lunedì 10 dicembre 2012

Oltre un quarto degli italiani a rischio poverta'



Nel 2011 e' il 28,4% in pericolo, in crescita rispetto a 2010


 foto archivio

ROMA - Oltre un quarto degli italiani e' a rischio poverta' o esclusione sociale. Lo afferma l'Istat nel rapporto 'Reddito e condizioni di vita', precisando che nel 2011 il 28,4% delle persone residenti e' a rischio poverta' o esclusione sociale, in crescita di 2,6 punti percentuali rispetto al 2010.
Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia detiene una quota del 37,4% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta appena l'8% del reddito. E' la disuguaglianza evidenziata dall'Istat.
In particolare, il 50% delle famiglie ha percepito nel 2010 un reddito netto superiore a 24.444 euro l'anno (circa 2.037 al mese), ma le famiglie che vivono nel Sud e nelle Isole hanno un reddito mediano pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord.
Nel 2010, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto, esclusi i fitti figurativi, pari in media a 29.786 euro, circa 2.480 euro al mese, afferma l'Istat, precisando che tuttavia, la distribuzione dei redditi è asimmetrica e quindi la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all'importo medio. Metà ha percepito, nel 2010, meno di 24.444 euro, e l'altra metà ha avuto entrate superiori a questa stessa cifra. Il reddito netto familiare mediano (esclusi i fitti imputati) è sceso, in termini nominali, di circa mezzo punto percentuale (0,4%) rispetto al 2010; e al netto della dinamica inflazionistica (+1,5% nel 2010), "la diminuzione in termini reali è ancora più forte". Il reddito netto familiare mediano cresce all'aumentare del numero di percettori e dipende dalla tipologia della fonte principale. Nel 2010, il reddito mediano della famiglie monoreddito è stato di 16.570 euro, poco più di un terzo di quello percepito dalle famiglie con tre o più percettori (45.794 euro). Per le famiglie con reddito principale da lavoro autonomo il reddito mediano nel 2010 è stato di 32.245 euro l'anno, a fronte dei 29.900 euro di quelle con reddito da lavoro dipendente e ai 18.723 di quelle che vivono prevalentemente di pensioni o trasferimenti pubblici.
Sono gli anziani soli a disporre di un reddito netto meno elevato: il 50% di queste famiglie ha avuto nel 2010 meno di 13.064 euro (poco più di mille euro mensili). Nel Sud e nelle Isole, metà delle famiglie percepisce meno di 19.982 euro (circa 1.665 euro mensili). Guardando alla distribuzione dei redditi, vi sono differenze significative anche di carattere territoriale: il 37,3% delle famiglie residenti nel Sud e nelle Isole appartiene al quinto dei redditi più bassi, rispetto al 13,3% di quelle che vivono nel Centro e all'11,4% delle famiglie del Nord. Nello stesso tempo, nel Nord e nel Centro una famiglia su quattro appartiene al quinto più ricco della distribuzione, quello con i redditi più alti, rispetto al 8,6% di quelle che vivono nel Sud e nelle Isole. Pesa anche il numero dei componenti: soltanto le famiglie composte da un componente risultano ripartite in misura sostanzialmente uniforme fra i diversi quinti, mentre quelle più numerose, di cinque o più persone, risultano invece relativamente più concentrate nel quinto più basso (38%) e meno presenti nel quinto più ricco (10,6%).
(ANSA)

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