giovedì 13 dicembre 2012

Ilva, la Procura lavora sul conflitto tra poteri dello Stato



Clini: 'Nessun braccio di ferro con i magistrati. Le norme sono legge e la legge va applicata'


 Stabilimento Ilva di Taranto

 Panoramica dello stabilimento Ilva di Taranto

ROMA - La Procura di Taranto starebbe lavorando per sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione agli interventi del governo, e in particolare del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sui provvedimenti della magistratura nei confronti dell'Ilva. Lo si è appreso da fonti giudiziarie.
L'Ilva è "autorizzata" alla produzione ed "alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto legge". Questo il testo dell'emendamento che il governo presenta al dl salva-Taranto. Il ministro Clini si sta recando alla Camera. In questo modo, come ha specificato questa mattina Clini, si dà "coerenza" all'attività produttiva e alla commercializzazione. Nel testo dell'emendamento (art.3, comma 3, del decreto) - di cui l'ANSA può anticipare il contenuto - si dice che: "A decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, la società Ilva spa di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell'impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al comma 1, alla prosecuzione dell'attività produttiva nello stabilimento ed alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto legge per un periodo di 36 mesi, ferma restando l'applicazione di tutte le disposizioni contenute nel presente decreto legge"
CLINI "Non vedo il braccio di ferro" con la Magistratura, "le norme del decreto sono legge" e la legge "va applicata". Lo dice il ministro Corrado Clini sul decreto per l'Ilva, lasciando Montecitorio dopo aver presenziato alla presentazione del testo del provvedimento all'Aula della Camera. "L'emendamento presentato oggi per integrare il decreto con un'interpretazione autentica delle norme - spiega Clini - con le quali abbiamo voluto coniugare la tutela dell'ambiente, del lavoro, e la continuità produttiva". Inoltre, in questo modo, "abbiamo voluto chiarire che il decreto è finalizzato alla continuità produttiva e alla disponibilità dei prodotti a condizione che l'Ilva applichi le disposizioni" previste. "Se ci sono interpretazioni del decreto diverse - osserva Clini a proposito della decisione della Magistratura di non dissequestrare i prodotti finiti - le chiarisce il legislatore. E' questo il senso dell'emendamento".
L'Ilva di Taranto annuncia in una nota che "da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro". La decisione è legata al 'no' del gip al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine.
L'Ilva annuncia che, in conseguenza del 'no' del gip di Taranto al dissequestro dei prodotti, "si fermeranno a catena gli impianti di Novi Ligure, Genova Racconigi e Salerno, dell'Hellenic Steel di Salonicco, della Tunisacier di Tunisi e di diversi stabilimenti presenti in Francia".
''Il Consiglio dei ministri ha deciso che il Governo presentera' un emendamento 'interpretativo' al decreto salva-Taranto''. Lo annuncia una nota del ministero dell'Ambiente. L'azienda potra' commercializzare quanto prodotto prima del decreto.
L'Ilva "ricorrerà al Tribunale del Riesame" contro il 'no' del gip al dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati giacenti sulle banchine dell'area portuale. Lo annuncia l'azienda in una nota
Il gip del tribunale di Taranto ha respinto l'istanza dell'Ilva di reimmissione nel possesso dei prodotti finiti e semilavorati sequestrati il 26 novembre scorso. L'istanza era stata presentata una settimana fa dall'Ilva alla procura sulla base del decreto legge varato il 3 dicembre. La merce, pari a 1.700.000 tonnellate circa, ha un valore di un miliardo di euro ed è in giacenza sulle banchine dell'area portuale dell'Ilva: i prodotti stavano per essere commercializzati quando è arrivato il decreto di sequestro del gip Todisco. Sull'istanza dell'Ilva la procura ha dato parere negativo, trasmettendo poi la richiesta dell'azienda al gip. Per la procura, ai prodotti Ilva non si può applicare il decreto legge del 3 dicembre dal momento che la legge non ha effetto retroattivo. "L'attività con la relativa produzione avvenuta prima dell'emanazione del decreto - ha scritto la Procura - non é soggetta alle regole ivi contenute". A quanto si è saputo per ora, l'argomentazione del gip si articola su un'analoga motivazione.
 (ANSA)

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