lunedì 10 dicembre 2012

La violenza genera violenza, via i militari dall'Iraq


Trascrivo l'appello dell'organizzazione umanitaria "Un ponte per", diffuso dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it) sul Foglio "La nonvilenza è in cammino", n.659 del 31 agosto 2003.
Se lo condividete, vi invito a firmare subito la petizione disponibile nel sito www.tavoloiraq.org onde contribuire a fermare tanto versamento di sangue in Iraq.
Cordialità
Franco
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Franco Santamaria______________
http://web.tiscali.it/santamariaPoesia
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Collaboriamo tutti per una nuova umanità senza ingiustizie sociali
e violenze sull'uomo, sugli animali, sulla natura!
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APPELLI. "UN PONTE PER": LA VIOLENZA GENERA VIOLENZA, VIA I MILITARI
DALL'IRAQ
[Dall'organizzazione umanitaria "Un ponte per" (per contatti:
posta@unponteper.it) riceviamo e diffondiamo]
L'orribile attentato alla moschea di Najaf, nel quale hanno perso la vita
tante persone inermi, conferma purtroppo la previsione che la guerra
all'Iraq non avrebbe portato "pace, democrazia e benessere", ma ulteriore
violenza e sofferenza.
A tre mesi dall'occupazione, oltre a continuare a restare senza lavoro, e,
spesso, senz'acqua e senza elettricita', la gente dell'Iraq vive in una
situazione di grave e generale insicurezza ed assiste oggi a segnali che
possono essere di incipiente guerra civile.
In assenza di un processo politico condiviso dagli iracheni si fa strada la
violenza che puo' impedire un movimento pacifico e di massa per
l'autodeterminazione che veda protagonista la gente.
A tutte le vittime di questa situazione va la nostra solidarieta', dalle
vittime degli attentati, a quelle della delinquenza, a coloro che continuano
a morire di fame e malattia.
E' necessario innanzitutto che gli eserciti lascino il paese e che si avvii
un processo di autodeterminazione che potra' essere garantito dall'Onu nella
misura in cui sia guidato dalle forze politiche irachene.
L'Italia deve fare la sua parte innanzitutto ritirando i soldati prima che
divengano bersagli in una guerra che il popolo italiano non ha voluto.
"Un ponte per", insieme alle organizazioni del "Tavolo di solidarieta' con
le popolazioni dell'Iraq" e' impegnata oggi a Baghdad e a Bassora per ridare
acqua alla gente in una situazione di sempre maggior pericolo per i propri
volontari. Continueremo il nostro compito a fianco della popolazione
augurandoci che l'escalation di violenza non ci costringa a lasciare il
paese.
"Un Ponte per" invita a firmare la petizione del "Tavolo di solidarieta' con
le popolazioni dell'Iraq" per il ritiro dei soldati italiani dall'Iraq,
disponibile nel sito:
www.tavoloiraq.org
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S.

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