sabato 8 dicembre 2012

Scrittori in prima serata




di Giuseppe Zucco
Nel migliore dei mondi possibili, questo post non avrebbe ragione di esistere. Gli scrittori avrebbero già un posto fisso nei palinsesti. Accanto ai programmi di puro intrattenimento, ce ne sarebbero altri in cui gli scrittori e le loro opere contenderebbero l’attenzione e la pazienza degli spettatori. In un regime di reale concorrenza, mentre i luminosi scacciapensieri trillerebbero la loro fugacità, gli scrittori avrebbero tutto il tempo di dimostrare la propria unica e inesauribile contraddittorietà, tanto quanto è contraddittorio il mondo che vivono e attraversano. Ma qui, oggi, in Italia, la monomania dell’intrattenimento ha riempito quasi tutte le caselline della scacchiera. Anche la cronaca nera, o il racconto della politica, nei grandi perimetri televisivi, sembrano più intrattenere lo spettatore, che infondergli una qualche novità. Anche se questo intrattenimento, questo in-trattenere, questo trattenere in sè, senza altro scopo, continua a perdere ogni giorno di più il proprio abbaglio. Cronometrate quanto tempo passate ormai davanti al televisore, e misurate la comodità con cui vi rifugiate su gli altri media, e avrete una mappatura abbastanza fedele del come e perché la televisione ha sperperato moltissime delle sue potenzialità, non ultima quella di conferire un senso al vostro personale modo di intendere l’intrattenimento. In attesa del migliore dei mondi possibili, o di una più efficace e intelligente ingegneria dei palinsesti, ecco una prova di cosa accadrebbe se l’acquario della televisione non fosse solcato solo da qualche pinna colorata o riempito dall’ottusità scintillante di qualche corallo.

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