sabato 8 dicembre 2012

Primarie del centro sinistra in Lombardia - il primo confronto tra i tre candidati



da alediegoli

pirellone

Questa mattina in diretta su Radio Popolare di Milano i tre candidati alle primarie del centrosinistra lombardo si sono confrontati per la prima volta ufficialmente l’uno di fronte agli altri.
La trasmissione è cominciata con soli due dei candidati, Andrea Di Stefano e Umberto Ambrosoli. Alessandra Kustermann è arrivata in ritardo a causa di un’emergenza legata a una sua paziente incinta.
Le prime domande hanno riguardano i diritti civili: sì o no su unioni di fatto, cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia, costruzione di una moschea a Milano. Di Stefano e Ambrosoli sono d’accordo su tutta la linea e rispondono sì a tutte queste proposte.
Primo punto di divergenza sull’articolo 18: Di Stefano ha firmato il referendum per cancellarne la modifica, Ambrosoli no, perché ritiene che quella sia una forma di tutela non più adatta al mercato del lavoro di oggi.
Sostanziale accordo tra i due anche sulla necessità di superare l’esperienza Monti, ritenuta un male necessario che ormai ha raggiunto il suo limite.
Alle 9,20 arriva Alessandra Kustermann.

Di Stefano e Kustermann, alla domanda “non credi di risultare troppo di sinistra e di precluderti quindi una fetta di elettorato” rispondono entrambi che non temono questa eventualità. Kustermann ritiene che mostrare la propria vera identità non può che essere un valore aggiunto.
Alla domanda “cosa succederebbe con voi presidenti, nel primo anno, nella sanità lombarda?” Kustermann dice che ha già preparato un programma di riforma totale, votata a recuperare risorse, accorpando le asl e le aziende ospedaliere, con governance nelle mani delle sette province che resteranno. La lotta sarà rivolta contro corruzione e sprechi.
Ambrosoli ritiene che la sanità vada oltre la cura ospedaliera, la sua prima mossa sarà indire una commissione che in tre mesi provi a riformare l’attuale sistema delle regole. Pubblico e privato devono convivere, ma bisognerà spostare l’accento sulla prevenzione.
Di Stefano sostiene che bisogna rivedere il sistema del rimborso alle prestazioni, perché la sanità privata vive rendite di posizione. Ci sono troppi ospedali e pochi ambulatori; va potenziata l’assistenza domiciliare. Non ci si può più permettere che il presidente abbia a disposizione un miliardo di euro da usare in maniera discrezionale come ha fatto finora Formigoni.
Kustermann specifica che il problema del pubblico/privato è nel fato che la parte di settore privato meno efficiente è stata ingiustamente premiata. Piccola polemica tra Kustermann e Ambrosoli sull’istituzione di una commissione: Kustermann sottolinea il primato del pubblico e della gratuità, Ambrosoli sostiene che il privato è spesso più efficace del pubblico a causa dell’eccessiva burocrazia che ammorba le pubbliche amministrazioni.
Di Stefano boccia il sistema delle “voucherizzazioni” specifico della Lombardia, che taglia fuori il Terzo Settore nella sanità.
Kustermann e Ambrosoli litigano un po’. Poi si passa alle tematiche del lavoro. “Quali saranno i primi due provvedimenti che prenderete da presidenti?” E’ la domanda del moderatore Massimo Bacchetta.
Ambrosoli ritiene fondamentle integrare la formazione al lavoro con il mercato del lavoro. Di Stefano è per un reddito minimo garantito per uscire dalla “disperazione”, ma all’interno di progetti ben definiti. Kusterman userebbe il primo anno per garantire credito alle donne imprenditrici e ai giovani startupper, inoltre propone di lanciare il marchio “made in Lombardia”.
Arrivano un paio di domande dagli ascoltatori, la prima: come fermare il consumo di suolo?
Per Di Stefano ci sono già troppi alloggi sfitti, bisogna operare lo stop assoluto alle nuove costruzioni, potenziare il sistema delle certificazioni energetiche e in sostanza, ristrutturare e recuperare l’esistente. Per Kustermann è ovvio che il consumo del suolo sia un nemico a sconfiggere, bisogna smettere di costruire edifici che restano invenduti e smettere di costruire strade, dirottando traffico su rotaia. Ambrosoli è d’accordo con i suoi “rivali”.
La seconda domanda di un ascoltatore riguarda l’ampliamento di Malpensa. Di stefano e Kustermann sono assolutamente contrari alla terza pista: non c’è abbastanza traffico da gustificarla. Ambrosoli ritiene autoritario il master plan sulla terza pista di Malpensa: senza la partecipazione dei comuni e dei cittadini interessati non si deve decidere nulla. Di Stefano aggiunge che occorre riformare l’ARPA, per rimettere l’ambiente al centro del dibattito politico.
L’incontro si conclude con i tre candidati che concordano nella bocciatura del sistema degli appalti al “massimo ribasso”. Per tutti e tre occorrono controlli capillari per impedire alla criminalità organizzata si infiltri nei lavori pubblici.
In generale abbiamo assistito a un confronto molto diverso rispetto a quelli delle primarie nazionali. A parte la piccola polemica di Kustermann che accusa, seppur blandamente, Ambrosoli di essere troppo tifoso del privato rispetto al pubblico, i tre candidati sono d’accordo su tutta la linea, riassumibile nel motto “superare il quasi ventennio formigoniano”.
Foto | © Getty Images


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