tranche' di indagine su Palenzona era partita da alcune dichiarazioni messe a verbale tra il 2005 e il 2006, anche con la formula dell'incidente probatorio, dall'ex direttore generale di Bpi, Gianfranco Boni, che aveva riferito di aver versato "soldi in contanti" a Palenzona perché mettesse in atto attraverso contatti politici una sorta di lobbismo a favore di Bpi. Lo stesso Gianpiero Fiorani, peraltro, aveva parlato a verbale davanti ai pm milanesi, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, di versamenti a Palenzona per favorire la banca lodigiana nell'acquisto dell'Iccri, di cui Unicredit aveva il 40% attraverso le banche Crt, Cassamarca e Cariverona e dove rappresentava anche gli altri azionisti. Palenzona all' epoca ha sempre negato di aver avuto soldi da Fiorani e Boni. Fiorani, invece, aveva definito come "utile" il ruolo di Palenzona per i suoi "rapporti di amicizia ed economici". Le 'carte' delle indagini milanesi su Palenzona (dopo l'avvio anche di rogatorie per analizzare conti all'estero) sono state prima trasmesse alla Procura di Alessandria e infine a Lodi lo scorso anno. Da qui la chiusura nei giorni scorsi dell' inchiesta, coordinata dal pm Mantovani.
(ANSA)

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