martedì 25 dicembre 2012

impunità nazionale



i marò in Italia per le festività natalizie


L’alta corte del Kerala (India) ha concesso quindici giorni di licenza, sotto garanzia delle istituzioni italiane e grazie ad una cauzione di 800 mila euro, ai due militari che sono accusati di aver ucciso “per sbaglio” due pescatori indiani, persone inermi che si trovano nel loro peschereccio, al largo delle coste indiane. I marò sono stati accolti al Quirinale, con tutti gli onori, dal presidente Giorgio Napolitano, strenuo difensore della costituzione e della nazione. “Siamo italiani, onoreremo i nostri impegni” hanno dichiarato i marò, che appartengono a forze armate, quelle italiane, che negli ultimi 150 anni non hanno mai concluso una guerra con gli alleati con cui l’hanno iniziata (guerra di Libia del 2011 contro Gheddafi inclusa). L’onore e gli impegni di cui parlano questi militari e i politici, e questa è la cosa più importante, è un onore intriso di sangue. Chi uccide due persone inermi è un assassino e se ha una divisa militare lo è per conto e per nome dello stato democratico che gli dà licenza di uccidere. Le istituzioni politiche, difatti, non si preoccupano di appurarne l’innocenza ma li difendono in quanto militari italiani che svolgono il loro dovere. Noi, come tanti, ci sentiamo vicino alle persone che in India hanno perso i loro cari ingiustamente. La vita delle persone è per noi il bene più prezioso: va tutelata e difesa dagli assassini di stato e in ogni parte del mondo. 

Nessun commento:

Posta un commento