martedì 25 dicembre 2012

Monti "immorale" sia per D'Alema che per Berlusconi. E Bersani ...



da Massimo Falcioni

Il clima natalizio, si sa, induce alla fratellanza (o al buonismo?) ma non può non destare qualche sospetto trovare Silvio Berlusconi sullo stesso piano di Massimo D’Alema. Su un tema importante come la candidatura a premier di Mario Monti, i due ex-premier si trovano infatti d’accordo, riservando al Prof addirittura la stessa pesantissima parola:“immorale”.
Base di partenza verso un nuovo inciucio fra il Cav e il lider Maximo? No. Semplicemente entrambi – da banda opposta – temono Monti, pronto a “salire” in campo e deciso a dare le carte sulla base di una Agenda che – come qualcuno già ha fatto rilevare – dice tutto e il contrario di tutto, ma che se tradotta in programma di governo, farebbe saltare l’attuale impalcatura politico-istituzionale, rivoltando l’Italia come un calzino.
Che Berlusconi parli di “immoralità” la dice lunga su come il Cav marci a testa bassa in una campagna elettorale dove nulla sarà risparmiato e non si faranno … prigionieri. Se persino la seconda carica dello Stato, Schifani, approfitta della visita ai nostri soldati in Afghanistan per lanciare frecce avvelenate contro la conferenza stampa di Monti: “E’ stata una conferenza politica dove è stato lanciato un manifesto e una candidatura” significa che il Cav chiama in trincea anche le riserve, oggi il presidente del Senato, poi giù giù fino ai fantasmi del pozzo nero di Arcore, i furbetti e i furboni, e il puttanaio del Bunga bunga.
Non è un caso che il padre-padrone del fu partito del “predellino” torna al suo cavallo di battaglia, i sondaggi. “Abbiamo riguadagnato punti, ed ora siamo al 20 per cento dal 15 da cui siamo partiti. Siamo a metà del nostro potenziale, raggiungeremo il 40 e la maggioranza”. Sparaballe. Intanto il Pdl perde già pezzi e la moria proseguirà nei prossimi giorni. Ma anche nel Pd, impegnato adesso nelle parlamentarie, lo smottamento (Ichino & C) è iniziato: non sarà un terremoto, ma non sarà indolore.
Un po’stralunati, ma intenzionati a uscire dall’angolo, i centristi raccolgono l’appello di Mario Monti promuovendo con il 10 e lode l’agenda del ProfCasini, Montezemolo, Riccardi, Cesa hanno una sola strada: mettersi nelle mani di Monti, conferire al Prof la scelta sulle liste, far decidere a lui se comporne una sola o diverse alleate e federate.
In conclusione Berlusconi e Bersani – diversi su tutto - da sponde opposte, dimenticano il dato centrale: il default dell’Italia che Monti è stato chiamato a rimediare 13 mesi fa.Quel governo non piovve dal cielo, ma fu “imposto” da Napolitano dopo il fallimento dell’esecutivo del Cav e dopo che il Pd (centro-sinistra) non fu in grado di proporre una alternativa.
Una montagna, oggi, sulle reali possibilità di ri-ritorno vincente di Berlusconi, ma un pietrone anche sulle possibilità di premiership di Bersani. Il segretario del pidì, fatto “fuori” il Cav e la destra, si troverà davanti il Prof. Cavoli amari. O cavolini di Bruxelles.

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