lunedì 3 dicembre 2012

Roma, Alfio Marchini si candida a sindaco



Imprenditore lancia lista civica, '40% insoddisfatto da partiti'



L'imprenditore Alfio Marchini conferma la sua candidatura a sindaco di Roma, un'ipotesi circolata nelle ultime settimane. "Ovviamente", ha risposto a Lucia Annunziata che durante 'In mezz'orà su Rai Tre gli ha chieste se confermasse l'intenzione di correre per il Campidoglio. "Lanceremo una lista civica, primo passo di un progetto più ampio, un movimento civico metropolitano", ha detto Marchini, 47 anni, erede di una dinastia romana di costruttori tradizionalmente legata alla sinistra. "La risposta alla domanda sul perché mi candido è in una parola: passione - ha detto Marchini -. Nella nostra famiglia c'é sempre stata grande passione per la politica". "Bisogna fare qualcosa - ha detto ancora l'imprenditore -. L'offerta politica e partitica non soddisfa né le mie aspettative né quelle del 40-50% della gente, sia a livello locale che nazionale". "La globalizzazione non è reversibile - ha detto Marchini -. Il futuro è nell' integrazione tra grandi aree metropolitane, come Roma, dove però non siamo consapevoli di questo". "Oggi Roma ha bisogno di tutto fuorché di una nuova espansione di costruzioni - ha aggiunto parlando di cosa farebbe se diventasse sindaco -. Roma deve fare una grande operazione di manutenzione ordinaria e straordinaria". "Speravo che Alemanno, pur non avendolo votato, potesse essere il Petroselli (sindaco comunista di Roma dal 1979 al 1981, ndr) di destra, ma non lo è stato - ha affermato Marchini -. Molti sono delusi da lui, ma non voteranno per il Pd". Sul perché non si candidi per il Pd, a cui è sempre stato vicino, Marchini ha detto che nel partito democratico "non c'é nulla di sbagliato, c'é qualcosa di non ancora completato". Marchini ha criticato le regole scelte per le primarie del centrosinistra "che escludono invece di includere", ma ha definito le stesse primarie "una manifestazione straordinaria di coraggio di entrambi i contendenti" giunti al ballottaggio, Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. "Non ho votato - ha affermato - perché riconosco a tutti e cinque i candidati caratteristiche di grandissima qualità, ma avrei dovuti metterli assieme per avere il mio candidato ideale"

(ANSA)

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