Licenziamenti liberi – Liberalizzare il mercato delle
auto – L’arroganza dei tecnici- Il patrimonio di Gheddafi – La violenza sulle
donne e i media – Perdite Unicredit , i fasti di Profumo –Il Keynes dimenticato
– Monti, non si monti la testa! – In difesa degli statali – Tutto cambia –
Vandana Shiva- E’ morto Tabucchi
Ippolita cita:
L’analfabeta politico
Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico
Egli non sente, non parla, né s’interessa
degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli
del pesce, della farina, dell’affitto
delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che
dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato, l’assaltante
e il peggiore di tutti i banditi
che è il politico imbroglione,
il mafioso, il corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Egli non sente, non parla, né s’interessa
degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli
del pesce, della farina, dell’affitto
delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che
dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato, l’assaltante
e il peggiore di tutti i banditi
che è il politico imbroglione,
il mafioso, il corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertoldt Brecht
.
DI PIETRO
“La luna di miele tra il governo e gli italiani è
finita”, così Di Pietro ha commentato la pessima uscita di Monti, quando ha
detto che lui ha il consenso degli italiani i partiti no.
“Questo è un Governo saccente e supponente,
debole con i forti e prepotente con i deboli. Non può continuare a dire
che le colpe dell'attuale situazione sono di Berlusconi. Berlusconi è l'inizio
del male ma in questi 4 mesi il governo Monti ha saputo solo mettere nuove tasse
e aumentare la divaricazione sociale. Monti è l'innaturale continuità con
Berlusconi, sempre a danno dei più deboli". “Bisogna andare alle elezioni con
una nuova legge elettorale perché il Porcellum ha portato a questo Parlamento
che si é svenduto, ma non si può passare dalla padella alla brace. Che le forze
politiche possano fare accordi dopo il voto, senza sottoscrivere un programma e
i indicare un candidato premier può comportare che ognuno si vende al migliore
offerente come nel mestiere più antico del mondo. Faremo un referendum per
abrogare la vaccata che arriva dopo la porcata e lo faremo insieme anche sulla
legge Gasparri sulla Rai e sull'articolo 18".
.
DA SERVIZIO PUBBLICO
L'attacco a Monti e alla Fornero è stato duro e
generale. Un Governo che si rispetti deve aver cura dei cittadini, non buttarli
via, perché, se vuol fare questo, è meglio che se ne torni a casa.
Checché ne dica Monti, che non fa che elogiarsi come
un pavone, dopo 4 mesi del suo Governo, è chiaro che esso non risponde ai
cittadini, né al Parlamento né ai partiti, e allora a chi risponde? A questo
punto è solo un potere autoritario autoreferenziale o diretto da forze esogene
all'Italia e per interessi che non ci riguardano, ma allora non siamo più in
democrazia; siamo ai "patrizi e plebei". I patrizi fanno i loro sporchi comodi e
dei plebei se ne fregano. Questo ha detto la Bindi e concordiamo, anche se
l'immagine che lei ci dà di un Bersani inflessibile non torna con la nostra (vd
il suo sì succube alle pensioni), e anche se Ichino, che fino a prova contraria
è l'economista di riferimento del Pd, con la sua proposta di flexsecurity stride
con i suoi iniziali contratti a tempo indeterminato per tutti. Da Santoro lo
abbiamo sentito parlare in modo equivoco del gap tra lavoratori protetti e non,
per cui, per far pari, si dovrebbe togliere diritti anche a chi ne ha, abolendo
l'art.18. Ichino chiama 'equità' questo allineamento al basso, annullando la
tutela dell'art.18 per tutti i licenziamenti discriminatori o di rappresaglia
per cui resterebbe il reintegro giudiziale, mentre per tutti gli altri ci
sarebbe una indennità economica pari a un tot mesi di anzianità, che lui dice
superiori a quelli tedeschi.
A Ichino si obietta che qualunque licenziamento
arbitrario e iniquo sarebbe mascherato con motivi economici e il danno allo
Statuto del lavoro e ai sindacati sarebbe immenso. I lavoratori vivrebbero sotto
una costante spada di Damocle, soggetti ad ogni sorta di ricatto e ingiunzione.
Senza contare che si aprirebbero migliaia di cause giudiziarie mandando in tilt
i tribunali del lavoro e con una tale lentezza nelle cause da essere essa stessa
disincentivo per gli investimenti.
Se c'è un gap tra chi i diritti li ha e chi non li
ha, Ichino non può venirci a raccontare che si fa giustizia azzerando i diritti
di tutti. Ma che equità sarebbe questa? E come si fa a dire che il Pd difende
gli operai quando il suo economista di riferimento li svende in questo modo? Ma
di che 'equità' stiamo parlando? Questo è abuso di termini e un uso orwelliano
degli stessi. E' truffa ideologica!
Bersani poi se ne esce dicendo: "State attenti che
nel paese c'è una tale tensione che ci possono essere cazzotti per tutti,
tecnici e politici!" Verissimo! Ma come si concilia poi questo allarmismo con un
Napolitano che finge di essere sulla Luna e le 'esasperazioni' nemmeno le vede?
Hanno sbagliato e ora devono difendere i loro errori? O tengono i piedi in due
staffe e dei lavoratori ormai se ne fregano?
Mi risuonano ancora nelle orecchie le urla di
quell'operaio che sventolava la sua busta paga da 810 euro e gridava:"ASSASSINI!
PENSATE SOLO A VOI STESSI! SIETE DELLE MERDE! ASSASSINI!" Napolitano! Non è
esasperazione questa?
Come può la Fornero venirci a trattare da idioti,
dicendoci che vuol credere che i padroni non se ne approfitteranno? Con che
faccia dice questo dopo quanto Marchionne ha fatto in Fiat? E dopo che Monti è
anche andato pure a rallegrarsi con lui?
Sono 4 mesi che non fanno che tagliare futuro e
sopravvivenza a chi ha meno, senza toccare un euro a chi ha di più e senza
tagliare gli abusi e i privilegi di ricchi e politici, e nemmeno dopo 4 mesi
questi GRANDI docenti sono in grado di dirci come si costruisce un solo posto di
lavoro! Sanno solo come si distruggono migliaia di posti di lavoro. Ma non ne
hanno costruito uno!
L'Europa è dominata da governi di dx ma questi
governi di dx, con l'appoggio di Obama, del Fm e della BM, non fanno che portare
l'Europa stessa alla rovina, continuando a sostenere quella finanziarizzazione
dell'economia e quel sistema bancario rivolti solo alla speculazione di una
Borsa altrettanto deregolata, che sono le cause stesse della crisi!
Se i padroni potranno licenziare chi vogliono,
faranno fuori gli indesiderati, gli scomodi, chi non si piega a qualsiasi cosa,
chi richiede l'applicazione dei sistemi di sicurezza, chi non accetta ogni
intimidazione, chi è iscritto a un certo sindacato (già ora si stanno facendo
fuori gli iscritti alla FIOM, e non è discriminazione questa? Perché la
discriminazione dovrebbe essere solo per colore della pelle o religione o gusti
sessuali? Se licenzio uno perché è iscritto alla FIOM, questa è discriminazione
bella e buona!).
La rabbia in giro è già tanta che troppi urlano che
non andranno più a votare. I partiti sono ormai sotto un generale discredito che
aumenta ogni giorno di più, ma di questo loro se ne fanno un baffo, perché non
c'è un numero legale che, sopra un tot di non votanti, invalidi i risultati,
come avviene per i referendum, per cui l'unica attenzione è sempre stata quella
di non applicarli, non quella di rispettarli.
La miseria nel paese aumenta. Aumenta il malessere
sociale. Nelle fabbriche il clima è pesante e ne va di mezzo pericolosamente la
pace di tutti. Costoro cianciano di cose che non conoscono. Come fa un
parlamentare che prende 24.000 euro al mese a capire una famiglia che con quella
cifra lorda ci deve campare un anno? Vivono in un altro mondo!
Hanno messo a tiro 3 colpi spaventosi: brusco
allungamento delle pensioni + scomparsa degli ammortizzatori sociali +
annientamento dell'articolo 18. E' una bomba che esplode. Un disastro sociale! E
questo a fronte di caste che sono rimaste intoccate! E' spaventosamente iniquo!
E ce lo vendono pure come "equità"! Questo si chiama prendere in giro la gente!
E il Pd non può votare di tutto e poi venirci a dire che sta dalla parte di chi
lavora o dei pensionati! E' una bugia grossa come una casa!
Il problema non è che non si licenzia abbastanza. Il
problema è che non c'è lavoro! Ma non è stato preso un solo provvedimento per
aumentarlo!
Un Governo sano cerca di aumentare il lavoro, non di
aumentare i licenziamenti!
Monti e la Fornero non ci prendano in giro come dei
menomati mentali sbandierando notizie false! Dal 2007 al 2011, su 31.00 cause di
lavoro,ci sono stati solo 300 reintegri! Non più di 60 l'anno! 51 l'anno
scorso!
E non ci raccontino balle sul fatto che in Europa
l'art.18 non esiste! Ci sono leggi che si chiamano in altro modo, ma se
guardiamo l'indice di flessibilità, che misura la frequenza con la quale un
universo di lavoratori cambia occupazione all'interno di un certo tempo, si vede
che è più facile licenziare in Italia che da altre parti. Da noi questo indice è
dell'1,77, negli Stati uniti è lo 0,17, in Germania è 3, cioè il doppio che in
Italia.
E' ASSOLUTAMENTE FALSO che in Italia non si può
licenziare. Anzi, secondo gli indici OCSE liberarsi di un
dipendente è molto più facile per un imprenditore italiano che per un
ungherese,un ceco o un polacco. Con un indice di flessibilità di 1,77(per i
lavoratori a tempo indeterminato) l'Italia è al di sotto della media mondiale
(2,11
In cima alla classifica, nei paesi in cui licenziare
è PIU' DIFFICILE ci sono, guarda caso, la GERMANIA (indice 3) e i paesi del Nord
Europa.
E' FALSO che il tanto decantato modello tedesco
garantisca una maggiore libertà di licenziare. In Germania la legge di tutela
nei confronti dei licenziamenti individuali risale al 1951 ed è imperniata su
criteri molto simili a quelli italiani. Il licenziamento deve essere
giustificato o da ragioni di tipo soggettivo(inerenti alla persona ero al
comportamento del lavoratore) o da ragioni di tipo economico (legate a
modificazioni aziendali che comportano la soppressione di un certo posto di
lavoro). In ogni caso la legge concepisce il licenziamento come una misura
estrema e impone al datore di lavoro di consultare prima il consiglio d'azienda.
Se esso si oppone al licenziamento, il lavoratore ha diritto di mantenere il
posto di lavoro sino alla fine della controversia giudiziaria. La sanzione
primaria nei confronti dei licenziamento privo di giustificato motivo è il
reintegro.
In Germania, dal 1985, la Corte Federale
del lavoro ha mutato giurisprudenza, chiarendo che, appena il giudice di 1°
grado dichiara che il licenziamento è illegittimo, non si aspetta il grado
successivo ma lo si reintegra. E questa legge si applica a tutti i lavoratori
con anzianità di servizio di almeno 6 mesi ed a tutte le imprese che superino la
soglia dei 5 addetti. E anche il licenziamento per motivi economici ha limiti
ben precisi e non può mai essere l’arbitrio del padrone. Per es. non si può
licenziare facilmente i lavoratori più anziani o quelli con gravi motivi di
salute.
Non ci prenda in giro Bersani! Molti nel suo partito
e per primo Ichino non fanno che ripetere come un mantra che l’art.
18
debba essere cancellato perché sarebbe di
ostacolo
agli investimenti stranieri, il che è
una emerita fesseria!
Non si capirebbe altrimenti perché gli investitori stranieri
investano volentieri in Germania! Ma non si capisce
nemmeno perché più licenziamenti potrebbero
produrre maggiori assunzioni. La realtà è che la Germania attrae investimenti
perché la sua maggiore produttività dipende dal fatto
che le imprese
hanno sempre investito
molto in innovazione,
tecnologia
e formazione.
Il capitalismo italiano è stato
inetto e
cialtrone, parassitario dallo Stato, e ha sempre evitato di
rischiare in proprio preferendo far pagare gli altri. La Fiat ce lo fa vedere
bene! E la Gelmini ha distrutto scuola e ricerca. Ma allora perché Monti dice di
apprezzare proprio Marchionne e la Gelmini?
Landini chiede: “Monti dove ci sta portando? Penso
che non stia intervenendo sulle ragioni che hanno prodotto la crisi. Monti
dovrebbe andare in Europa a discutere sul sistema della Borsa e della banca e su
quelle speculazioni finanziarie che stanno distruggendo l’economia! Le cause
della crisi stanno là. Hanno forse prodotto la crisi i pensionati o gli operai?
Hanno forse prodotto la crisi le classi medie e basse? Com’è possibile che
Finmeccanica che è per il 30% dello Stato dica di chiudere? Non si fanno più
treni? Perché Finmeccanica vuol produrre solo nel settore militare?
Cosa pensa di fare questo Governo per dare posti di
lavoro? E come può prendere solo una piccola cosa di un paese e paragonarlo
all’Italia, quando poi tutto il resto è diverso? Se il contesto è diverso, che
senso ha importare solo una legge dai paesi del nord o dalla Germania? L’Italia
ha imprese che sono rilassate da decenni senza mai fare investimenti e sono
galleggiate con gli aiuti di Stato. Si pensi alla Fiat e a quanto poco abbia
innovato. Come si può far pagare questi errori oggi agli operai liberalizzando i
licenziamenti? Non solo è sbagliato, ma non serve a nulla!”
Il problema della cancellazione dell’art. 18 non è
economico. E’ politico! Rientra nel costante tentativo della dx di annientare i
diritti del lavoro e distruggere i sindacati per un avanzamento ignobile del
padronato che vuole avere mano libera su tutto (e non mi si venga a dire che
Landini è da rifiutare perché è comunista! E allora chi li difende
i diritti dei lavoratori? La dx? Angeletti o Bonanni? E’ chiaro che se qualcuno
si mette dalla parte di chi il potere economico non ce l’ha non può essere di
dx. Ma qui la cosa gravissima è che contro i lavoratori intende starci, con
mosse ambigue e menzognere, proprio il Pd, che dovrebbe essere quello che i
diritti dei lavoratori li difende. Il problema è che, se Bersani fosse
inflessibile come la Bindi dice, questo abominio non passerebbe, Monti o non
Monti. Perché invece assistiamo a questo teatrino dei voti che smentiscono ogni
dichiarazione, come se il Parlamento fosse diventato di colpo una intera palude
di iperliberisti assatanati anche nel Pd?
La Fornero, dice Landini, sarà anche una delle
maggiori esperte di lavoro del paese, ma come mai finge di
ignorare che il 94% del Pil italiano è dato da piccole e medie imprese e che
oggi questi piccoli e medi imprenditori sono in sofferenza esattamente come gli
operai e stanno dalla loro parte, perché anche loro a rischio di fallimento,
senza che si veda un solo provvedimento serio in loro aiuto? Possibile che tutti
i piccoli imprenditori siano pazzi? Che tutti i lavoratori siano pazzi? E che
solo la Fornero capisca tutto? E come mai la riforma non tocca gli
statali? Come mai Monti finge di non vedere che gli investitori
non verranno mai in Italia sapendo che il gettito fiscale sarà del 70%, il più
alto d’Europa! E Monti intende aumentare ancora benzina, Irpef e tasse!!? Chi
dovrebbe investire non vede l’art.18, che non ha mai impedito i licenziamenti
dei soggetti che non lavorano, ma vede benissimo la corruzione altissima, gli
appalti dati solo agli amici, le tangenti, i processi infiniti, il fisco più
alto d’Europa, gli iter burocratici che ti ammazzano, le mafie, le banche che
non danno credito, il falso in bilancio depenalizzato... Questo vede, altro che
l’art.18! Ma cosa fa il Governo sui veri motivi del disinvestimento? Nulla! Fa
il braccio di ferro sull’art. 18 e Monti ricatta i partiti in modo arrogante
dicendo: “O fate questo o me ne vado!” E almeno le sue ricette fossero servite a
far calare lo spread o a migliorare il paese! Il paese è in una recessione
crescente. E lo spread si muove per speculazioni che proprio se ne fregano dei
tagli e delle sofferenze di pensionati o lavoratori! E che i partiti avvallino
anche queste infamità è vergognoso! Mi meraviglio per Ichino che
non si comporta diversamente da un Aldo Forbice che difende il
nucleare. Nessuno interviene sulla cause della crisi, sulla finanziarizzazione
sregolata dell’economia. Tutti vogliono intervenire demonizzando le sue vittime.
E questo è folle!
Contro la superbia di Monti che millanta un consenso
che non ha, l’84% di chi risponde al sondaggio lo boccia impietosamente. Sarebbe
questo il suo consenso? Ma di cosa parlano i giornali? Sembra di
rivedere le sceneggiate di Berlusconi che , a sentire i sondaggi, navigava sul
67% di consenso anche prima di cadere!
Se si voleva far cassa, ha detto de Magistris, si
poteva tagliare i cacciabombardieri, tassare i grandi patrimoni, colpire i fondi
neri all’estero,vendere le frequenze, eliminare le Province, tagliare il
carrozzone statale, ritirare le missioni militari... E non ci sarebbe stato
bisogno di imporre sacrifici a pensionati e lavoratori!
Quello che accade è gravissimo. “Se la democrazia
scompare dalle fabbriche, scompare dal paese - dice de Magistris - Questo
Governo non tecnico, è politico. Ed è pure peggio del Governo di
Berlusconi, ma Berlusconi ormai era fallito e impresentabile, non poteva più
viaggiare per l’Europa, era schifato da tutti. Monti ha una immagine
internazionale migliore, sa vendersi meglio. Ma le politiche liberiste sono le
stesse e anche peggio! Ma la corruzione, il degrado sociale, la decadenza della
politica non possono essere pagati dai lavoratori!”
Landini: “Io vedo a rischio la tenuta democratica di
questo paese. L’art.18 non riguarda solo i lavoratori, riguarda la democrazia!
Se io ero precario sotto B e sono precario sotto Monti, per me non c’è nessuna
differenza. Se io pensionato non arrivavo alla terza settimana sotto Berlusconi
e non arrivo alla terza settimana sotto Monti, per me non c’è nessuna
differenza. Di cosa si gloria Monti? Tutti dicono che la riforma delle pensioni
non va bene. E allora perché l’80% del Parlamento l’ha votata. Il Pd dice che la
riforma delle pensioni è iniqua. E allora perché il Pd l’ha votata? Senza i suoi
voti non sarebbe passata. Perché Berlusconi fa i suoi interessi, i farmacisti
fanno i loro interessi, i bancari, i possessori di grandi patrimoni, chi si
arricchisce col monopolio delle frequenze, la Chiesa, chi ha fondi neri
all’estero fanno i loro interessi, e invece pensionati e lavoratori non trovano
nessuno che ne difende la sopravvivenza?
O la politica torna a rappresentare le sua classi di
riferimento o è finita!
.
Marchionne è stato condannato 5 volte
per comportamento antisindacale, come mai dal Parlamento non si è alzata una
sola voce contro di lui? E abbiamo visto i vari D’Alema e Fassino e Monti fare a
gara a elogiarlo? E come mai partiti che dovrebbero essere avversi si mettono
d’accordo oggi nascostamente per farla in barba al popolo e chiedere un mandato
in carta bianca senza che chi vota sappia con chi starà il tale partito o chi
sceglierà come leader? (a questi accordo dopo voto il 93% del sondaggio dice
decisamente di no)
Ci stanno mentendo. Sanno benissimo che in Germania
le leggi sui licenziamenti sono più rigide delle nostre eppure là si investe lo
stesso. Ci ingannano. E come mai l’Europa sulla rigidità dei licenziamenti
tedeschi non avrebbe niente da dire? E come mai Monti finge di dimenticare
troppi punti della famosa lettera della Bce? Dov’è finita l’abolizione richiesta
delle Province? E il divieto alle doppie cariche’ Cosa dovrebbe dire l’Europa
del presidente dell’INPS Mastrapasqua che di cariche ne assomma 25? Come mai la
Fornero finge di non sapere che dei 31.000 licenziati che hanno fatto ricorso,
ne sono stati reintegrati solo 300? Cos’è? Una improvvisa amnesia? E se
l’articolo 18 non ha mai frenato i licenziamenti e incide così poco
sull’occupazione, come mai Monti ci gioca sopra addirittura la sua permanenza al
governo?
La Fornero, con grande eleganza verbale, ha
dichiarato che la ‘paccata’ di miliardi non la vedremo se non cediamo sull’art.
18. Ma dove sta questa paccata di miliardi? Ci l’ha mai vista? Farà la fine
degli ammortizzatori, che prima c’erano, poi, oplà, spariti! Avuta la grazia,
gabbato lu santu O forse quella paccata di miliardi inesistenti li vorrebbe
investire tutti sulla Tav per Lione che poi solo Dio sa cosa ci vada a fare uno
a Lione!
..
TE LE DO IO LE LIBERALIZZAZIONI
Bruno Pirozzi
Il mercato dell'auto è in profondo rosso non solo per
l'aumento dei costi del carburante ma per tutta una serie di iter burocratici e
balzelli economici che ne impediscono il libero scambio.
In Germania, quando vendi un’auto, è compreso anche il costo della tassa che sgrava l'acquirente e hai diritto ad un rimborso della tassa pagata se la rottami.
Cosa accadrebbe se si abolissero del tutto i costi dei passaggi di proprietà e la tassa di possesso si ritrasformasse in tassa di circolazione?
Perché lo Stato deve pretendere maggiori introiti all'aumentare del numero dei cavalli? E' come affermare che il più ricco deve possedere un’auto più potente perché può permetterselo creando le solite discriminazioni in base alla tasca.
Inoltre perché l'assicurazione RCA segue la stessa strada?
Perché devo pagare un premio assicurativo maggiore per un’auto di cilindrata superiore se quell'auto è anche più sicura e quindi ha meno probabilità di incorrere in incidenti?
C'è un mercato dell'usato soprasaturo con auto di pochi anni invendute.
Caro governo tecnico, liberalizziamo il mercato dell'auto, si rinunci alla tassa di possesso e si faccia in modo di liberalizzare i passaggi di proprietà con una spesa minima per l'acquirente e vedrete come si muove la giostra che avete fermato.
In Germania, quando vendi un’auto, è compreso anche il costo della tassa che sgrava l'acquirente e hai diritto ad un rimborso della tassa pagata se la rottami.
Cosa accadrebbe se si abolissero del tutto i costi dei passaggi di proprietà e la tassa di possesso si ritrasformasse in tassa di circolazione?
Perché lo Stato deve pretendere maggiori introiti all'aumentare del numero dei cavalli? E' come affermare che il più ricco deve possedere un’auto più potente perché può permetterselo creando le solite discriminazioni in base alla tasca.
Inoltre perché l'assicurazione RCA segue la stessa strada?
Perché devo pagare un premio assicurativo maggiore per un’auto di cilindrata superiore se quell'auto è anche più sicura e quindi ha meno probabilità di incorrere in incidenti?
C'è un mercato dell'usato soprasaturo con auto di pochi anni invendute.
Caro governo tecnico, liberalizziamo il mercato dell'auto, si rinunci alla tassa di possesso e si faccia in modo di liberalizzare i passaggi di proprietà con una spesa minima per l'acquirente e vedrete come si muove la giostra che avete fermato.
..
Il mondo alla rovescia
VV
Abbiamo un Ministro del Lavoro che vuole rendere il lavoro pieno di ansia e precarietà per sfruttare meglio i lavoratori e portarli al livello di schiavi.
Abbiamo un Ministro dell'Ambiente che odia l'Ambiente e delira su Tav in val di Susa, centrali nucleari e Ponte di Messina.
Abbiamo un Ministro dello Sviluppo che pensa solo al proprio sviluppo e rischia di diventare un secondo Berlusconi.
Abbiamo un Presidente del Consiglio che pensa solo ad arricchire le banche, a conservare il potere delle lobbie e a mantenere i patrimoni dei più ricchi e i privilegi della Casta politica e a garantire l'interesse di gruppi finanziari che niente hanno a che fare con l'Italia.
Infine abbiamo il Capo di una Religione che contro i misfatti di costoro non trova da dire nemmeno una parola.
.
Don Aldo Antonelli
“Sutor non ultra crepitam”! “Calzolaio non andare
oltre la scarpa!”
Mi è tornata in mente questa citazione dl Plinio,
nell’ascoltare le esternazioni di Monti in Giappone a proposito dei “Tecnici” e
della “Politica”. Non fare il passo più lungo della gamba! Non sentenziare su
ciò che non ti compete! Sei un tecnico? E fai il tecnico…!
Ma pensate voi che esista una tecnica che sia neutrale e che non sia funzionale a un progetto di economia o di società? Credete voi che possano esistere scelte “neutre” e indifferenti ai fini del “vivere”, dell’ “operare” e del “sentire” degli uomini e delle donne nella concretezza della vita di ogni giorno?
Se anche così fosse, la stessa tecnica diventerebbe “ideologica” e modificherebbe anche a livello antropologico, l’uomo. Scrive Galimberti: “Si ha l'impressione che, nella nostra epoca, la tecnica non sia più uno strumento nella mani dell'uomo, ma, nel governo del mondo, abbia preso il posto dell'uomo, riducendo quest'ultimo a semplice funzionario, quando non a semplice ingranaggio dell'apparato da essa dispiegato". E Giannino Piana, gli fa eco: "Laddove la tecnica diventa il valore preponderante, ad attanagliare le coscienze è una sorta di volontà di potenza, che ha i caratteri di un vero e proprio pregiudizio ideologico, per il quale l'unico obiettivo è la trasformazione della natura e della società secondo un modello di mera funzionalità". E Pannikar: “Una delle caratteristiche più insidiose della tecnologia è quella di presentarsi come un fatto compiuto, dichiarandosi poi indispensabile per risolvere i problemi che ha suscitato".
E quindi a Monti gridiamo a squarciagola: “Sutor non ultra crepitam”!
Perché la neutralità favorisce sempre l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato".
Ma pensate voi che esista una tecnica che sia neutrale e che non sia funzionale a un progetto di economia o di società? Credete voi che possano esistere scelte “neutre” e indifferenti ai fini del “vivere”, dell’ “operare” e del “sentire” degli uomini e delle donne nella concretezza della vita di ogni giorno?
Se anche così fosse, la stessa tecnica diventerebbe “ideologica” e modificherebbe anche a livello antropologico, l’uomo. Scrive Galimberti: “Si ha l'impressione che, nella nostra epoca, la tecnica non sia più uno strumento nella mani dell'uomo, ma, nel governo del mondo, abbia preso il posto dell'uomo, riducendo quest'ultimo a semplice funzionario, quando non a semplice ingranaggio dell'apparato da essa dispiegato". E Giannino Piana, gli fa eco: "Laddove la tecnica diventa il valore preponderante, ad attanagliare le coscienze è una sorta di volontà di potenza, che ha i caratteri di un vero e proprio pregiudizio ideologico, per il quale l'unico obiettivo è la trasformazione della natura e della società secondo un modello di mera funzionalità". E Pannikar: “Una delle caratteristiche più insidiose della tecnologia è quella di presentarsi come un fatto compiuto, dichiarandosi poi indispensabile per risolvere i problemi che ha suscitato".
E quindi a Monti gridiamo a squarciagola: “Sutor non ultra crepitam”!
Perché la neutralità favorisce sempre l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato".
…
LA SEMPLICITA’ DI MAURIZIO LANDINI
Viviana Vivarelli
Le pagine più belle scritte sulla Terra non sono
quelle dei sofisti e degli oratori, degli avvocati o dei politici, ma di chi
conosce bene ciò di cui parla e parla di ciò che gli sta a cuore, avendo per
scopo il bene degli altri o il sapere degli altri. La teoria della relatività di
Einstein è semplice. Il Discorso sul metodo di Cartesio è chiaro. Il Vangelo è
minimale. Le frasi di Gandhi sono comprensibili a chiunque.
E quando Maurizio Landini parla non si parla addosso
in modo autoreferenziale come fa l’avvocaticchio del Parlamento o il contorto
voltagabbana o l’insinuante emissario delle banche. Parla del lavoro che
conosce, parla dei compagni lavoratori che rispetta, parla dei valori che
difende. Non cerca effetti speciali, non racconta barzellette, non spara cazzate
pubblicitarie o propagandistiche, non cerca di fregare la gente o massimarsi la
ricchezza o rispondere a un padrone. Dice pane al pane.
In questa epoca di cavillosi accademici o di aridi
comizianti, vederlo e sentirlo parlare è come respirare un’aria più
pulita.
C’è una tale onestà e semplicità in quest’uomo che
ringraziamo ogni giorno Iddio che sia nato italiano.
Possiamo persino sognare un giorno in cui avremo un
Parlamento formato da gente del popolo, che dice pane al pane, che ha una sola
parola e che dà rispetto all’uomo
.
REPORT SULLE PENSIONI
Un’altra persona che stimo in Italia è Milena
Gabanelli.
Se vi siete persi la sua puntata di Report sulle
pensioni del 25 marzo, leggetela.
Con la riforma Fornero, dal 1° gennaio la pensione
sarà definitivamente calcolata con il sistema contributivo. La Fornero, che si
propaganda e si elogia come fa Monti, l’ha presentata come il sistema più equo e
giusto per tutte le generazioni. Persino Berlusconi impallidisce di fronte agli
autoelogi spocchiosi che questa gente si fa con vera faccia di tolla. La tanto
autoelogiata riforma delle pensioni è stata purtroppo un atto gravissimo di
iniquità e cialtronaggine. La Fornero si è permessa di penalizzare l’Italia
imponendole il più grave allungamento dell’età pensionabile d’Europa, qualcosa
che nessun governo si permetterebbe mai e con tanta urgenza. E tutto è stato
così abborracciato che come 1° effetto coloro che (mobilitati e
esodati) avevano accettato di lasciare prima il posto nelle loro aziende in
crisi con la garanzia della pensione al compimento del 40° anno di età
lavorativa: resteranno dai 2 ai 10 anni senza pensione e senza lavoro. La
Fornero con grande leggerezza ne aveva contati 65.000. Sono 350.000! Inutile
dire che sono 350.000 incazzati! Ma Napolitano ha la faccia di aggiungere che
“Non vede esasperazione nel paese!” Cosa invoca? Che qualcuno si metta a
sparare? Già 2 persone si sono date fuoco e da nord a sud l’Italia ribolle ma il
bell’addormentato si racconta che tutto va bene!!
Chi ha cambiato datore di lavoro, passando dal
pubblico al privato, dovrà ricongiungere i contributi se vuole la pensione
piena. La ricongiunzione verso l’Inps, che è sempre stata gratuita (perché
peggiorativa), ora è onerosa: devi ripagare i contributi due volte. E’ questa
l’equità? C’è chi si è visto arrivare conti che arrivano fino a 300.000 €, a
fronte di stipendi da 2000 € lordi. Per i giovani è anche peggio. Chi apre una
partita iva, il 1° anno di lavoro paga il 28% all’Inps, più l’anticipo per
l’anno dopo. Se incassa 11.000 € ne pagherà 4000 solo di contributi. Col
risultato poi che la sua pensione non supererà quella sociale. E’ questo il
sistema più equo e giusto per tutte le generazioni?
.
Maria Pia Caporuscio
Ogni volta che si dice la verità si viene subito
accusati di fare demagogia. Odio questa parola quanto odio chi la pronuncia. Se
Pertini o Berlinguer potessero sentire cosa questi tecnici vogliono fare dei
diritti dei lavoratori, credo senza ombra di dubbio, che sarebbero essi stessi a
guidare la popolazione alla rivolta civile. Non è possibile che siano le banche
a dettare legge agli uomini. Non è possibile che un governo debba eseguire gli
ordini delle banche mondiali e degli industriali. Non è possibile continuare a
mantenere in vita un governo che non governa ma esegue gli ordini della BCE.
Oltretutto questi tecnici osano parlare di comportamento equo prendendoci per
idioti, visto che si sono avventati contro i lavoratori con gli schiacciasassi,
mentre i responsabili del disastro in cui ci troviamo, continuano indisturbati a
depredarci. Equità per questi tecnici significa che chi è ricco deve esserlo
sempre più e chi è povero deve diventare un barbone. Questa è la civiltà che
hanno studiato alla Bocconi, è questa la giustizia secondo il loro dio: il
mercato!
Non è possibile che gli uomini debbano essere schiavi del mercato, come non è possibile che il governo di un paese debba obbedire a due padroni le banche e il mercato, dimenticando i veri padroni: I lavoratori che lavorando e pagando tasse assurde per mantenerli, debbano umiliarsi ed elemosinarlo anche un lavoro privo di ogni tutela e sottopagato per arricchire sempre più questa classe dirigente senza scrupoli e senza dignità, capaci di mentire spudoratamente e senza vergogna nel definirsi equi.
Sprecano il tempo per cancellare l'art.18, la sola tutela rimasta a questa massa di disgraziati e non gli passa nemmeno per la mente di come questi poveri cristi fanno a sfamarsi con quelle briciole che cadono dalla loro tavola imbandita.
Mi auguro un ribaltamento e vedere loro lavorare come schiavi per mille euro al mese, quando adesso pontificano sulla pelle di altri, guadagnandone cinquantamila al mese, se bastano!
Non è possibile che gli uomini debbano essere schiavi del mercato, come non è possibile che il governo di un paese debba obbedire a due padroni le banche e il mercato, dimenticando i veri padroni: I lavoratori che lavorando e pagando tasse assurde per mantenerli, debbano umiliarsi ed elemosinarlo anche un lavoro privo di ogni tutela e sottopagato per arricchire sempre più questa classe dirigente senza scrupoli e senza dignità, capaci di mentire spudoratamente e senza vergogna nel definirsi equi.
Sprecano il tempo per cancellare l'art.18, la sola tutela rimasta a questa massa di disgraziati e non gli passa nemmeno per la mente di come questi poveri cristi fanno a sfamarsi con quelle briciole che cadono dalla loro tavola imbandita.
Mi auguro un ribaltamento e vedere loro lavorare come schiavi per mille euro al mese, quando adesso pontificano sulla pelle di altri, guadagnandone cinquantamila al mese, se bastano!
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IL PATRIMONIO DI GHEDDAFI
Dicono che il patrimonio di Gheddafi sia immenso.
Gheddafi aveva un miliardo solo in Italia. Questi soldi dovrebbero andare in
risarcimenti alle famiglie delle 20.000 vittime prodotte dalla perversione di
Gheddafi, e sarebbero il modo migliore per rialzare la Libia e chiudere gli
espatri dei disperati. Anzi si potrebbe arricchire tutti i Libici, visto che
sono solo 6 milioni di persone e questo enorme tesoro potrebbe fare della Libia
la Svizzera del Mediterraneo.
Secondo il The Telegraph,la famiglia del ras avrebbe
una liquidità pari a 23 miliardi di €, esclusi i vari beni
immobili acquistati a Londra.
La Procura di Parigi ha condotto un’inchiesta per
localizzare eventuali beni in Francia appartenenti ai Gheddafi, le cifre
arriverebbero ad 87 miliardi di € accumulati in 30 anni, corrispondenti ad un
terzo dei 450 miliardi di dollari guadagnati con il petrolio e con il
gas.
Negli Stati Uniti ogni banca americana possiede dai
400 ai 500 milioni di dollari appartenenti alla Libia. Il patrimonio è nascosto
in ogni parte del mondo, persino nel Sud-Est asiatico e nei Paesi del
Golfo.
Inoltre, Gheddafi aveva importanti interessi nelle
telecomunicazioni, infrastrutture, catene alberghiere, mass media e nella
distribuzione.
Oltre al petrolio, controllava gran parte delle
holdings in Libia, petrolio, stampa, catene di negozi di abbigliamento,
telecomunicazioni, nonché il franchising locale della Coca Cola.
Un patrimonio spaventoso, il cui ammontare
supera di gran lunga il Pil libico e che dovrebbe andare tutto in
risarcimento a questo disgraziato paese.
Credete che le banche lo molleranno
facilmente?
Pensate al tesoro dei Romanoff, depositato nella
banca d'Inghilterra, o ai depositi lasciati nelle banche svizzere dalle vittime
dell'Olocausto o al fantomatico tesoro di Hitler sempre in Svizzera e mai
confessato. Quando una banca mette le mani su un tesoro, è difficile che lo
molli. E i popoli possono andare a farsi benedire. In tutte le rivoluzioni c'è
chi va a morire e chi va a far cassa. Così il tesoro di Gheddafi ingrassa
qualche banca del mondo mentre i libici continuano a morire di fame e di miseria
e il paese non si rialza.
.
LA VIOLENZA SULLE DONNE E I MEDIA
Una donna italiana viene uccisa ogni due giorni dal
suo compagno. Sono state 42 dall’inizio dell’anno. Eppure ci sono ancora
giornali machisti che ridicolizzano la tragedia. Il Fatto Quotidiano (che ha
cominciato ad avere un po’ troppe cadute di stile) pubblica un vergognoso
articolo di Massimo Fini(in genere persona intelligente)che non ha di meglio da
fare che dare la colpa alle vittime:"troppo spesso le ragazze di oggi si
comportano da 'vispe terese '- scrive- Citerò il caso,di qualche anno fa,di tre
donzelle che, sulle montagne di Abruzzo,passarono tutte sculettanti davanti a un
pastore di pecore macedone che,non sapendo né leggere né scrivere, ma
riconoscendo solo i propri istinti,le inchiappettò"
Non è la prima volta che Fini ha queste sortite
discutibili e in passato il direttore Gomez ebbe a scrivere: "Ma vale sempre la
pena di leggerlo per ribellarsi e dirgli fatti alla mano che ha sbagliato”.
Davvero edificante! E se questo è il comportamento dei migliori, figuriamoci gli
altri! Fatto sta che sui blog o nella vita mettere le donne alla gogna e
ridicolizzare le vittime sembra essere uno sport bipartisan,che unisce fieri
rivoluzionari di sx a cafoni squadristi di dx con lo stesso ardore becero e
demenziale. Non è di meno il Corriere, che riporta una lettera sessista dicendo
che "pubblicare non significa condividere".
Più tardi Massimo Fini ha presentato delle sbrigative
scuse, ma possiamo scommetterci che ci ricascherà. Il sessismo non è meno
radicato e meno esecrabile del razzismo, un modo rapido e disinvolto con cui ci
si può credere superiori a qualcun altro dimostrando solo la propria
irrecuperabile barbarie. E che, insieme all'omofobia, sia figlio difeso della
Chiesa cattolica non fa meraviglia, a prova di quanto questa istituzione
machista e meschina tenga nella miseria morale questa società.
Il Papa da Castro ha invocato la libertà
per Cuba. Se avesse invocato un maggior rispetto umano da parte della sua
Chiesa sarebbe stato meglio!
.
PERDITE UNICREDIT
PERDITE UNICREDIT
Ieri sono stati pubblicati vari bilanci societari
relativi all'anno 2011.
Tra questi ha fatto clamore il risultato della banca Unicredit: oltre 9 miliardi di euro di perdita!
Sì, avete letto bene, quasi 18.000 miliardi di vecchie lire di rosso. E' il record storico negativo della società.
Far perdere così tanto ad una banca non è semplice, ma bisogna veramente impegnarsi a fondo in una mala gestione che normalmente vedrebbe i soci costretti a cacciare l'Amministratore Delegato.
Perché una società con questo risultato avrebbe, tra l'altro, immediatamente revocati gli affidamenti di tutto il sistema creditizio, proprio come Unicredit usa fare con la sua pregiata clientela di fronte ad un bilancio in profondo rosso.
E infatti l'AD storico di Unicredit, che guadagnava oltre 6 milioni di eurini all'anno, non c'è più.
Alessandro Profumo, tra l'altro è oggi pure indagato per frode fiscale e, come conseguenza, alla sua banca la Finanza ha sequestrato quasi 250 milioni di euro.
E' ovvio che sul dato economico 2011 di Unicredit pesi quanto fatto dal suo ex amministratore delegato.
Voi mi chiederete dove è il problema. Eccolo. Quando Profumo se ne è andato, a fine 2010, ha portato a casa una liquidazione di 40 milioni di euro. Ma non è finita lì.
Perché in Italia certe persone si riciclano sempre, indipendentemente dai risultati, proprio grazie a raccomandazioni importanti dalle stanze del potere servito per tanti anni. E infatti guardate dove è finito l'esimio Alessandro Profumo.
Dal 2011 è uno degli azionisti di Linkiesta spa, la società editoriale che pubblica il quotidiano online Linkiesta. Nel marzo 2011 Profumo viene cooptato nel consiglio di sorveglianza della banca russa Sberbank. Dal maggio 2011 Profumo fa parte del consiglio di amministrazione di Eni. Il 18 marzo 2012 la Fondazione MPS, azionista di maggioranza della Banca Monte dei Paschi di Siena, lo ha indicato alla banca stessa come futuro presidente.
W l'Italia!
Tra questi ha fatto clamore il risultato della banca Unicredit: oltre 9 miliardi di euro di perdita!
Sì, avete letto bene, quasi 18.000 miliardi di vecchie lire di rosso. E' il record storico negativo della società.
Far perdere così tanto ad una banca non è semplice, ma bisogna veramente impegnarsi a fondo in una mala gestione che normalmente vedrebbe i soci costretti a cacciare l'Amministratore Delegato.
Perché una società con questo risultato avrebbe, tra l'altro, immediatamente revocati gli affidamenti di tutto il sistema creditizio, proprio come Unicredit usa fare con la sua pregiata clientela di fronte ad un bilancio in profondo rosso.
E infatti l'AD storico di Unicredit, che guadagnava oltre 6 milioni di eurini all'anno, non c'è più.
Alessandro Profumo, tra l'altro è oggi pure indagato per frode fiscale e, come conseguenza, alla sua banca la Finanza ha sequestrato quasi 250 milioni di euro.
E' ovvio che sul dato economico 2011 di Unicredit pesi quanto fatto dal suo ex amministratore delegato.
Voi mi chiederete dove è il problema. Eccolo. Quando Profumo se ne è andato, a fine 2010, ha portato a casa una liquidazione di 40 milioni di euro. Ma non è finita lì.
Perché in Italia certe persone si riciclano sempre, indipendentemente dai risultati, proprio grazie a raccomandazioni importanti dalle stanze del potere servito per tanti anni. E infatti guardate dove è finito l'esimio Alessandro Profumo.
Dal 2011 è uno degli azionisti di Linkiesta spa, la società editoriale che pubblica il quotidiano online Linkiesta. Nel marzo 2011 Profumo viene cooptato nel consiglio di sorveglianza della banca russa Sberbank. Dal maggio 2011 Profumo fa parte del consiglio di amministrazione di Eni. Il 18 marzo 2012 la Fondazione MPS, azionista di maggioranza della Banca Monte dei Paschi di Siena, lo ha indicato alla banca stessa come futuro presidente.
W l'Italia!
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IL KEYNES DIMENTICATO
Nel libro ‘La crisi, Keynes,la decrescita‘
Giorgio Lunghini cita il Keynes dimenticato
(dal Manifesto).
(dal Manifesto).
Proibire la guerra e ogni spesa militare, cambiare
radicalmente stile di vita, evitare sprechi energetici, rinunciare a prodotti
inutili. Potete non crederci ma tutto questo è keynesiano.
Il Manifesto pubblica spesso articoli contro la crisi che evocano l'ambiente e i beni comuni e invocano la decrescita. Si crede che siano contro Keynes, mentre Keynes ha detto cose diverse e non è il Keynes bastardo o criminale che ci presenta il capitalismo, forse perché il capitalismo non vuole essere migliorato,o,come diceva Kalecki: «Ogni allargamento dell'attività economica dello Stato è visto con sospetto dai capitalisti che si oppongono ferocemente a far crescere l'occupazione tramite spese statali. Nel libero mercato il livello dell'occupazione dipende in larga misura dall'atmosfera di fiducia. Quando questa si deteriora, gli investimenti si riducono facendo calare produzione e occupazione (e si riducono i redditi e dunque i consumi e gli investimenti). Ma questo assicura ai capitalisti un controllo automatico sulla politica di governo (dunque ogni crisi si traduce in un aumento di potere del grande capitale su politici e popoli). Il governo deve evitare tutto quello che può turbare l'"atmosfera di fiducia", in quanto ciò può produrre una crisi economica che danneggia il capitale. Ma se il governo fa crescere l'occupazione con la spesa pubblica, ecco che si indebolisce. Per cui lo stesso deficit di bilancio è uno strumento auitoritario. E ogni tentativo di risanare solo la finanza (come l'attuale che dell'occupazione se ne frega) si traduce in maggior potere del capitale”.
Il Manifesto pubblica spesso articoli contro la crisi che evocano l'ambiente e i beni comuni e invocano la decrescita. Si crede che siano contro Keynes, mentre Keynes ha detto cose diverse e non è il Keynes bastardo o criminale che ci presenta il capitalismo, forse perché il capitalismo non vuole essere migliorato,o,come diceva Kalecki: «Ogni allargamento dell'attività economica dello Stato è visto con sospetto dai capitalisti che si oppongono ferocemente a far crescere l'occupazione tramite spese statali. Nel libero mercato il livello dell'occupazione dipende in larga misura dall'atmosfera di fiducia. Quando questa si deteriora, gli investimenti si riducono facendo calare produzione e occupazione (e si riducono i redditi e dunque i consumi e gli investimenti). Ma questo assicura ai capitalisti un controllo automatico sulla politica di governo (dunque ogni crisi si traduce in un aumento di potere del grande capitale su politici e popoli). Il governo deve evitare tutto quello che può turbare l'"atmosfera di fiducia", in quanto ciò può produrre una crisi economica che danneggia il capitale. Ma se il governo fa crescere l'occupazione con la spesa pubblica, ecco che si indebolisce. Per cui lo stesso deficit di bilancio è uno strumento auitoritario. E ogni tentativo di risanare solo la finanza (come l'attuale che dell'occupazione se ne frega) si traduce in maggior potere del capitale”.
Luigi Einaudi pensava che Keynes fosse un bolscevico
e nessuno dice che Keynes si occupava anche dell’ambiente, tema che il
capitalismo proprio ignora (basti vedere come parla il ministro Clio o cosa
hanno sempre fatto gli USA).
Keynes scrive: «Il secolo XIX aveva esagerato sino
alla stravaganza il criterio del tornaconto finanziario quale segno che rende
opportuna un'azione. Tutta la condotta della vita si riduce alla parodia
dell'incubo di un contabile. Invece di usare le moltiplicate riserve materiali e
tecniche per costruire la città delle meraviglie, (i capitalisti) costruirono
dei sobborghi di catapecchie pensando che "rendevano", mentre la città delle
meraviglie sarebbe stata una folle stravaganza che, per esprimerci nell'idioma
imbecille della moda finanziaria, avrebbe "ipotecato il futuro". La stessa
regola autodistruttiva del calcolo finanziario li fa distruggere l'ambiente
perché le bellezze della natura che non si possono privatizzare non hanno alcun
valore economico. Probabilmente saremmo capaci di fermare il sole e le stelle
perché non ci danno alcun dividendo» .
Si può superare la contraddizione tra capitalismo e natura? Georgescu-Rögen dice che il processo produttivo è soggetto alle leggi della termodinamica(dissipazione irreversibile).
Non si può proporre una rinuncia completa alle comodità moderne ma si può fare un programma minimale:
-Proibire non solo la guerra ma anche la produzione di qualsiasi arma(lo diceva già Gandhi)
-Impiegare le forze produttive così liberate per portare i paesi agli standard di una vita buona in cui tutti siano alla pari,riconoscendo l'urgenza di un cambiamento radicale negli stili di vita
-La popolazione mondiale deve ridursi a un livello tale che ne sia possibile la nutrizione mediante la sola agricoltura organica
-Ogni spreco di energia dovrà essere evitato e controllato
-Dovremo rinunciare ai gadget e a tutti i troppi prodotti inutili
-Liberarsi dalla moda che ci spinge a buttar via vestiti,mobili,oggetti ancora utili
-I beni durevoli devono essere ancora più durevoli e perciò riparabili
-Liberarci della frenesia del fare e renderci conto che un prerequisito importante per una buona vita è il tempo libero dall'ansia e usato con intelligenza..
Siamo pronti ad applicare questi programmi di Keynes o Georgescu-Rögen, che sono semplicemente un elogio della sobrietà? O dobbiamo rassegnarci a morire nel mondo del capitale?
Ci sono state altre forme di organizzazione dell'economia e della società prima di questa, è forse possibile che questa duri in eterno?
Non è pensabile che con il capitalismo la storia sia finita.
Marx: «Il processo lavorativo è solo un processo tra l'uomo e la natura, e i suoi elementi semplici rimangono identici in tutte le forme dell'evoluzione sociale. E ogni determinata forma storica ne sviluppa la base materiale e le forme sociali».
Dunque alla forma capitalistica del processo lavorativo e di sfruttamento del lavoro, corrisponde una forma capitalistica dello sfruttamento della natura fino a un punto limite di sfruttamento del lavoro e della natura. Oltre quel punto si entra in una crisi. E a quel punto, dice Marx, la forma storica determinata viene lasciata cadere e cede il posto ad un'altra più elevata. Si riconosce il momento di passaggio quando emerge un conflitto tra lo sviluppo materiale della produzione e la sua forma sociale
Mi pare che nel conflitto ci siamo in pieno. Il tempo del capitalismo è finito. E’ ora di passare a forme di società diverse.
.
Beh, noi qui lavoriamo per quello
E chi non lo capisce appartiene a un mondo ormai morto.
.
Si può superare la contraddizione tra capitalismo e natura? Georgescu-Rögen dice che il processo produttivo è soggetto alle leggi della termodinamica(dissipazione irreversibile).
Non si può proporre una rinuncia completa alle comodità moderne ma si può fare un programma minimale:
-Proibire non solo la guerra ma anche la produzione di qualsiasi arma(lo diceva già Gandhi)
-Impiegare le forze produttive così liberate per portare i paesi agli standard di una vita buona in cui tutti siano alla pari,riconoscendo l'urgenza di un cambiamento radicale negli stili di vita
-La popolazione mondiale deve ridursi a un livello tale che ne sia possibile la nutrizione mediante la sola agricoltura organica
-Ogni spreco di energia dovrà essere evitato e controllato
-Dovremo rinunciare ai gadget e a tutti i troppi prodotti inutili
-Liberarsi dalla moda che ci spinge a buttar via vestiti,mobili,oggetti ancora utili
-I beni durevoli devono essere ancora più durevoli e perciò riparabili
-Liberarci della frenesia del fare e renderci conto che un prerequisito importante per una buona vita è il tempo libero dall'ansia e usato con intelligenza..
Siamo pronti ad applicare questi programmi di Keynes o Georgescu-Rögen, che sono semplicemente un elogio della sobrietà? O dobbiamo rassegnarci a morire nel mondo del capitale?
Ci sono state altre forme di organizzazione dell'economia e della società prima di questa, è forse possibile che questa duri in eterno?
Non è pensabile che con il capitalismo la storia sia finita.
Marx: «Il processo lavorativo è solo un processo tra l'uomo e la natura, e i suoi elementi semplici rimangono identici in tutte le forme dell'evoluzione sociale. E ogni determinata forma storica ne sviluppa la base materiale e le forme sociali».
Dunque alla forma capitalistica del processo lavorativo e di sfruttamento del lavoro, corrisponde una forma capitalistica dello sfruttamento della natura fino a un punto limite di sfruttamento del lavoro e della natura. Oltre quel punto si entra in una crisi. E a quel punto, dice Marx, la forma storica determinata viene lasciata cadere e cede il posto ad un'altra più elevata. Si riconosce il momento di passaggio quando emerge un conflitto tra lo sviluppo materiale della produzione e la sua forma sociale
Mi pare che nel conflitto ci siamo in pieno. Il tempo del capitalismo è finito. E’ ora di passare a forme di società diverse.
.
Beh, noi qui lavoriamo per quello
E chi non lo capisce appartiene a un mondo ormai morto.
.
Non si Monti la testa (questo è il Travaglio che mi
piace)
Forse è venuto il momento di dire al professor Mario
Monti che s’è montato la testa. E la Fornero ancor di più. A furia di leggere
sui giornali amici (cioè quasi tutti) che sono i salvatori della patria, i due
hanno finito col crederci. In realtà, in estrema e brutale sintesi, finora hanno
recuperato miliardi sulla pelle dei pensionati e degli“esodati”, facendo
dell’Italia il paese europeo dove si va in pensione più tardi; e altri contano
di recuperarli sulla pelle dei lavoratori, dando mano libera alle aziende di
cacciare chi vogliono, camuffando per licenziamenti economici anche quelli
disciplinari e discriminatori. Quanto alle liberalizzazioni, a parte qualche
caccolina sui taxi e le farmacie, non s’è visto nulla, mentre s’è visto
parecchio a favore della banche. Il vero “salva – Italia” è tutto mediatico,
d’immagine: facce presentabili al posto degli impresentabili di prima. Il che
non è poco. Ma è un fattore passeggero, visto che prima o poi, piaccia o no, i
cittadini dovranno tornare a eleggere i loro rappresentanti. La prospettiva del
ritorno dei politici, lo sappiamo bene, è agghiacciante. Ma questo progressivo
disabituarsi degli italiani ai fondamentali della democrazia è pericoloso. Ed è
qui che i “tecnici” ciurlano nel manico. L’altro giorno arriva alla Camera il
decreto “liberalizzazioni”,solita procedura d’urgenza “prendere o
lasciare”modello Protezione civile: testo blindato dalla solita fiducia, la
dodicesima in tre mesi. Problema: manca la copertura finanziaria, lo dice la
Ragioneria dello Stato. Il rappresentante del governo, il noto gaffeur Polillo,
s’inventa che “la copertura non può essere quantificata in anticipo”. Fosse
così, tutte le leggi passerebbero al buio, poi si vede. Ma non c’è nemmeno il
tempo di discutere: si vota e basta a scatola chiusa. Fini protesta per
“l’insensibilità del governo” .. segue nel sottoscala
(e meno male che c’è lui: Schifani vorrebbe solo
decreti, soluzione che avrebbe almeno il pregio di liberarci del Senato e del
suo presidente). Il Quirinale “si riserva” non si sa bene cosa. Del resto il
Quirinale aveva già invitato i gruppi parlamentari a evitare fastidiosi
emendamenti al decreto Milleproroghe. Ma a che serve allora il Parlamento, in
una democrazia parlamentare? A ratificare senza fiatare i decreti del governo,
fra l’altro blindati con la fiducia? Ora arriva il ddl sul lavoro, cioè
sull’articolo 18 e poco altro, tutti elogiano la mossa dialogante che ci ha
fatto la grazia di evitare il solito decreto blindato. Ma subito
Monti&Fornero fan sapere che non ammettono modifiche, sennò “il Paese non è
pronto” e i salvatori della patria in missione per conto di Dio ci lasciano soli
(“potremmo non restare”). Cioè: il disegno di legge è come fosse un decreto,
calato dall’alto direttamente dallo Spirito Santo. E la formula“salvo intese”?
Si riferisce alla maggioranza parlamentare che dovrebbe votarlo? No, a “intese
fra governo e Quirinale”. E il Parlamento? Un optional. Sappiamo benissimo che
questo Parlamento fa schifo. Ma, per averne uno nuovo, più aderente ai gusti
degli italiani, si doveva votare a novembre: invece Napolitano, Monti e i
partiti retrostanti preferirono evitare. Dunque di che si lamentano? L’avete
voluta la bicicletta? Pedalate. Monti si appella ai sondaggi, come unica fonte
di legittimazione fra sé e il Colle (“se qualche segno di scarso gradimento c’è
stato, è verso la politica, non verso il governo”). Ma allora dovrebbero valere
sempre, anche quando non fanno comodo: oltre il 60% degli italiani è contro la
“riforma”dell’art. 18 e, a causa di quella, il governo è sceso in 20 giorni dal
62 al 44%. Magari, in quel 18% in meno, ci sono i 350 mila esodati che il
governo ha lasciato senza lavoro e senza pensione: chi li
rappresenta?
.
… e alla fine, alla faccia della discussione
parlamentare, la riforma del lavoro passerà alla fiducia!!
..
PAOLO FARINELLA
Se Monti, detto il «tecnico» è il presidente del
consiglio «sobrio», allora vuol dire che gli ubriachi sono astemi. B era un
debosciato, Monti è un illiberale e anche presuntuoso. Ha avuto bisogno di
andare in Corea per ricattare gli Italiani e lasciarsi andare a panzanate di
stampo andreottiano. Il prof è suscettibile: va giù nei sondaggi e lui si
ripicca come un deboluccio gracidante che si dà un tono per non morire di paura:
«lei non sa chi sono io!». Sì che lo sappiamo, caro tecnico politico. Il
ricatto è semplice: «se gli Italiani non sono pronti, io lascio». Bravo! Bis!
Mai stupidaggine più banale si è sentita da un presdelcons che ad ogni piè
sospinto non esita a dire di essere «equo, sobrio e serio». Il prof ha stravolto
la realtà perché non sono gli Italiani che devono essere pronti, ma è lui che
deve stare attento perché non è il padrone dell’Italia, ma solo un servo di un
popolo sovrano che, se vuole, lo può scaraventare giù da una finestra di Palazzo
Chigi senza nemmeno pensarci due volte. Secondo il Monti-pensiero, quello che
lui decide deve essere accettato a scatola chiusa, come se fosse una scatola di
EX Cirio, che per quella pubblicità fallì e fu depredata e liquidata per un
tozzo di pane? Fino a a prova contraria e a Costituzione invariata, è il governo
che deve dipendere dal paese e non l’inverso. E’ la democrazia, bellezza! Con
quella dichiarazione da estremista coreano, abbiamo toccato il fondo e forse
andremo ancora più sotto perché l’impegno del governo è di creare una precarietà
instabile permanete vita natural durante. Ha un bel dire che il lavoro sarà per
tutti «indeterminato», salvo licenziamenti e flessibilità in uscita, senza
andare tanto per il sottile. Fino ad ora di una cosa siamo certi: l’impegno del
governo è l’abolizione dell’art. 18, impugnato come un trofeo da sbandierare
sulle piazze pazze, come a dire alle aziende italiote ed esteriote: venite in
Italia, dove potete licenziare quando volete. Non c’è ancora una sola norma che
metta un argine a questa falcidia programmata e garantisca che le ditte non
possano licenziare a capriccio. Per ora sono solo parole, alla luce delle scelte
operate dal governo che si legge B e si pronuncia Monti, il peso più tragico lo
pagheranno ancora e sempre il ceto debole, coloro che non hanno strumenti per
ribellarsi e mandare all’aria un governo che non ha alcun problema di articolo
18, per cui può legiferare per gli altri perché tanto … e chi se ne frega? Il
lavoro non c’è, le tasse aumentano, i servizi si pagano, le detrazioni
diminuiscono, gli esodati ai quali lo Stato aveva fatto una solenne promessa di
mandarli in pensione ad una certa età e con certi contributi, mentre sono
costretti a vivere due/tre/quattro/sei/dieci anni senza stipendio e senza
pensione e quindi? La sora Fornero ha sbagliato anche i calcoli. Pensava lei, la
signoooora, che gli esodati sarebbero stati meno di 50 mila, invece oggi si
accorge che sono 350 mila e l’hanno pure fatta ministra! Non ha sbagliato di una
decina di unità, ma di trecentomila! Sorbole! Cosa resta ad un cittadino comune
che oltre agli attacchi concentrici del governo deve sorbirsi anche il
pistolotto del presidente del consiglio coreano, Monti Marietto? O si spara o
spara. Oltre c’è solo la disperazione caduta nel fondo ubriaco di un signore per
caso che si chiama Marietto Monti.
..
Barbara manda:
IN DIFESA DEGLI STATALI
L’opinione pubblica è spesso irritata dal
comportamento dei dipendenti statali, specie degli impiegati della PA, accusati
di essere dei lavativi o di essere sgarbati e incompetenti, e la discriminazione
fatta da Monti nella riforma del lavoro, per cui essi manterrebbero il posto
fisso, ha suscitato un vespaio di proteste.
Per amore di equità, pubblico quanto ricevo da
un’amica che lavora nella PA
L’accanimento dei media e in particolare di La
Repubblica è ingiusto, si parla di ”settore pubblico ipertrofico e
spaventosamente inefficiente che drena risorse al settore privato”, alimentando
una divisione strumentale tra lavoratori pubblici e lavoratori privati, nel
tentativo di nascondere il vero volto dell’operazione: l’ulteriore e forse
definitiva mazzata al settore pubblico, in ossequio alle disposizioni imposte
dalla BCE che chiedono in questo campo un intervento drastico. Il
pubblico impiego, a cui si applica integralmente lo statuto dei lavoratori , è
stato attraversato negli ultimi anni da una serie di riforme pesanti che
prevedono sia il licenziamento disciplinare (Riforma Brunetta) anche per
insufficiente rendimento, sia il licenziamento economico, previsto dalla legge
di stabilità per l’anno 2012 in caso di esuberi di personale. Esuberi che
nascono solo da esigenze di cassa che costringono a tagli lineari anche sugli
organici e non certo per una maggiore efficienza.
Oggi Monti vuole modificare l’art.18 per aprire la strada ai
licenziamenti facili. Dice che più sarà facile licenziare più si produrrà
occupazione, per farci credere che una maggiore “flessibilità” in uscita
produrrà automaticamente maggiore e migliore occupazione. Il che è una follia.
Nella PA si è ben visto che questo si è tradotto solo in un’ulteriore
fuoriuscita di migliaia di lavoratori e verso la privatizzazione di servizi,
per garantire maggiori profitti ai privati.
Mai come oggi è necessario difendere il posto di
lavoro, salvare il servizio pubblico che è un bene comune, difendere i diritti
dei lavoratori e affermare che non vogliamo pagare un debito che non è
nostro
.
Un dirigente IBM, interrogato una volta sui mali
italiani e su cosa avrebbe fatto per dare slancio all'Italia, rispose che
avrebbe incentivato il merito degli statali, cosa giustissima e fattore di
sviluppo ben noto a qualsiasi azienda americana, ma che da noi si scontrerebbe
inevitabilmente col nepotismo nostrano, la protezione delle belle gnocche
che si prostituiscono per carriera, e il clientelismo diffuso, che
fa sì che si premino i più ammanicati e non certo i migliori.
Eppure è proprio la mancanza di un premio (incentivi
o carriera) connesso al merito che fa sì che si paghino e si promuovano alla
stessa maniera o anche meglio i lavativi rispetto agli stakanovisti.
Purtroppo ognuno di noi ha una triste fila di esempi
che danneggiano la categoria: insegnanti incapaci, funzionari assenteisti e
inetti (anche in ambito universitario) che non vengono mai spostati a lavori
diversi, impiegati comunali strafottenti e che ci perdono la pratica o la
rallentano, burocrati infedeli, ladri o truffatori che non vengono mai
licenziati, guardie di finanza che colludono con quelli che dovrebbero
controllare, assessori che intascano mazzette, sindaci che sono buoni amici di
mafia e camorra, poliziotti o carabinieri che aggrediscono i cittadini come se
dovessero solo pestare ogni forma di protesta, secondini che ammazzano i
detenuti a forza di botte, medici che truffano la mutua e chirurghi che
speculano sugli organi o gli impianti... Capiterà ovunque, si dice, sì, ma
altrove si pensa che come minimo perderanno il posto, se non finiranno
velocemente in galera, da noi, inspiegabilmente fanno carriera, sono promossi,
entrano in politica, si salvano per la cuffia o trionfalmente, e il discredito
sulla Pubblica Amministrazione cresce e dismisura a danno anche degli onesti e
dei meritevoli.
.
TUTTO CAMBIA
Viviana Vivarelli
Dinanzi alle forze economiche e finanziarie che ci
sovrastano un senso di impotenza è fisiologico
E' lo stesso timore che alla fine dell'impero romano
attraversava la mente di chi assisteva a uno spettacolo crescente di
degradazione e di corruzione
Immagino che anche i primi cristiani la pensassero
così
Immagino che fossero pochissimi
e che qualcuno tra loro si sentisse soverchiato e
impotente. Cosa potevano fare i pochi 'giusti' del nuovo pensiero dinanzi alle
forze in campo, l'esercito più potente del mondo,il sistema di potere più grande
del mondo?
Ma tutto può cambiare e tutto, costantemente, nella
storia, cambia. Non esiste grande sistema che non arrivi alla sua
fine.
Non esistono miti invincibili.
Non esistono imperi insormontabili.
Non esistono ideologie eterne.
Non esistono potenze imperiali che prima o poi non
crollino.
Basti pensare alla grande Russia sovietica e al
comunismo. O al potere che sembrava invincibile di Hitler e del
nazismo.
In un giorno solo cadde il muro di
Berlino.
E la crisi del liberismo mondiale è già in atto. Sta
precipitando divorato dalle sue stesse contraddizioni.
Il liberismo ha già prodotto il tarlo che divora il
suo mito. Oggi non gli resta che diffondersi sul ricatto e sulla
paura.
Sta già implodendo su se stesso accompagnando la
crisi irreversibile dell'impero americano.
Non dobbiamo far altro che vivere i tempi nuovi e
accelerarli.
Può essere che la vecchia Europa sia tarda in questi
cambiamenti. E' sicuro che l'America del Sud e l'Africa ci precederanno. Già la
sudditanza dei popoli sudamericani si sta ribellando. E il Nord dell'Africa ha
già iniziato la sua rivoluzione a dittature che sembravano ereditarie. E anche
parti dell'Asia ci faranno da alfieri.
Da noi troppe forze tendono ancora a radicarsi in
vecchi sistemi di potere obsoleti e decrepiti, che hanno perso ogni
funzionalità.
Ma la cosa importante è aprirsi allo sguardo del
futuro. E costruirlo giorno per giorno. Una frana avviene in ogni più piccolo
sasso. E anche noi siamo il cambiamento.
.
VANDANA SHIVA
Vandana Shiva è uno dei miti no global. Antesignana
del mondo che sarà.
Fisica quantistica ed economista, è considerata la
teorica più nota dell’ecologia sociale.
E’ una delle donne più intelligenti del mondo e gode di celebrità mondiale.
E’ una delle donne più intelligenti del mondo e gode di celebrità mondiale.
(Ho avuto il piacere di conoscere questa donna
incredibile e semplice).
La sua opera più importante è ‘Terra madre.
Sopravvivere allo sviluppo’, in cui affronta i vari
aspetti della globalizzazione capitalista e propone una visione dello sviluppo
diversa, nella difesa del pianeta. I punti fondamentali della vita non sono il
lucro, l’avidità e il potere ma: il verde da salvare, il latte per i bambini e
l’acqua per tutti. Su questi 3 punti si basa la vita e l’iper-liberismo ne ha
stravolto ogni equilibrio.
La visione dell'Occidente esalta il progresso
misurando tutto in termini di profitto.
La realtà delle comunità contadine del terzo mondo
deve riscattare la sua libertà e il suo futuro
L'esperienza delle donne indiane si compendia nel
fondamentale “principio femminile” della natura, come produttrice di vita: come
terra madre. Il forte legame tra natura e donna vede in questo contesto un grave
pericolo per la figura femminile nell’equilibrio dell'economia dei paesi poveri.
Ma la donna-natura è aggredita dalle scelte giustificate dalla richiesta di
sviluppo, fatte da un contesto sociale patriarcale, quindi maschile che sta
distruggendo la terra-madre
Lo sfruttamento delle risorse naturali, delle
foreste, dell'acqua (con la costruzione di dighe), delle zone coltivate, sta
cambiando l'economia della popolazione rurale indiana, quell’economia che era
sostenuta dalle attività della donna in armonia con la natura stessa; questo
sfruttamento è una forma di violenza e poiché la donna dipende da queste realtà,
dalla natura, ne deriva una violenza sulla figura femminile.
La scienza moderna e lo sviluppo industriale sono
progetti di origine patriarcale, che si sviluppano in Occidente, nascono in
Europa con la rivoluzione scientifica tra il XV e il XVII secolo, e danno
origine al capitalismo industriale.
Questa rivoluzione scientifica ha trasformato la
natura della terra, nonché i suoi abitanti, in “macchina” per la fornitura di
materie prime.
L'opposizione delle donne a questo stravolgimento è
diventato in India un movimento ecologista e femminista.
Nei Paesi di nuova indipendenza, lo sviluppo
concepito secondo il modello patriarcale occidentale non includeva nella sua
organizzazione la figura femminile; in questo contesto le donne non hanno alcun
peso, perché ciò che conta è avere più merci da esportare, anche se le
popolazioni locali non potranno mai acquistarle.
Secondo il modello di sviluppo patriarcale, la natura
così come si trova è improduttiva e quindi anche la figura della donna legata
alla natura è di per sé improduttiva.
“Le foreste naturali sono improduttive finché non
vengono coltivate a monocolture destinate al commercio, capaci di produrre
profitti e capitale". Questo tipo di sviluppo, privo dei principi conservativi e
che non permette il rinnovarsi degli elementi naturali, è un
“malsviluppo”.
Lo sviluppo che accentua la diversità fra i sessi,
creando discriminazioni nelle attività sociali fra maschi e femmine, è sinonimo
di sottosviluppo, con gravi conseguenze anche per la natura in cui queste
popolazioni abitano.
Questa crisi colpisce maggiormente le donne perché
sono tra i poveri, le più povere.
Gandhi diceva: “ sulla terra c'è abbastanza per
soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di
pochi”.
La violenza fatta sulla natura, è una violenza fatta
alla donna, che si basa sulla condizione di sfruttamento delle risorse, quindi
di predominio maschile sulla natura e sulla donna.
La natura e la donna diventano in questo contesto
concetti passivi.
In questo contesto si possono distinguere due tipi di
povertà:
La povertà percepita in senso culturale.
La povertà materiale.
La povertà culturale è comunque capace di soddisfare
i bisogni quotidiani: questa povertà non è materiale, perché è capace di trovare
nelle tradizioni e nella natura l'indispensabile.
La povertà materiale è una conseguenza del
“malsviluppo”.
Una cattiva valutazione dello sviluppo in certe zone
del terzo mondo ha causato maggior povertà, in senso sia culturale che
materiale.
In questi luoghi il processo di sviluppo ha
significato: meno acqua, meno suolo fertile, meno ricchezza genetica, una
diretta conseguenza da tutto ciò si riscontra dalle migrazioni di popolazioni
dai loro territori.
Notoriamente, il padre della scienza moderna è
Francesco Bacone (1561-1626), il quale teorizza lo sviluppo della scienza
moderna basata sull'imprenditore europeo di sesso maschile, capace di avere il
dominio sulla natura, sulle donne, e sui non-occidentali.
La disciplina della conoscenza scientifica e le
invenzioni meccanicistiche non esercitano una semplice guida sul corso della
natura, ma hanno il potere di conquistarla, soggiogarla e scuoterla fino alle
fondamenta.
Le teorie di Bacone sono raccolte in un suo lavoro
che si intitola Il parto maschile del tempo, nel quale una generazione di
Eroi e Superuomini avrebbero dominato la natura e la società.
Questo testo viene interpretato come il passaggio
dalla vecchia scienza, rappresentata come femminile, passiva e debole, alla
nuova scienza maschile della rivoluzione scientifica.
La scienza moderna è stata dunque una attività
patriarcale, segnata dal genere maschile e basata sulla sottomissione della
natura femminile e quindi del femminile.
In questo periodo della rivoluzione scientifica,
furono avanzate anche altre teorie in contrapposizione a quelle di Bacone, la
principale delle quali è quella di Paracelso.
I discepoli di Paracelso appartengono alla tradizione
ermetica, che non scindeva il pensiero dalla materia, né tanto meno il maschile
dal femminile.
Le due divisioni della scienza erano anche due
divisioni della natura, del potere e delle relazioni tra i sessi. Per Paracelso
il maschile non domina sul femminile, perché i due principi si completano a
vicenda, e la conoscenza e il potere non sorgono dal dominio sulla natura ma
dalla “coabitazione tra gli elementi”, interconnessi a formare un unico
organismo vivente.
Bacone e Paracelso avevano idee diverse sulla natura,
sul rapporto fra i sessi e sulla politica; Bacone sosteneva il ceto medio
benestante, mentre Paracelso stava dalla parte dei contadini
tirolesi.
Secondo la filosofia indiana, tutto è stato generato
da un'energia che si chiama natura “prakrti”: questa energia ha modellato tutte
le cose viventi, uomo compreso, in modo assolutamente naturale ed
equilibrato.
Nessun elemento in questo contesto è dominante sugli
altri, ognuno ha una funzione di naturale equilibrio tra le cose.
Ogni elemento della natura racchiude in sé una forma
vitale: i fiumi, le montagne, gli uomini.
In questa armonia ed equilibrio delle cose, la donna
e la terra sono considerate generatrici di vita.
Fin dalle origini però il rapporto fra uomo e donna
era rappresentato dalla diversità dei sessi, il sessismo distingueva le attività
in modo naturale e queste erano assegnate all'uomo e alla donna.
L'uomo considerato cacciatore doveva svolgere quelle
attività dove l'uso delle armi faceva la differenza, mentre la donna si limitava
a raccogliere i frutti della terra e ad allevare i figli.
Per Shiva, il modello di sviluppo proposto dai paesi
occidentali non è uno sviluppo reale e sostenibile; questo modello di sviluppo
crea in quei paesi indebitamento e povertà, perché devono sostenere i costi di
un presunto benessere, cedendo le ricchezze naturali del paese, per lunghi anni
a potenze straniere.
Si verifica così la distruzione di culture, di
tradizioni e di modelli sociali, per far posto a culture competitive il cui
grado di civiltà è dato solo dal mercato.
Il danno maggiore prodotto dalla civiltà industriale,
cioè dai modelli occidentali, secondo Shiva, è stata l'equazione donna-natura e
la definizione di entrambe come passive, inerti, cioè materia prima da
manipolare.
A suo avviso invece “le donne sono le depositarie di
un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere
che la scienza moderna, maschilista e patriarcale, ha condannato a morte”.
Per il pensare “al maschile” della tradizione
occidentale, la cultura è altro dalla natura e dalla donna; gli uomini hanno
creato uno sviluppo “privo del principio femminile, conservativo, ed
ecologico”.
Altri libri di Shiva:
Il mondo sotto brevetto: il seme è
nelle mani delle grandi multinazionali, che attraverso la manipolazione
transgenica, seleziona sempre più i prodotti da coltivare, costringendo le
popolazioni a non essere più autosufficienti ed a comperare dalle multinazionale
i “semi” per i loro raccolti. Dietro a tutto questo vi è il WTO.
Le guerre dell’acqua: non c’è da
aspettare molti anni per capire che le future battaglie saranno per la conquista
dell’acqua; le nazioni che potranno possedere più acqua, potranno anche avere il
controllo sulle risorse alimentari. In alcune parti del mondo questi conflitti
sono già in corso, solo che sono mascherati da ragioni etnico – religiose. Anche
in questa situazione, si assiste alle manovre svolte dalle potenze industriali
occidentali, che sostengono i paesi che hanno maggior ricchezza di questo bene,
per garantirsi lo sfruttamento.
..
E’ MORTO TABUCCHI
"Sta' bene a sentire, Pereira ,disse Silva, tu credi
ancora nell'opinione pubblica? Ebbene,è un trucco che hanno inventato gli
inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con
questa idea dell'opinione pubblica ,noi non abbiamo mai avuto il loro sistema
politico ,non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade
unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi
comanda...il clima non favorisce le nostre idee politiche, laissez faire,
laissez passer ,è così che siamo fatti, e poi senti, ti dico una cosa.. sto
facendo un'edizione critica dei nostri trovatori ,non so se te ne ricordi
all'università, ebbene ,i giovani partivano per la guerra e le donne restavano a
casa a piangere ,e i trovatori raccoglievano i loro lamenti, comandava il re,
capisci?comandava il capo, e noi abbiamo sempre avuto bisogno di un capo, ancora
oggi abbiamo bisogno di un capo"
“Si sta facendo sempre più tardi“
E niente, sai, davvero niente basta,
nemmeno le ginestre che fioriscono
a maggio per chi sa vederle
e che io guardavo senza vedere,
come di solito facciamo tutti, fino a
cadere
nella nostalgia dell’irreversibile…
"Questo è il grande problema di coloro che sentono
troppo e capiscono troppo:che potremmo essere tante cose,ma la vita è una sola e
ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi
siamo".
"Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo
senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'iniziazione, a
lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver
vissuto".
"Come può essere presente la notte. Fatta solo di se
stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa
presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche
alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei
prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è
l'invalicabile presenza della notte".
Così Tabucchi scriveva di Berlusconi:
"La libertà di opinione in Italia esiste solo in
teoria. Nel senso che in teoria si è liberi di esprimere la propria opinione. Ma
in pratica il vero problema è: dove? B possiede la quasi totalità
dell’informazione cartacea e la totalità dell’informazione televisiva. Con ciò,
egli controlla tutti noi. Resterebbe solo la libera e pacifica manifestazione di
piazza; ma se i media di B si rifiutano di trasmetterla, oppure la falsificano,o
la ridicolizzano, come è già avvenuto, sarà come se non ci fosse stata, per
quanto imponente essa fosse. Si limiterà alla consapevolezza di 2 o 3 milioni di
cittadini, e in un paese di 60 milioni è come una goccia nell’oceano, resta un
romantico "tra noi".
“E non si dimentichi che B, alla vigilia della più
imponente manifestazione indetta dalla Cgil di Cofferati nel 2001,ha attribuito
la responsabilità dell’assassinio del professor Marco Biagi proprio alla Cgil, e
per proprietà transitiva ai 3 milioni di cittadini che manifestavano
pacificamente. In quell’occasione B si impadronì della Rai e rivolse un
messaggio alla nazione come se fosse il presidente della Repubblica. Il vero
presidente, nel frattempo, si era recato in visita privata alla famiglia del
professore assassinato. Non si devono dimenticare inoltre le parole di
"disapprovazione" (chiamo così delle parole che mi sono suonate allarmanti) del
ministro della Difesa all’indomani di una pacifica manifestazione. I ministri
della Difesa dispongono di carri armati, e ciò fa la differenza.
L’Italia è semplicemente un paese "occupato" da una
persona che ha concentrato un immenso potere nelle sue mani. B ha preso il
potere e farà di tutto per non lasciarlo più, perché ne va della sua
sopravvivenza. Certo che la repubblica è in pericolo. Del resto lo è sempre
stata, fin dalla nascita. È nata malata, basta leggere i resoconti della
commissione Stragi. Con B il cosiddetto "sommerso della repubblica" è
semplicemente venuto a galla".
.
“Confesso di nutrire scarsa fiducia nelle forme in
cui possa strutturarsi il centro-sinistra: la nuova strategia. Prima sarebbe
necessario cambiare gli strateghi, perché è ovvio che qualsiasi strategia
assomiglierà agli strateghi che la concepiscono. Ma abbiamo visto che gli
"strateghi" non hanno assolutamente intenzione di lasciare le leve di manovra,
neppure dopo le sconfitte più clamorose (il che è segno che hanno un concetto
curioso del ricambio democratico). Temo che per aspettare un cambio dovremo
attenderne la sparizione per raggiunti limiti di età vivibile; il che, se Dio me
la manda buona, significa praticamente aspettare la mia, visto che siamo della
stessa generazione, anno più anno meno.
E poi, l’attuale sinistra italiana, per avere un’identità che le manca, ha bisogno di Berlusconi. Come se il bianco, per definire se stesso, avesse bisogno di dire che non è nero. Quando per dire ciò che si è si dice che cosa non si è, significa che non si sa cosa si è. Non si può esistere in funzione di un avversario: avversario che peraltro la sinistra non vuole "demonizzare", perché se egli fosse sconfitto e sparisse la sinistra sarebbe costretta a guardare se stessa e a chiedersi: ma io chi sono? La democrazia odierna mostra evidenti ed allarmanti scricchiolii. Ma avete mai sentito la sinistra italiana che si sia messa a ridiscutere seriamente la democrazia? Intendo i concetti portanti della democrazia, ciò che ne è o dovrebbe essere l’essenza: i diritti dei cittadini, le libertà, la distribuzione del potere, la distribuzione dei beni materiali, il diritto al lavoro, il controllo sui singoli e sulle masse eccetera.
La sinistra sembra un piccolo gruppo di imprenditori interessati all’indice delle borse: gli unici problemi che la interessano sono la produzione, la competitività economica, come "far crescere il paese". "Far crescere il paese" è importante. Ma per chi? Per quali scopi? Per quale tipo di vita?”
E poi, l’attuale sinistra italiana, per avere un’identità che le manca, ha bisogno di Berlusconi. Come se il bianco, per definire se stesso, avesse bisogno di dire che non è nero. Quando per dire ciò che si è si dice che cosa non si è, significa che non si sa cosa si è. Non si può esistere in funzione di un avversario: avversario che peraltro la sinistra non vuole "demonizzare", perché se egli fosse sconfitto e sparisse la sinistra sarebbe costretta a guardare se stessa e a chiedersi: ma io chi sono? La democrazia odierna mostra evidenti ed allarmanti scricchiolii. Ma avete mai sentito la sinistra italiana che si sia messa a ridiscutere seriamente la democrazia? Intendo i concetti portanti della democrazia, ciò che ne è o dovrebbe essere l’essenza: i diritti dei cittadini, le libertà, la distribuzione del potere, la distribuzione dei beni materiali, il diritto al lavoro, il controllo sui singoli e sulle masse eccetera.
La sinistra sembra un piccolo gruppo di imprenditori interessati all’indice delle borse: gli unici problemi che la interessano sono la produzione, la competitività economica, come "far crescere il paese". "Far crescere il paese" è importante. Ma per chi? Per quali scopi? Per quale tipo di vita?”
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