venerdì 7 dicembre 2012

MASADA n° 1377 30/3/2012 IL VERGOGNOSO ATTACCO ALL’ARTICOLO 18



Licenziamenti liberi – Liberalizzare il mercato delle auto – L’arroganza dei tecnici- Il patrimonio di Gheddafi – La violenza sulle donne e i media – Perdite Unicredit , i fasti di Profumo –Il Keynes dimenticato – Monti, non si monti la testa! – In difesa degli statali – Tutto cambia – Vandana Shiva- E’ morto Tabucchi
Ippolita cita:
L’analfabeta politico
Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico
Egli non sente, non parla, né s’interessa
degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli
del pesce, della farina, dell’affitto
delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che
dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato, l’assaltante
e il peggiore di tutti i banditi
che è il politico imbroglione,
il mafioso, il corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertoldt Brecht
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DI PIETRO
“La luna di miele tra il governo e gli italiani è finita”, così Di Pietro ha commentato la pessima uscita di Monti, quando ha detto che lui ha il consenso degli italiani i partiti no.
“Questo è un Governo saccente e supponente, debole con i forti e prepotente con i deboli. Non può continuare a dire che le colpe dell'attuale situazione sono di Berlusconi. Berlusconi è l'inizio del male ma in questi 4 mesi il governo Monti ha saputo solo mettere nuove tasse e aumentare la divaricazione sociale. Monti è l'innaturale continuità con Berlusconi, sempre a danno dei più deboli". “Bisogna andare alle elezioni con una nuova legge elettorale perché il Porcellum ha portato a questo Parlamento che si é svenduto, ma non si può passare dalla padella alla brace. Che le forze politiche possano fare accordi dopo il voto, senza sottoscrivere un programma e i indicare un candidato premier può comportare che ognuno si vende al migliore offerente come nel mestiere più antico del mondo. Faremo un referendum per abrogare la vaccata che arriva dopo la porcata e lo faremo insieme anche sulla legge Gasparri sulla Rai e sull'articolo 18".
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DA SERVIZIO PUBBLICO
L'attacco a Monti e alla Fornero è stato duro e generale. Un Governo che si rispetti deve aver cura dei cittadini, non buttarli via, perché, se vuol fare questo, è meglio che se ne torni a casa.
Checché ne dica Monti, che non fa che elogiarsi come un pavone, dopo 4 mesi del suo Governo, è chiaro che esso non risponde ai cittadini, né al Parlamento né ai partiti, e allora a chi risponde? A questo punto è solo un potere autoritario autoreferenziale o diretto da forze esogene all'Italia e per interessi che non ci riguardano, ma allora non siamo più in democrazia; siamo ai "patrizi e plebei". I patrizi fanno i loro sporchi comodi e dei plebei se ne fregano. Questo ha detto la Bindi e concordiamo, anche se l'immagine che lei ci dà di un Bersani inflessibile non torna con la nostra (vd il suo sì succube alle pensioni), e anche se Ichino, che fino a prova contraria è l'economista di riferimento del Pd, con la sua proposta di flexsecurity stride con i suoi iniziali contratti a tempo indeterminato per tutti. Da Santoro lo abbiamo sentito parlare in modo equivoco del gap tra lavoratori protetti e non, per cui, per far pari, si dovrebbe togliere diritti anche a chi ne ha, abolendo l'art.18. Ichino chiama 'equità' questo allineamento al basso, annullando la tutela dell'art.18 per tutti i licenziamenti discriminatori o di rappresaglia per cui resterebbe il reintegro giudiziale, mentre per tutti gli altri ci sarebbe una indennità economica pari a un tot mesi di anzianità, che lui dice superiori a quelli tedeschi.
A Ichino si obietta che qualunque licenziamento arbitrario e iniquo sarebbe mascherato con motivi economici e il danno allo Statuto del lavoro e ai sindacati sarebbe immenso. I lavoratori vivrebbero sotto una costante spada di Damocle, soggetti ad ogni sorta di ricatto e ingiunzione. Senza contare che si aprirebbero migliaia di cause giudiziarie mandando in tilt i tribunali del lavoro e con una tale lentezza nelle cause da essere essa stessa disincentivo per gli investimenti.
Se c'è un gap tra chi i diritti li ha e chi non li ha, Ichino non può venirci a raccontare che si fa giustizia azzerando i diritti di tutti. Ma che equità sarebbe questa? E come si fa a dire che il Pd difende gli operai quando il suo economista di riferimento li svende in questo modo? Ma di che 'equità' stiamo parlando? Questo è abuso di termini e un uso orwelliano degli stessi. E' truffa ideologica!
Bersani poi se ne esce dicendo: "State attenti che nel paese c'è una tale tensione che ci possono essere cazzotti per tutti, tecnici e politici!" Verissimo! Ma come si concilia poi questo allarmismo con un Napolitano che finge di essere sulla Luna e le 'esasperazioni' nemmeno le vede? Hanno sbagliato e ora devono difendere i loro errori? O tengono i piedi in due staffe e dei lavoratori ormai se ne fregano?
Mi risuonano ancora nelle orecchie le urla di quell'operaio che sventolava la sua busta paga da 810 euro e gridava:"ASSASSINI! PENSATE SOLO A VOI STESSI! SIETE DELLE MERDE! ASSASSINI!" Napolitano! Non è esasperazione questa?
Come può la Fornero venirci a trattare da idioti, dicendoci che vuol credere che i padroni non se ne approfitteranno? Con che faccia dice questo dopo quanto Marchionne ha fatto in Fiat? E dopo che Monti è anche andato pure a rallegrarsi con lui?
Sono 4 mesi che non fanno che tagliare futuro e sopravvivenza a chi ha meno, senza toccare un euro a chi ha di più e senza tagliare gli abusi e i privilegi di ricchi e politici, e nemmeno dopo 4 mesi questi GRANDI docenti sono in grado di dirci come si costruisce un solo posto di lavoro! Sanno solo come si distruggono migliaia di posti di lavoro. Ma non ne hanno costruito uno!
L'Europa è dominata da governi di dx ma questi governi di dx, con l'appoggio di Obama, del Fm e della BM, non fanno che portare l'Europa stessa alla rovina, continuando a sostenere quella finanziarizzazione dell'economia e quel sistema bancario rivolti solo alla speculazione di una Borsa altrettanto deregolata, che sono le cause stesse della crisi!
Se i padroni potranno licenziare chi vogliono, faranno fuori gli indesiderati, gli scomodi, chi non si piega a qualsiasi cosa, chi richiede l'applicazione dei sistemi di sicurezza, chi non accetta ogni intimidazione, chi è iscritto a un certo sindacato (già ora si stanno facendo fuori gli iscritti alla FIOM, e non è discriminazione questa? Perché la discriminazione dovrebbe essere solo per colore della pelle o religione o gusti sessuali? Se licenzio uno perché è iscritto alla FIOM, questa è discriminazione bella e buona!).
La rabbia in giro è già tanta che troppi urlano che non andranno più a votare. I partiti sono ormai sotto un generale discredito che aumenta ogni giorno di più, ma di questo loro se ne fanno un baffo, perché non c'è un numero legale che, sopra un tot di non votanti, invalidi i risultati, come avviene per i referendum, per cui l'unica attenzione è sempre stata quella di non applicarli, non quella di rispettarli.
La miseria nel paese aumenta. Aumenta il malessere sociale. Nelle fabbriche il clima è pesante e ne va di mezzo pericolosamente la pace di tutti. Costoro cianciano di cose che non conoscono. Come fa un parlamentare che prende 24.000 euro al mese a capire una famiglia che con quella cifra lorda ci deve campare un anno? Vivono in un altro mondo!
Hanno messo a tiro 3 colpi spaventosi: brusco allungamento delle pensioni + scomparsa degli ammortizzatori sociali + annientamento dell'articolo 18. E' una bomba che esplode. Un disastro sociale! E questo a fronte di caste che sono rimaste intoccate! E' spaventosamente iniquo! E ce lo vendono pure come "equità"! Questo si chiama prendere in giro la gente! E il Pd non può votare di tutto e poi venirci a dire che sta dalla parte di chi lavora o dei pensionati! E' una bugia grossa come una casa!
Il problema non è che non si licenzia abbastanza. Il problema è che non c'è lavoro! Ma non è stato preso un solo provvedimento per aumentarlo!
Un Governo sano cerca di aumentare il lavoro, non di aumentare i licenziamenti!
Monti e la Fornero non ci prendano in giro come dei menomati mentali sbandierando notizie false! Dal 2007 al 2011, su 31.00 cause di lavoro,ci sono stati solo 300 reintegri! Non più di 60 l'anno! 51 l'anno scorso!
E non ci raccontino balle sul fatto che in Europa l'art.18 non esiste! Ci sono leggi che si chiamano in altro modo, ma se guardiamo l'indice di flessibilità, che misura la frequenza con la quale un universo di lavoratori cambia occupazione all'interno di un certo tempo, si vede che è più facile licenziare in Italia che da altre parti. Da noi questo indice è dell'1,77, negli Stati uniti è lo 0,17, in Germania è 3, cioè il doppio che in Italia.
E' ASSOLUTAMENTE FALSO che in Italia non si può licenziare. Anzi, secondo gli indici OCSE liberarsi di un dipendente è molto più facile per un imprenditore italiano che per un ungherese,un ceco o un polacco. Con un indice di flessibilità di 1,77(per i lavoratori a tempo indeterminato) l'Italia è al di sotto della media mondiale (2,11
In cima alla classifica, nei paesi in cui licenziare è PIU' DIFFICILE ci sono, guarda caso, la GERMANIA (indice 3) e i paesi del Nord Europa.
E' FALSO che il tanto decantato modello tedesco garantisca una maggiore libertà di licenziare. In Germania la legge di tutela nei confronti dei licenziamenti individuali risale al 1951 ed è imperniata su criteri molto simili a quelli italiani. Il licenziamento deve essere giustificato o da ragioni di tipo soggettivo(inerenti alla persona ero al comportamento del lavoratore) o da ragioni di tipo economico (legate a modificazioni aziendali che comportano la soppressione di un certo posto di lavoro). In ogni caso la legge concepisce il licenziamento come una misura estrema e impone al datore di lavoro di consultare prima il consiglio d'azienda. Se esso si oppone al licenziamento, il lavoratore ha diritto di mantenere il posto di lavoro sino alla fine della controversia giudiziaria. La sanzione primaria nei confronti dei licenziamento privo di giustificato motivo è il reintegro.
In Germania, dal 1985, la Corte Federale del lavoro ha mutato giurisprudenza, chiarendo che, appena il giudice di 1° grado dichiara che il licenziamento è illegittimo, non si aspetta il grado successivo ma lo si reintegra. E questa legge si applica a tutti i lavoratori con anzianità di servizio di almeno 6 mesi ed a tutte le imprese che superino la soglia dei 5 addetti. E anche il licenziamento per motivi economici ha limiti ben precisi e non può mai essere l’arbitrio del padrone. Per es. non si può licenziare facilmente i lavoratori più anziani o quelli con gravi motivi di salute.
Non ci prenda in giro Bersani! Molti nel suo partito e per primo Ichino non fanno che ripetere come un mantra che l’art. 18 debba essere cancellato perché sarebbe di ostacolo agli investimenti stranieri, il che è una emerita fesseria! Non si capirebbe altrimenti perché gli investitori stranieri investano volentieri in Germania! Ma non si capisce nemmeno perché più licenziamenti potrebbero produrre maggiori assunzioni. La realtà è che la Germania attrae investimenti perché la sua maggiore produttività dipende dal fatto che le imprese hanno sempre investito molto in innovazione, tecnologia e formazione. Il capitalismo italiano è stato inetto e cialtrone, parassitario dallo Stato, e ha sempre evitato di rischiare in proprio preferendo far pagare gli altri. La Fiat ce lo fa vedere bene! E la Gelmini ha distrutto scuola e ricerca. Ma allora perché Monti dice di apprezzare proprio Marchionne e la Gelmini?
Landini chiede: “Monti dove ci sta portando? Penso che non stia intervenendo sulle ragioni che hanno prodotto la crisi. Monti dovrebbe andare in Europa a discutere sul sistema della Borsa e della banca e su quelle speculazioni finanziarie che stanno distruggendo l’economia! Le cause della crisi stanno là. Hanno forse prodotto la crisi i pensionati o gli operai? Hanno forse prodotto la crisi le classi medie e basse? Com’è possibile che Finmeccanica che è per il 30% dello Stato dica di chiudere? Non si fanno più treni? Perché Finmeccanica vuol produrre solo nel settore militare?
Cosa pensa di fare questo Governo per dare posti di lavoro? E come può prendere solo una piccola cosa di un paese e paragonarlo all’Italia, quando poi tutto il resto è diverso? Se il contesto è diverso, che senso ha importare solo una legge dai paesi del nord o dalla Germania? L’Italia ha imprese che sono rilassate da decenni senza mai fare investimenti e sono galleggiate con gli aiuti di Stato. Si pensi alla Fiat e a quanto poco abbia innovato. Come si può far pagare questi errori oggi agli operai liberalizzando i licenziamenti? Non solo è sbagliato, ma non serve a nulla!”
Il problema della cancellazione dell’art. 18 non è economico. E’ politico! Rientra nel costante tentativo della dx di annientare i diritti del lavoro e distruggere i sindacati per un avanzamento ignobile del padronato che vuole avere mano libera su tutto (e non mi si venga a dire che Landini è da rifiutare perché è comunista! E allora chi li difende i diritti dei lavoratori? La dx? Angeletti o Bonanni? E’ chiaro che se qualcuno si mette dalla parte di chi il potere economico non ce l’ha non può essere di dx. Ma qui la cosa gravissima è che contro i lavoratori intende starci, con mosse ambigue e menzognere, proprio il Pd, che dovrebbe essere quello che i diritti dei lavoratori li difende. Il problema è che, se Bersani fosse inflessibile come la Bindi dice, questo abominio non passerebbe, Monti o non Monti. Perché invece assistiamo a questo teatrino dei voti che smentiscono ogni dichiarazione, come se il Parlamento fosse diventato di colpo una intera palude di iperliberisti assatanati anche nel Pd?
La Fornero, dice Landini, sarà anche una delle maggiori esperte di lavoro del paese, ma come mai finge di ignorare che il 94% del Pil italiano è dato da piccole e medie imprese e che oggi questi piccoli e medi imprenditori sono in sofferenza esattamente come gli operai e stanno dalla loro parte, perché anche loro a rischio di fallimento, senza che si veda un solo provvedimento serio in loro aiuto? Possibile che tutti i piccoli imprenditori siano pazzi? Che tutti i lavoratori siano pazzi? E che solo la Fornero capisca tutto? E come mai la riforma non tocca gli statali? Come mai Monti finge di non vedere che gli investitori non verranno mai in Italia sapendo che il gettito fiscale sarà del 70%, il più alto d’Europa! E Monti intende aumentare ancora benzina, Irpef e tasse!!? Chi dovrebbe investire non vede l’art.18, che non ha mai impedito i licenziamenti dei soggetti che non lavorano, ma vede benissimo la corruzione altissima, gli appalti dati solo agli amici, le tangenti, i processi infiniti, il fisco più alto d’Europa, gli iter burocratici che ti ammazzano, le mafie, le banche che non danno credito, il falso in bilancio depenalizzato... Questo vede, altro che l’art.18! Ma cosa fa il Governo sui veri motivi del disinvestimento? Nulla! Fa il braccio di ferro sull’art. 18 e Monti ricatta i partiti in modo arrogante dicendo: “O fate questo o me ne vado!” E almeno le sue ricette fossero servite a far calare lo spread o a migliorare il paese! Il paese è in una recessione crescente. E lo spread si muove per speculazioni che proprio se ne fregano dei tagli e delle sofferenze di pensionati o lavoratori! E che i partiti avvallino anche queste infamità è vergognoso! Mi meraviglio per Ichino che non si comporta diversamente da un Aldo Forbice che difende il nucleare. Nessuno interviene sulla cause della crisi, sulla finanziarizzazione sregolata dell’economia. Tutti vogliono intervenire demonizzando le sue vittime. E questo è folle!
Contro la superbia di Monti che millanta un consenso che non ha, l’84% di chi risponde al sondaggio lo boccia impietosamente. Sarebbe questo il suo consenso? Ma di cosa parlano i giornali? Sembra di rivedere le sceneggiate di Berlusconi che , a sentire i sondaggi, navigava sul 67% di consenso anche prima di cadere!
Se si voleva far cassa, ha detto de Magistris, si poteva tagliare i cacciabombardieri, tassare i grandi patrimoni, colpire i fondi neri all’estero,vendere le frequenze, eliminare le Province, tagliare il carrozzone statale, ritirare le missioni militari... E non ci sarebbe stato bisogno di imporre sacrifici a pensionati e lavoratori!
Quello che accade è gravissimo. “Se la democrazia scompare dalle fabbriche, scompare dal paese - dice de Magistris - Questo Governo non tecnico, è politico. Ed è pure peggio del Governo di Berlusconi, ma Berlusconi ormai era fallito e impresentabile, non poteva più viaggiare per l’Europa, era schifato da tutti. Monti ha una immagine internazionale migliore, sa vendersi meglio. Ma le politiche liberiste sono le stesse e anche peggio! Ma la corruzione, il degrado sociale, la decadenza della politica non possono essere pagati dai lavoratori!”
Landini: “Io vedo a rischio la tenuta democratica di questo paese. L’art.18 non riguarda solo i lavoratori, riguarda la democrazia! Se io ero precario sotto B e sono precario sotto Monti, per me non c’è nessuna differenza. Se io pensionato non arrivavo alla terza settimana sotto Berlusconi e non arrivo alla terza settimana sotto Monti, per me non c’è nessuna differenza. Di cosa si gloria Monti? Tutti dicono che la riforma delle pensioni non va bene. E allora perché l’80% del Parlamento l’ha votata. Il Pd dice che la riforma delle pensioni è iniqua. E allora perché il Pd l’ha votata? Senza i suoi voti non sarebbe passata. Perché Berlusconi fa i suoi interessi, i farmacisti fanno i loro interessi, i bancari, i possessori di grandi patrimoni, chi si arricchisce col monopolio delle frequenze, la Chiesa, chi ha fondi neri all’estero fanno i loro interessi, e invece pensionati e lavoratori non trovano nessuno che ne difende la sopravvivenza?
O la politica torna a rappresentare le sua classi di riferimento o è finita!
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Marchionne è stato condannato 5 volte per comportamento antisindacale, come mai dal Parlamento non si è alzata una sola voce contro di lui? E abbiamo visto i vari D’Alema e Fassino e Monti fare a gara a elogiarlo? E come mai partiti che dovrebbero essere avversi si mettono d’accordo oggi nascostamente per farla in barba al popolo e chiedere un mandato in carta bianca senza che chi vota sappia con chi starà il tale partito o chi sceglierà come leader? (a questi accordo dopo voto il 93% del sondaggio dice decisamente di no)
Ci stanno mentendo. Sanno benissimo che in Germania le leggi sui licenziamenti sono più rigide delle nostre eppure là si investe lo stesso. Ci ingannano. E come mai l’Europa sulla rigidità dei licenziamenti tedeschi non avrebbe niente da dire? E come mai Monti finge di dimenticare troppi punti della famosa lettera della Bce? Dov’è finita l’abolizione richiesta delle Province? E il divieto alle doppie cariche’ Cosa dovrebbe dire l’Europa del presidente dell’INPS Mastrapasqua che di cariche ne assomma 25? Come mai la Fornero finge di non sapere che dei 31.000 licenziati che hanno fatto ricorso, ne sono stati reintegrati solo 300? Cos’è? Una improvvisa amnesia? E se l’articolo 18 non ha mai frenato i licenziamenti e incide così poco sull’occupazione, come mai Monti ci gioca sopra addirittura la sua permanenza al governo?
La Fornero, con grande eleganza verbale, ha dichiarato che la ‘paccata’ di miliardi non la vedremo se non cediamo sull’art. 18. Ma dove sta questa paccata di miliardi? Ci l’ha mai vista? Farà la fine degli ammortizzatori, che prima c’erano, poi, oplà, spariti! Avuta la grazia, gabbato lu santu O forse quella paccata di miliardi inesistenti li vorrebbe investire tutti sulla Tav per Lione che poi solo Dio sa cosa ci vada a fare uno a Lione!
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TE LE DO IO LE LIBERALIZZAZIONI
Bruno Pirozzi
Il mercato dell'auto è in profondo rosso non solo per l'aumento dei costi del carburante ma per tutta una serie di iter burocratici e balzelli economici che ne impediscono il libero scambio.
In Germania, quando vendi un’auto, è compreso anche il costo della tassa che sgrava l'acquirente e hai diritto ad un rimborso della tassa pagata se la rottami.
Cosa accadrebbe se si abolissero del tutto i costi dei passaggi di proprietà e la tassa di possesso si ritrasformasse in tassa di circolazione?
Perché lo Stato deve pretendere maggiori introiti all'aumentare del numero dei cavalli? E' come affermare che il più ricco deve possedere un’auto più potente perché può permetterselo creando le solite discriminazioni in base alla tasca.
Inoltre perché l'assicurazione RCA segue la stessa strada?
Perché devo pagare un premio assicurativo maggiore per un’auto di cilindrata superiore se quell'auto è anche più sicura e quindi ha meno probabilità di incorrere in incidenti?
C'è un mercato dell'usato soprasaturo con auto di pochi anni invendute.
Caro governo tecnico, liberalizziamo il mercato dell'auto, si rinunci alla tassa di possesso e si faccia in modo di liberalizzare i passaggi di proprietà con una spesa minima per l'acquirente e vedrete come si muove la giostra che avete fermato.
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Il mondo alla rovescia
VV

Abbiamo un Ministro del Lavoro che vuole rendere il lavoro pieno di ansia e precarietà per sfruttare meglio i lavoratori e portarli al livello di schiavi.
Abbiamo un Ministro dell'Ambiente che odia l'Ambiente e delira su Tav in val di Susa, centrali nucleari e Ponte di Messina.
Abbiamo un Ministro dello Sviluppo che pensa solo al proprio sviluppo e rischia di diventare un secondo Berlusconi.
Abbiamo un Presidente del Consiglio che pensa solo ad arricchire le banche, a conservare il potere delle lobbie e a mantenere i patrimoni dei più ricchi e i privilegi della Casta politica e a garantire l'interesse di gruppi finanziari che niente hanno a che fare con l'Italia.
Infine abbiamo il Capo di una Religione che contro i misfatti di costoro non trova da dire nemmeno una parola.
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Don Aldo Antonelli
“Sutor non ultra crepitam”! “Calzolaio non andare oltre la scarpa!”
Mi è tornata in mente questa citazione dl Plinio, nell’ascoltare le esternazioni di Monti in Giappone a proposito dei “Tecnici” e della “Politica”. Non fare il passo più lungo della gamba! Non sentenziare su ciò che non ti compete! Sei un tecnico? E fai il tecnico…!
Ma pensate voi che esista una tecnica che sia neutrale e che non sia funzionale a un progetto di economia o di società? Credete voi che possano esistere scelte “neutre” e indifferenti ai fini del “vivere”, dell’ “operare” e del “sentire” degli uomini e delle donne nella concretezza della vita di ogni giorno?
Se anche così fosse, la stessa tecnica diventerebbe “ideologica” e modificherebbe anche a livello antropologico, l’uomo. Scrive Galimberti: “Si ha l'impressione che, nella nostra epoca, la tecnica non sia più uno strumento nella mani dell'uomo, ma, nel governo del mondo, abbia preso il posto dell'uomo, riducendo quest'ultimo a semplice funzionario, quando non a semplice ingranaggio dell'apparato da essa dispiegato". E Giannino Piana, gli fa eco: "Laddove la tecnica diventa il valore preponderante, ad attanagliare le coscienze è una sorta di volontà di potenza, che ha i caratteri di un vero e proprio pregiudizio ideologico, per il quale l'unico obiettivo è la trasformazione della natura e della società secondo un modello di mera funzionalità". E Pannikar: “Una delle caratteristiche più insidiose della tecnologia è quella di presentarsi come un fatto compiuto, dichiarandosi poi indispensabile per risolvere i problemi che ha suscitato".
E quindi a Monti gridiamo a squarciagola: “Sutor non ultra crepitam”!
Perché la neutralità favorisce sempre l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato".
LA SEMPLICITA’ DI MAURIZIO LANDINI
Viviana Vivarelli
Le pagine più belle scritte sulla Terra non sono quelle dei sofisti e degli oratori, degli avvocati o dei politici, ma di chi conosce bene ciò di cui parla e parla di ciò che gli sta a cuore, avendo per scopo il bene degli altri o il sapere degli altri. La teoria della relatività di Einstein è semplice. Il Discorso sul metodo di Cartesio è chiaro. Il Vangelo è minimale. Le frasi di Gandhi sono comprensibili a chiunque.
E quando Maurizio Landini parla non si parla addosso in modo autoreferenziale come fa l’avvocaticchio del Parlamento o il contorto voltagabbana o l’insinuante emissario delle banche. Parla del lavoro che conosce, parla dei compagni lavoratori che rispetta, parla dei valori che difende. Non cerca effetti speciali, non racconta barzellette, non spara cazzate pubblicitarie o propagandistiche, non cerca di fregare la gente o massimarsi la ricchezza o rispondere a un padrone. Dice pane al pane.
In questa epoca di cavillosi accademici o di aridi comizianti, vederlo e sentirlo parlare è come respirare un’aria più pulita.
C’è una tale onestà e semplicità in quest’uomo che ringraziamo ogni giorno Iddio che sia nato italiano.
Possiamo persino sognare un giorno in cui avremo un Parlamento formato da gente del popolo, che dice pane al pane, che ha una sola parola e che dà rispetto all’uomo
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REPORT SULLE PENSIONI
Un’altra persona che stimo in Italia è Milena Gabanelli.
Se vi siete persi la sua puntata di Report sulle pensioni del 25 marzo, leggetela.
Con la riforma Fornero, dal 1° gennaio la pensione sarà definitivamente calcolata con il sistema contributivo. La Fornero, che si propaganda e si elogia come fa Monti, l’ha presentata come il sistema più equo e giusto per tutte le generazioni. Persino Berlusconi impallidisce di fronte agli autoelogi spocchiosi che questa gente si fa con vera faccia di tolla. La tanto autoelogiata riforma delle pensioni è stata purtroppo un atto gravissimo di iniquità e cialtronaggine. La Fornero si è permessa di penalizzare l’Italia imponendole il più grave allungamento dell’età pensionabile d’Europa, qualcosa che nessun governo si permetterebbe mai e con tanta urgenza. E tutto è stato così abborracciato che come 1° effetto coloro che (mobilitati e esodati) avevano accettato di lasciare prima il posto nelle loro aziende in crisi con la garanzia della pensione al compimento del 40° anno di età lavorativa: resteranno dai 2 ai 10 anni senza pensione e senza lavoro. La Fornero con grande leggerezza ne aveva contati 65.000. Sono 350.000! Inutile dire che sono 350.000 incazzati! Ma Napolitano ha la faccia di aggiungere che “Non vede esasperazione nel paese!” Cosa invoca? Che qualcuno si metta a sparare? Già 2 persone si sono date fuoco e da nord a sud l’Italia ribolle ma il bell’addormentato si racconta che tutto va bene!!
Chi ha cambiato datore di lavoro, passando dal pubblico al privato, dovrà ricongiungere i contributi se vuole la pensione piena. La ricongiunzione verso l’Inps, che è sempre stata gratuita (perché peggiorativa), ora è onerosa: devi ripagare i contributi due volte. E’ questa l’equità? C’è chi si è visto arrivare conti che arrivano fino a 300.000 €, a fronte di stipendi da 2000 € lordi. Per i giovani è anche peggio. Chi apre una partita iva, il 1° anno di lavoro paga il 28% all’Inps, più l’anticipo per l’anno dopo. Se incassa 11.000 € ne pagherà 4000 solo di contributi. Col risultato poi che la sua pensione non supererà quella sociale. E’ questo il sistema più equo e giusto per tutte le generazioni?
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Maria Pia Caporuscio
Ogni volta che si dice la verità si viene subito accusati di fare demagogia. Odio questa parola quanto odio chi la pronuncia. Se Pertini o Berlinguer potessero sentire cosa questi tecnici vogliono fare dei diritti dei lavoratori, credo senza ombra di dubbio, che sarebbero essi stessi a guidare la popolazione alla rivolta civile. Non è possibile che siano le banche a dettare legge agli uomini. Non è possibile che un governo debba eseguire gli ordini delle banche mondiali e degli industriali. Non è possibile continuare a mantenere in vita un governo che non governa ma esegue gli ordini della BCE. Oltretutto questi tecnici osano parlare di comportamento equo prendendoci per idioti, visto che si sono avventati contro i lavoratori con gli schiacciasassi, mentre i responsabili del disastro in cui ci troviamo, continuano indisturbati a depredarci. Equità per questi tecnici significa che chi è ricco deve esserlo sempre più e chi è povero deve diventare un barbone. Questa è la civiltà che hanno studiato alla Bocconi, è questa la giustizia secondo il loro dio: il mercato!
Non è possibile che gli uomini debbano essere schiavi del mercato, come non è possibile che il governo di un paese debba obbedire a due padroni le banche e il mercato, dimenticando i veri padroni: I lavoratori che lavorando e pagando tasse assurde per mantenerli, debbano umiliarsi ed elemosinarlo anche un lavoro privo di ogni tutela e sottopagato per arricchire sempre più questa classe dirigente senza scrupoli e senza dignità, capaci di mentire spudoratamente e senza vergogna nel definirsi equi.
Sprecano il tempo per cancellare l'art.18, la sola tutela rimasta a questa massa di disgraziati e non gli passa nemmeno per la mente di come questi poveri cristi fanno a sfamarsi con quelle briciole che cadono dalla loro tavola imbandita.
Mi auguro un ribaltamento e vedere loro lavorare come schiavi per mille euro al mese, quando adesso pontificano sulla pelle di altri, guadagnandone cinquantamila al mese, se bastano!
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IL PATRIMONIO DI GHEDDAFI
Dicono che il patrimonio di Gheddafi sia immenso. Gheddafi aveva un miliardo solo in Italia. Questi soldi dovrebbero andare in risarcimenti alle famiglie delle 20.000 vittime prodotte dalla perversione di Gheddafi, e sarebbero il modo migliore per rialzare la Libia e chiudere gli espatri dei disperati. Anzi si potrebbe arricchire tutti i Libici, visto che sono solo 6 milioni di persone e questo enorme tesoro potrebbe fare della Libia la Svizzera del Mediterraneo.
Secondo il The Telegraph,la famiglia del ras avrebbe una liquidità pari a 23 miliardi di €, esclusi i vari beni immobili acquistati a Londra.
La Procura di Parigi ha condotto un’inchiesta per localizzare eventuali beni in Francia appartenenti ai Gheddafi, le cifre arriverebbero ad 87 miliardi di € accumulati in 30 anni, corrispondenti ad un terzo dei 450 miliardi di dollari guadagnati con il petrolio e con il gas.
Negli Stati Uniti ogni banca americana possiede dai 400 ai 500 milioni di dollari appartenenti alla Libia. Il patrimonio è nascosto in ogni parte del mondo, persino nel Sud-Est asiatico e nei Paesi del Golfo.
Inoltre, Gheddafi aveva importanti interessi nelle telecomunicazioni, infrastrutture, catene alberghiere, mass media e nella distribuzione.
Oltre al petrolio, controllava gran parte delle holdings in Libia, petrolio, stampa, catene di negozi di abbigliamento, telecomunicazioni, nonché il franchising locale della Coca Cola.
Un patrimonio spaventoso, il cui ammontare supera di gran lunga il Pil libico e che dovrebbe andare tutto in risarcimento a questo disgraziato paese.
Credete che le banche lo molleranno facilmente?
Pensate al tesoro dei Romanoff, depositato nella banca d'Inghilterra, o ai depositi lasciati nelle banche svizzere dalle vittime dell'Olocausto o al fantomatico tesoro di Hitler sempre in Svizzera e mai confessato. Quando una banca mette le mani su un tesoro, è difficile che lo molli. E i popoli possono andare a farsi benedire. In tutte le rivoluzioni c'è chi va a morire e chi va a far cassa. Così il tesoro di Gheddafi ingrassa qualche banca del mondo mentre i libici continuano a morire di fame e di miseria e il paese non si rialza.
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LA VIOLENZA SULLE DONNE E I MEDIA
Una donna italiana viene uccisa ogni due giorni dal suo compagno. Sono state 42 dall’inizio dell’anno. Eppure ci sono ancora giornali machisti che ridicolizzano la tragedia. Il Fatto Quotidiano (che ha cominciato ad avere un po’ troppe cadute di stile) pubblica un vergognoso articolo di Massimo Fini(in genere persona intelligente)che non ha di meglio da fare che dare la colpa alle vittime:"troppo spesso le ragazze di oggi si comportano da 'vispe terese '- scrive- Citerò il caso,di qualche anno fa,di tre donzelle che, sulle montagne di Abruzzo,passarono tutte sculettanti davanti a un pastore di pecore macedone che,non sapendo né leggere né scrivere, ma riconoscendo solo i propri istinti,le inchiappettò"
Non è la prima volta che Fini ha queste sortite discutibili e in passato il direttore Gomez ebbe a scrivere: "Ma vale sempre la pena di leggerlo per ribellarsi e dirgli fatti alla mano che ha sbagliato”. Davvero edificante! E se questo è il comportamento dei migliori, figuriamoci gli altri! Fatto sta che sui blog o nella vita mettere le donne alla gogna e ridicolizzare le vittime sembra essere uno sport bipartisan,che unisce fieri rivoluzionari di sx a cafoni squadristi di dx con lo stesso ardore becero e demenziale. Non è di meno il Corriere, che riporta una lettera sessista dicendo che "pubblicare non significa condividere".
Più tardi Massimo Fini ha presentato delle sbrigative scuse, ma possiamo scommetterci che ci ricascherà. Il sessismo non è meno radicato e meno esecrabile del razzismo, un modo rapido e disinvolto con cui ci si può credere superiori a qualcun altro dimostrando solo la propria irrecuperabile barbarie. E che, insieme all'omofobia, sia figlio difeso della Chiesa cattolica non fa meraviglia, a prova di quanto questa istituzione machista e meschina tenga nella miseria morale questa società.
Il Papa da Castro ha invocato la libertà per Cuba. Se avesse invocato un maggior rispetto umano da parte della sua Chiesa sarebbe stato meglio!
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PERDITE UNICREDIT
Ieri sono stati pubblicati vari bilanci societari relativi all'anno 2011.
Tra questi ha fatto clamore il risultato della banca Unicredit: oltre 9 miliardi di euro di perdita!
Sì, avete letto bene, quasi 18.000 miliardi di vecchie lire di rosso. E' il record storico negativo della società.
Far perdere così tanto ad una banca non è semplice, ma bisogna veramente impegnarsi a fondo in una mala gestione che normalmente vedrebbe i soci costretti a cacciare l'Amministratore Delegato.
Perché una società con questo risultato avrebbe, tra l'altro, immediatamente revocati gli affidamenti di tutto il sistema creditizio, proprio come Unicredit usa fare con la sua pregiata clientela di fronte ad un bilancio in profondo rosso.
E infatti l'AD storico di Unicredit, che guadagnava oltre 6 milioni di eurini all'anno, non c'è più.
Alessandro Profumo, tra l'altro è oggi pure indagato per frode fiscale e, come conseguenza, alla sua banca la Finanza ha sequestrato quasi 250 milioni di euro.
E' ovvio che sul dato economico 2011 di Unicredit pesi quanto fatto dal suo ex amministratore delegato.
Voi mi chiederete dove è il problema. Eccolo. Quando Profumo se ne è andato, a fine 2010, ha portato a casa una liquidazione di 40 milioni di euro. Ma non è finita lì.
Perché in Italia certe persone si riciclano sempre, indipendentemente dai risultati, proprio grazie a raccomandazioni importanti dalle stanze del potere servito per tanti anni. E infatti guardate dove è finito l'esimio Alessandro Profumo.
Dal 2011 è uno degli azionisti di Linkiesta spa, la società editoriale che pubblica il quotidiano online Linkiesta. Nel marzo 2011 Profumo viene cooptato nel consiglio di sorveglianza della banca russa Sberbank. Dal maggio 2011 Profumo fa parte del consiglio di amministrazione di Eni. Il 18 marzo 2012 la Fondazione MPS, azionista di maggioranza della Banca Monte dei Paschi di Siena, lo ha indicato alla banca stessa come futuro presidente.
W l'Italia!
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IL KEYNES DIMENTICATO
Nel libro ‘La crisi, Keynes,la decrescita‘ Giorgio Lunghini cita il Keynes dimenticato
(dal Manifesto).
Proibire la guerra e ogni spesa militare, cambiare radicalmente stile di vita, evitare sprechi energetici, rinunciare a prodotti inutili. Potete non crederci ma tutto questo è keynesiano.
Il Manifesto pubblica spesso articoli contro la crisi che evocano l'ambiente e i beni comuni e invocano la decrescita. Si crede che siano contro Keynes, mentre Keynes ha detto cose diverse e non è il Keynes bastardo o criminale che ci presenta il capitalismo, forse perché il capitalismo non vuole essere migliorato,o,come diceva Kalecki: «Ogni allargamento dell'attività economica dello Stato è visto con sospetto dai capitalisti che si oppongono ferocemente a far crescere l'occupazione tramite spese statali. Nel libero mercato il livello dell'occupazione dipende in larga misura dall'atmosfera di fiducia. Quando questa si deteriora, gli investimenti si riducono facendo calare produzione e occupazione (e si riducono i redditi e dunque i consumi e gli investimenti). Ma questo assicura ai capitalisti un controllo automatico sulla politica di governo (dunque ogni crisi si traduce in un aumento di potere del grande capitale su politici e popoli). Il governo deve evitare tutto quello che può turbare l'"atmosfera di fiducia", in quanto ciò può produrre una crisi economica che danneggia il capitale. Ma se il governo fa crescere l'occupazione con la spesa pubblica, ecco che si indebolisce. Per cui lo stesso deficit di bilancio è uno strumento auitoritario. E ogni tentativo di risanare solo la finanza (come l'attuale che dell'occupazione se ne frega) si traduce in maggior potere del capitale”.
Luigi Einaudi pensava che Keynes fosse un bolscevico e nessuno dice che Keynes si occupava anche dell’ambiente, tema che il capitalismo proprio ignora (basti vedere come parla il ministro Clio o cosa hanno sempre fatto gli USA).
Keynes scrive: «Il secolo XIX aveva esagerato sino alla stravaganza il criterio del tornaconto finanziario quale segno che rende opportuna un'azione. Tutta la condotta della vita si riduce alla parodia dell'incubo di un contabile. Invece di usare le moltiplicate riserve materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, (i capitalisti) costruirono dei sobborghi di catapecchie pensando che "rendevano", mentre la città delle meraviglie sarebbe stata una folle stravaganza che, per esprimerci nell'idioma imbecille della moda finanziaria, avrebbe "ipotecato il futuro". La stessa regola autodistruttiva del calcolo finanziario li fa distruggere l'ambiente perché le bellezze della natura che non si possono privatizzare non hanno alcun valore economico. Probabilmente saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo» .
Si può superare la contraddizione tra capitalismo e natura? Georgescu-Rögen dice che il processo produttivo è soggetto alle leggi della termodinamica(dissipazione irreversibile).
Non si può proporre una rinuncia completa alle comodità moderne ma si può fare un programma minimale:
-Proibire non solo la guerra ma anche la produzione di qualsiasi arma(lo diceva già Gandhi)
-Impiegare le forze produttive così liberate per portare i paesi agli standard di una vita buona in cui tutti siano alla pari,riconoscendo l'urgenza di un cambiamento radicale negli stili di vita
-La popolazione mondiale deve ridursi a un livello tale che ne sia possibile la nutrizione mediante la sola agricoltura organica
-Ogni spreco di energia dovrà essere evitato e controllato
-Dovremo rinunciare ai gadget e a tutti i troppi prodotti inutili
-Liberarsi dalla moda che ci spinge a buttar via vestiti,mobili,oggetti ancora utili
-I beni durevoli devono essere ancora più durevoli e perciò riparabili
-Liberarci della frenesia del fare e renderci conto che un prerequisito importante per una buona vita è il tempo libero dall'ansia e usato con intelligenza..
Siamo pronti ad applicare questi programmi di Keynes o Georgescu-Rögen, che sono semplicemente un elogio della sobrietà? O dobbiamo rassegnarci a morire nel mondo del capitale?
Ci sono state altre forme di organizzazione dell'economia e della società prima di questa, è forse possibile che questa duri in eterno?
Non è pensabile che con il capitalismo la storia sia finita.
Marx: «Il processo lavorativo è solo un processo tra l'uomo e la natura, e i suoi elementi semplici rimangono identici in tutte le forme dell'evoluzione sociale. E ogni determinata forma storica ne sviluppa la base materiale e le forme sociali».
Dunque alla forma capitalistica del processo lavorativo e di sfruttamento del lavoro, corrisponde una forma capitalistica dello sfruttamento della natura fino a un punto limite di sfruttamento del lavoro e della natura. Oltre quel punto si entra in una crisi. E a quel punto, dice Marx, la forma storica determinata viene lasciata cadere e cede il posto ad un'altra più elevata. Si riconosce il momento di passaggio quando emerge un conflitto tra lo sviluppo materiale della produzione e la sua forma sociale
Mi pare che nel conflitto ci siamo in pieno. Il tempo del capitalismo è finito. E’ ora di passare a forme di società diverse.
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Beh, noi qui lavoriamo per quello
E chi non lo capisce appartiene a un mondo ormai morto.
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Non si Monti la testa (questo è il Travaglio che mi piace)
Forse è venuto il momento di dire al professor Mario Monti che s’è montato la testa. E la Fornero ancor di più. A furia di leggere sui giornali amici (cioè quasi tutti) che sono i salvatori della patria, i due hanno finito col crederci. In realtà, in estrema e brutale sintesi, finora hanno recuperato miliardi sulla pelle dei pensionati e degli“esodati”, facendo dell’Italia il paese europeo dove si va in pensione più tardi; e altri contano di recuperarli sulla pelle dei lavoratori, dando mano libera alle aziende di cacciare chi vogliono, camuffando per licenziamenti economici anche quelli disciplinari e discriminatori. Quanto alle liberalizzazioni, a parte qualche caccolina sui taxi e le farmacie, non s’è visto nulla, mentre s’è visto parecchio a favore della banche. Il vero “salva – Italia” è tutto mediatico, d’immagine: facce presentabili al posto degli impresentabili di prima. Il che non è poco. Ma è un fattore passeggero, visto che prima o poi, piaccia o no, i cittadini dovranno tornare a eleggere i loro rappresentanti. La prospettiva del ritorno dei politici, lo sappiamo bene, è agghiacciante. Ma questo progressivo disabituarsi degli italiani ai fondamentali della democrazia è pericoloso. Ed è qui che i “tecnici” ciurlano nel manico. L’altro giorno arriva alla Camera il decreto “liberalizzazioni”,solita procedura d’urgenza “prendere o lasciare”modello Protezione civile: testo blindato dalla solita fiducia, la dodicesima in tre mesi. Problema: manca la copertura finanziaria, lo dice la Ragioneria dello Stato. Il rappresentante del governo, il noto gaffeur Polillo, s’inventa che “la copertura non può essere quantificata in anticipo”. Fosse così, tutte le leggi passerebbero al buio, poi si vede. Ma non c’è nemmeno il tempo di discutere: si vota e basta a scatola chiusa. Fini protesta per “l’insensibilità del governo” .. segue nel sottoscala
(e meno male che c’è lui: Schifani vorrebbe solo decreti, soluzione che avrebbe almeno il pregio di liberarci del Senato e del suo presidente). Il Quirinale “si riserva” non si sa bene cosa. Del resto il Quirinale aveva già invitato i gruppi parlamentari a evitare fastidiosi emendamenti al decreto Milleproroghe. Ma a che serve allora il Parlamento, in una democrazia parlamentare? A ratificare senza fiatare i decreti del governo, fra l’altro blindati con la fiducia? Ora arriva il ddl sul lavoro, cioè sull’articolo 18 e poco altro, tutti elogiano la mossa dialogante che ci ha fatto la grazia di evitare il solito decreto blindato. Ma subito Monti&Fornero fan sapere che non ammettono modifiche, sennò “il Paese non è pronto” e i salvatori della patria in missione per conto di Dio ci lasciano soli (“potremmo non restare”). Cioè: il disegno di legge è come fosse un decreto, calato dall’alto direttamente dallo Spirito Santo. E la formula“salvo intese”? Si riferisce alla maggioranza parlamentare che dovrebbe votarlo? No, a “intese fra governo e Quirinale”. E il Parlamento? Un optional. Sappiamo benissimo che questo Parlamento fa schifo. Ma, per averne uno nuovo, più aderente ai gusti degli italiani, si doveva votare a novembre: invece Napolitano, Monti e i partiti retrostanti preferirono evitare. Dunque di che si lamentano? L’avete voluta la bicicletta? Pedalate. Monti si appella ai sondaggi, come unica fonte di legittimazione fra sé e il Colle (“se qualche segno di scarso gradimento c’è stato, è verso la politica, non verso il governo”). Ma allora dovrebbero valere sempre, anche quando non fanno comodo: oltre il 60% degli italiani è contro la “riforma”dell’art. 18 e, a causa di quella, il governo è sceso in 20 giorni dal 62 al 44%. Magari, in quel 18% in meno, ci sono i 350 mila esodati che il governo ha lasciato senza lavoro e senza pensione: chi li rappresenta?
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… e alla fine, alla faccia della discussione parlamentare, la riforma del lavoro passerà alla fiducia!!
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PAOLO FARINELLA
Se Monti, detto il «tecnico» è il presidente del consiglio «sobrio», allora vuol dire che gli ubriachi sono astemi. B era un debosciato, Monti è un illiberale e anche presuntuoso. Ha avuto bisogno di andare in Corea per ricattare gli Italiani e lasciarsi andare a panzanate di stampo andreottiano. Il prof è suscettibile: va giù nei sondaggi e lui si ripicca come un deboluccio gracidante che si dà un tono per non morire di paura: «lei non sa chi sono io!». Sì che lo sappiamo, caro tecnico politico. Il ricatto è semplice: «se gli Italiani non sono pronti, io lascio». Bravo! Bis! Mai stupidaggine più banale si è sentita da un presdelcons che ad ogni piè sospinto non esita a dire di essere «equo, sobrio e serio». Il prof ha stravolto la realtà perché non sono gli Italiani che devono essere pronti, ma è lui che deve stare attento perché non è il padrone dell’Italia, ma solo un servo di un popolo sovrano che, se vuole, lo può scaraventare giù da una finestra di Palazzo Chigi senza nemmeno pensarci due volte. Secondo il Monti-pensiero, quello che lui decide deve essere accettato a scatola chiusa, come se fosse una scatola di EX Cirio, che per quella pubblicità fallì e fu depredata e liquidata per un tozzo di pane? Fino a a prova contraria e a Costituzione invariata, è il governo che deve dipendere dal paese e non l’inverso. E’ la democrazia, bellezza! Con quella dichiarazione da estremista coreano, abbiamo toccato il fondo e forse andremo ancora più sotto perché l’impegno del governo è di creare una precarietà instabile permanete vita natural durante. Ha un bel dire che il lavoro sarà per tutti «indeterminato», salvo licenziamenti e flessibilità in uscita, senza andare tanto per il sottile. Fino ad ora di una cosa siamo certi: l’impegno del governo è l’abolizione dell’art. 18, impugnato come un trofeo da sbandierare sulle piazze pazze, come a dire alle aziende italiote ed esteriote: venite in Italia, dove potete licenziare quando volete. Non c’è ancora una sola norma che metta un argine a questa falcidia programmata e garantisca che le ditte non possano licenziare a capriccio. Per ora sono solo parole, alla luce delle scelte operate dal governo che si legge B e si pronuncia Monti, il peso più tragico lo pagheranno ancora e sempre il ceto debole, coloro che non hanno strumenti per ribellarsi e mandare all’aria un governo che non ha alcun problema di articolo 18, per cui può legiferare per gli altri perché tanto … e chi se ne frega? Il lavoro non c’è, le tasse aumentano, i servizi si pagano, le detrazioni diminuiscono, gli esodati ai quali lo Stato aveva fatto una solenne promessa di mandarli in pensione ad una certa età e con certi contributi, mentre sono costretti a vivere due/tre/quattro/sei/dieci anni senza stipendio e senza pensione e quindi? La sora Fornero ha sbagliato anche i calcoli. Pensava lei, la signoooora, che gli esodati sarebbero stati meno di 50 mila, invece oggi si accorge che sono 350 mila e l’hanno pure fatta ministra! Non ha sbagliato di una decina di unità, ma di trecentomila! Sorbole! Cosa resta ad un cittadino comune che oltre agli attacchi concentrici del governo deve sorbirsi anche il pistolotto del presidente del consiglio coreano, Monti Marietto? O si spara o spara. Oltre c’è solo la disperazione caduta nel fondo ubriaco di un signore per caso che si chiama Marietto Monti.
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Barbara manda:
IN DIFESA DEGLI STATALI
L’opinione pubblica è spesso irritata dal comportamento dei dipendenti statali, specie degli impiegati della PA, accusati di essere dei lavativi o di essere sgarbati e incompetenti, e la discriminazione fatta da Monti nella riforma del lavoro, per cui essi manterrebbero il posto fisso, ha suscitato un vespaio di proteste.
Per amore di equità, pubblico quanto ricevo da un’amica che lavora nella PA
L’accanimento dei media e in particolare di La Repubblica è ingiusto, si parla di ”settore pubblico ipertrofico e spaventosamente inefficiente che drena risorse al settore privato”, alimentando una divisione strumentale tra lavoratori pubblici e lavoratori privati, nel tentativo di nascondere il vero volto dell’operazione: l’ulteriore e forse definitiva mazzata al settore pubblico, in ossequio alle disposizioni imposte dalla BCE che chiedono in questo campo un intervento drastico. Il pubblico impiego, a cui si applica integralmente lo statuto dei lavoratori , è stato attraversato negli ultimi anni da una serie di riforme pesanti che prevedono sia il licenziamento disciplinare (Riforma Brunetta) anche per insufficiente rendimento, sia il licenziamento economico, previsto dalla legge di stabilità per l’anno 2012 in caso di esuberi di personale. Esuberi che nascono solo da esigenze di cassa che costringono a tagli lineari anche sugli organici e non certo per una maggiore efficienza.
Oggi Monti vuole modificare l’art.18 per aprire la strada ai licenziamenti facili. Dice che più sarà facile licenziare più si produrrà occupazione, per farci credere che una maggiore “flessibilità” in uscita produrrà automaticamente maggiore e migliore occupazione. Il che è una follia. Nella PA si è ben visto che questo si è tradotto solo in un’ulteriore fuoriuscita di migliaia di lavoratori e verso la privatizzazione di servizi, per garantire maggiori profitti ai privati.
Mai come oggi è necessario difendere il posto di lavoro, salvare il servizio pubblico che è un bene comune, difendere i diritti dei lavoratori e affermare che non vogliamo pagare un debito che non è nostro
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Un dirigente IBM, interrogato una volta sui mali italiani e su cosa avrebbe fatto per dare slancio all'Italia, rispose che avrebbe incentivato il merito degli statali, cosa giustissima e fattore di sviluppo ben noto a qualsiasi azienda americana, ma che da noi si scontrerebbe inevitabilmente col nepotismo nostrano, la protezione delle belle gnocche che si prostituiscono per carriera, e il clientelismo diffuso, che fa sì che si premino i più ammanicati e non certo i migliori.
Eppure è proprio la mancanza di un premio (incentivi o carriera) connesso al merito che fa sì che si paghino e si promuovano alla stessa maniera o anche meglio i lavativi rispetto agli stakanovisti.
Purtroppo ognuno di noi ha una triste fila di esempi che danneggiano la categoria: insegnanti incapaci, funzionari assenteisti e inetti (anche in ambito universitario) che non vengono mai spostati a lavori diversi, impiegati comunali strafottenti e che ci perdono la pratica o la rallentano, burocrati infedeli, ladri o truffatori che non vengono mai licenziati, guardie di finanza che colludono con quelli che dovrebbero controllare, assessori che intascano mazzette, sindaci che sono buoni amici di mafia e camorra, poliziotti o carabinieri che aggrediscono i cittadini come se dovessero solo pestare ogni forma di protesta, secondini che ammazzano i detenuti a forza di botte, medici che truffano la mutua e chirurghi che speculano sugli organi o gli impianti... Capiterà ovunque, si dice, sì, ma altrove si pensa che come minimo perderanno il posto, se non finiranno velocemente in galera, da noi, inspiegabilmente fanno carriera, sono promossi, entrano in politica, si salvano per la cuffia o trionfalmente, e il discredito sulla Pubblica Amministrazione cresce e dismisura a danno anche degli onesti e dei meritevoli.
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TUTTO CAMBIA
Viviana Vivarelli
Dinanzi alle forze economiche e finanziarie che ci sovrastano un senso di impotenza è fisiologico
E' lo stesso timore che alla fine dell'impero romano attraversava la mente di chi assisteva a uno spettacolo crescente di degradazione e di corruzione
Immagino che anche i primi cristiani la pensassero così
Immagino che fossero pochissimi
e che qualcuno tra loro si sentisse soverchiato e impotente. Cosa potevano fare i pochi 'giusti' del nuovo pensiero dinanzi alle forze in campo, l'esercito più potente del mondo,il sistema di potere più grande del mondo?
Ma tutto può cambiare e tutto, costantemente, nella storia, cambia. Non esiste grande sistema che non arrivi alla sua fine.
Non esistono miti invincibili.
Non esistono imperi insormontabili.
Non esistono ideologie eterne.
Non esistono potenze imperiali che prima o poi non crollino.
Basti pensare alla grande Russia sovietica e al comunismo. O al potere che sembrava invincibile di Hitler e del nazismo.
In un giorno solo cadde il muro di Berlino.
E la crisi del liberismo mondiale è già in atto. Sta precipitando divorato dalle sue stesse contraddizioni.
Il liberismo ha già prodotto il tarlo che divora il suo mito. Oggi non gli resta che diffondersi sul ricatto e sulla paura.
Sta già implodendo su se stesso accompagnando la crisi irreversibile dell'impero americano.
Non dobbiamo far altro che vivere i tempi nuovi e accelerarli.
Può essere che la vecchia Europa sia tarda in questi cambiamenti. E' sicuro che l'America del Sud e l'Africa ci precederanno. Già la sudditanza dei popoli sudamericani si sta ribellando. E il Nord dell'Africa ha già iniziato la sua rivoluzione a dittature che sembravano ereditarie. E anche parti dell'Asia ci faranno da alfieri.
Da noi troppe forze tendono ancora a radicarsi in vecchi sistemi di potere obsoleti e decrepiti, che hanno perso ogni funzionalità.
Ma la cosa importante è aprirsi allo sguardo del futuro. E costruirlo giorno per giorno. Una frana avviene in ogni più piccolo sasso. E anche noi siamo il cambiamento.
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VANDANA SHIVA
Vandana Shiva è uno dei miti no global. Antesignana del mondo che sarà.
Fisica quantistica ed economista, è considerata la teorica più nota dell’ecologia sociale.
E’ una delle donne più intelligenti del mondo e gode di celebrità mondiale.
(Ho avuto il piacere di conoscere questa donna incredibile e semplice).
La sua opera più importante è ‘Terra madre. Sopravvivere allo sviluppo’, in cui affronta i vari aspetti della globalizzazione capitalista e propone una visione dello sviluppo diversa, nella difesa del pianeta. I punti fondamentali della vita non sono il lucro, l’avidità e il potere ma: il verde da salvare, il latte per i bambini e l’acqua per tutti. Su questi 3 punti si basa la vita e l’iper-liberismo ne ha stravolto ogni equilibrio.
La visione dell'Occidente esalta il progresso misurando tutto in termini di profitto.
La realtà delle comunità contadine del terzo mondo deve riscattare la sua libertà e il suo futuro
L'esperienza delle donne indiane si compendia nel fondamentale “principio femminile” della natura, come produttrice di vita: come terra madre. Il forte legame tra natura e donna vede in questo contesto un grave pericolo per la figura femminile nell’equilibrio dell'economia dei paesi poveri. Ma la donna-natura è aggredita dalle scelte giustificate dalla richiesta di sviluppo, fatte da un contesto sociale patriarcale, quindi maschile che sta distruggendo la terra-madre
Lo sfruttamento delle risorse naturali, delle foreste, dell'acqua (con la costruzione di dighe), delle zone coltivate, sta cambiando l'economia della popolazione rurale indiana, quell’economia che era sostenuta dalle attività della donna in armonia con la natura stessa; questo sfruttamento è una forma di violenza e poiché la donna dipende da queste realtà, dalla natura, ne deriva una violenza sulla figura femminile.
La scienza moderna e lo sviluppo industriale sono progetti di origine patriarcale, che si sviluppano in Occidente, nascono in Europa con la rivoluzione scientifica tra il XV e il XVII secolo, e danno origine al capitalismo industriale.
Questa rivoluzione scientifica ha trasformato la natura della terra, nonché i suoi abitanti, in “macchina” per la fornitura di materie prime.
L'opposizione delle donne a questo stravolgimento è diventato in India un movimento ecologista e femminista.
Nei Paesi di nuova indipendenza, lo sviluppo concepito secondo il modello patriarcale occidentale non includeva nella sua organizzazione la figura femminile; in questo contesto le donne non hanno alcun peso, perché ciò che conta è avere più merci da esportare, anche se le popolazioni locali non potranno mai acquistarle.
Secondo il modello di sviluppo patriarcale, la natura così come si trova è improduttiva e quindi anche la figura della donna legata alla natura è di per sé improduttiva.
“Le foreste naturali sono improduttive finché non vengono coltivate a monocolture destinate al commercio, capaci di produrre profitti e capitale". Questo tipo di sviluppo, privo dei principi conservativi e che non permette il rinnovarsi degli elementi naturali, è un “malsviluppo”.
Lo sviluppo che accentua la diversità fra i sessi, creando discriminazioni nelle attività sociali fra maschi e femmine, è sinonimo di sottosviluppo, con gravi conseguenze anche per la natura in cui queste popolazioni abitano.
Questa crisi colpisce maggiormente le donne perché sono tra i poveri, le più povere.
Gandhi diceva: “ sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi”.
La violenza fatta sulla natura, è una violenza fatta alla donna, che si basa sulla condizione di sfruttamento delle risorse, quindi di predominio maschile sulla natura e sulla donna.
La natura e la donna diventano in questo contesto concetti passivi.
In questo contesto si possono distinguere due tipi di povertà:
La povertà percepita in senso culturale.
La povertà materiale.
La povertà culturale è comunque capace di soddisfare i bisogni quotidiani: questa povertà non è materiale, perché è capace di trovare nelle tradizioni e nella natura l'indispensabile.
La povertà materiale è una conseguenza del “malsviluppo”.
Una cattiva valutazione dello sviluppo in certe zone del terzo mondo ha causato maggior povertà, in senso sia culturale che materiale.
In questi luoghi il processo di sviluppo ha significato: meno acqua, meno suolo fertile, meno ricchezza genetica, una diretta conseguenza da tutto ciò si riscontra dalle migrazioni di popolazioni dai loro territori.
Notoriamente, il padre della scienza moderna è Francesco Bacone (1561-1626), il quale teorizza lo sviluppo della scienza moderna basata sull'imprenditore europeo di sesso maschile, capace di avere il dominio sulla natura, sulle donne, e sui non-occidentali.
La disciplina della conoscenza scientifica e le invenzioni meccanicistiche non esercitano una semplice guida sul corso della natura, ma hanno il potere di conquistarla, soggiogarla e scuoterla fino alle fondamenta.
Le teorie di Bacone sono raccolte in un suo lavoro che si intitola Il parto maschile del tempo, nel quale una generazione di Eroi e Superuomini avrebbero dominato la natura e la società.
Questo testo viene interpretato come il passaggio dalla vecchia scienza, rappresentata come femminile, passiva e debole, alla nuova scienza maschile della rivoluzione scientifica.
La scienza moderna è stata dunque una attività patriarcale, segnata dal genere maschile e basata sulla sottomissione della natura femminile e quindi del femminile.
In questo periodo della rivoluzione scientifica, furono avanzate anche altre teorie in contrapposizione a quelle di Bacone, la principale delle quali è quella di Paracelso.
I discepoli di Paracelso appartengono alla tradizione ermetica, che non scindeva il pensiero dalla materia, né tanto meno il maschile dal femminile.
Le due divisioni della scienza erano anche due divisioni della natura, del potere e delle relazioni tra i sessi. Per Paracelso il maschile non domina sul femminile, perché i due principi si completano a vicenda, e la conoscenza e il potere non sorgono dal dominio sulla natura ma dalla “coabitazione tra gli elementi”, interconnessi a formare un unico organismo vivente.
Bacone e Paracelso avevano idee diverse sulla natura, sul rapporto fra i sessi e sulla politica; Bacone sosteneva il ceto medio benestante, mentre Paracelso stava dalla parte dei contadini tirolesi.
Secondo la filosofia indiana, tutto è stato generato da un'energia che si chiama natura “prakrti”: questa energia ha modellato tutte le cose viventi, uomo compreso, in modo assolutamente naturale ed equilibrato.
Nessun elemento in questo contesto è dominante sugli altri, ognuno ha una funzione di naturale equilibrio tra le cose.
Ogni elemento della natura racchiude in sé una forma vitale: i fiumi, le montagne, gli uomini.
In questa armonia ed equilibrio delle cose, la donna e la terra sono considerate generatrici di vita.
Fin dalle origini però il rapporto fra uomo e donna era rappresentato dalla diversità dei sessi, il sessismo distingueva le attività in modo naturale e queste erano assegnate all'uomo e alla donna.
L'uomo considerato cacciatore doveva svolgere quelle attività dove l'uso delle armi faceva la differenza, mentre la donna si limitava a raccogliere i frutti della terra e ad allevare i figli.
Per Shiva, il modello di sviluppo proposto dai paesi occidentali non è uno sviluppo reale e sostenibile; questo modello di sviluppo crea in quei paesi indebitamento e povertà, perché devono sostenere i costi di un presunto benessere, cedendo le ricchezze naturali del paese, per lunghi anni a potenze straniere.
Si verifica così la distruzione di culture, di tradizioni e di modelli sociali, per far posto a culture competitive il cui grado di civiltà è dato solo dal mercato.
Il danno maggiore prodotto dalla civiltà industriale, cioè dai modelli occidentali, secondo Shiva, è stata l'equazione donna-natura e la definizione di entrambe come passive, inerti, cioè materia prima da manipolare.
A suo avviso invece “le donne sono le depositarie di un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere che la scienza moderna, maschilista e patriarcale, ha condannato a morte”.
Per il pensare “al maschile” della tradizione occidentale, la cultura è altro dalla natura e dalla donna; gli uomini hanno creato uno sviluppo “privo del principio femminile, conservativo, ed ecologico”.
Altri libri di Shiva:
Il mondo sotto brevetto: il seme è nelle mani delle grandi multinazionali, che attraverso la manipolazione transgenica, seleziona sempre più i prodotti da coltivare, costringendo le popolazioni a non essere più autosufficienti ed a comperare dalle multinazionale i “semi” per i loro raccolti. Dietro a tutto questo vi è il WTO.
Le guerre dell’acqua: non c’è da aspettare molti anni per capire che le future battaglie saranno per la conquista dell’acqua; le nazioni che potranno possedere più acqua, potranno anche avere il controllo sulle risorse alimentari. In alcune parti del mondo questi conflitti sono già in corso, solo che sono mascherati da ragioni etnico – religiose. Anche in questa situazione, si assiste alle manovre svolte dalle potenze industriali occidentali, che sostengono i paesi che hanno maggior ricchezza di questo bene, per garantirsi lo sfruttamento.
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E’ MORTO TABUCCHI
"Sta' bene a sentire, Pereira ,disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica? Ebbene,è un trucco che hanno inventato gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica ,noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico ,non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda...il clima non favorisce le nostre idee politiche, laissez faire, laissez passer ,è così che siamo fatti, e poi senti, ti dico una cosa.. sto facendo un'edizione critica dei nostri trovatori ,non so se te ne ricordi all'università, ebbene ,i giovani partivano per la guerra e le donne restavano a casa a piangere ,e i trovatori raccoglievano i loro lamenti, comandava il re, capisci?comandava il capo, e noi abbiamo sempre avuto bisogno di un capo, ancora oggi abbiamo bisogno di un capo"
“Si sta facendo sempre più tardi“
E niente, sai, davvero niente basta,
nemmeno le ginestre che fioriscono
a maggio per chi sa vederle
e che io guardavo senza vedere,
come di solito facciamo tutti, fino a cadere
nella nostalgia dell’irreversibile
"Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo:che potremmo essere tante cose,ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo".
"Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'iniziazione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto".
"Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte".
Così Tabucchi scriveva di Berlusconi:
"La libertà di opinione in Italia esiste solo in teoria. Nel senso che in teoria si è liberi di esprimere la propria opinione. Ma in pratica il vero problema è: dove? B possiede la quasi totalità dell’informazione cartacea e la totalità dell’informazione televisiva. Con ciò, egli controlla tutti noi. Resterebbe solo la libera e pacifica manifestazione di piazza; ma se i media di B si rifiutano di trasmetterla, oppure la falsificano,o la ridicolizzano, come è già avvenuto, sarà come se non ci fosse stata, per quanto imponente essa fosse. Si limiterà alla consapevolezza di 2 o 3 milioni di cittadini, e in un paese di 60 milioni è come una goccia nell’oceano, resta un romantico "tra noi".
“E non si dimentichi che B, alla vigilia della più imponente manifestazione indetta dalla Cgil di Cofferati nel 2001,ha attribuito la responsabilità dell’assassinio del professor Marco Biagi proprio alla Cgil, e per proprietà transitiva ai 3 milioni di cittadini che manifestavano pacificamente. In quell’occasione B si impadronì della Rai e rivolse un messaggio alla nazione come se fosse il presidente della Repubblica. Il vero presidente, nel frattempo, si era recato in visita privata alla famiglia del professore assassinato. Non si devono dimenticare inoltre le parole di "disapprovazione" (chiamo così delle parole che mi sono suonate allarmanti) del ministro della Difesa all’indomani di una pacifica manifestazione. I ministri della Difesa dispongono di carri armati, e ciò fa la differenza.
L’Italia è semplicemente un paese "occupato" da una persona che ha concentrato un immenso potere nelle sue mani. B ha preso il potere e farà di tutto per non lasciarlo più, perché ne va della sua sopravvivenza. Certo che la repubblica è in pericolo. Del resto lo è sempre stata, fin dalla nascita. È nata malata, basta leggere i resoconti della commissione Stragi. Con B il cosiddetto "sommerso della repubblica" è semplicemente venuto a galla".
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Confesso di nutrire scarsa fiducia nelle forme in cui possa strutturarsi il centro-sinistra: la nuova strategia. Prima sarebbe necessario cambiare gli strateghi, perché è ovvio che qualsiasi strategia assomiglierà agli strateghi che la concepiscono. Ma abbiamo visto che gli "strateghi" non hanno assolutamente intenzione di lasciare le leve di manovra, neppure dopo le sconfitte più clamorose (il che è segno che hanno un concetto curioso del ricambio democratico). Temo che per aspettare un cambio dovremo attenderne la sparizione per raggiunti limiti di età vivibile; il che, se Dio me la manda buona, significa praticamente aspettare la mia, visto che siamo della stessa generazione, anno più anno meno.
E poi, l’attuale sinistra italiana, per avere un’identità che le manca, ha bisogno di Berlusconi. Come se il bianco, per definire se stesso, avesse bisogno di dire che non è nero. Quando per dire ciò che si è si dice che cosa non si è, significa che non si sa cosa si è. Non si può esistere in funzione di un avversario: avversario che peraltro la sinistra non vuole "demonizzare", perché se egli fosse sconfitto e sparisse la sinistra sarebbe costretta a guardare se stessa e a chiedersi: ma io chi sono? La democrazia odierna mostra evidenti ed allarmanti scricchiolii. Ma avete mai sentito la sinistra italiana che si sia messa a ridiscutere seriamente la democrazia? Intendo i concetti portanti della democrazia, ciò che ne è o dovrebbe essere l’essenza: i diritti dei cittadini, le libertà, la distribuzione del potere, la distribuzione dei beni materiali, il diritto al lavoro, il controllo sui singoli e sulle masse eccetera.
La sinistra sembra un piccolo gruppo di imprenditori interessati all’indice delle borse: gli unici problemi che la interessano sono la produzione, la competitività economica, come "far crescere il paese". "Far crescere il paese" è importante. Ma per chi? Per quali scopi? Per quale tipo di vita?”
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