Io penso che noi, poveri cristi, che sopravviviamo con una modestissima pensione, oppure che sopravviviamo senza neppure una modestissima pensione, oppure che ci siamo trovati senza lavoro e senza pensione, noi poveri cristi che a stento sopravviviamo, oppure che non sopravviviamo, che ci suicidiamo, non dobbiamo lamentarci. In fondo, dobbiamo essere grati a Mario Monti, e ai partiti che hanno sostenuto il suo governo. Ci hanno reso tutti salvatori dell’Italia (perlomeno così ci raccontano). In qualche modo possiamo andarne orgogliosi, esserne contenti: martiri per la salvezza del paese. Non è cosa da poco. Ma perché i sacrifici non li hanno imposti ai ricchi, anziché ai poveri? Hanno detto che non c’era tempo, che la manovra era urgente. Favole! Sono modesti, i signori del governo Monti, e non vogliono ammettere che hanno agito in tal guisa, solo per bontà d’animo. Loro sanno che per i ricchi, diventare lievemente meno ricchi, è una sofferenza atroce, un dramma, un’indicibile tragedia, e per questo non hanno voluto infierire su di essi. Invece, per chi i sacrifici li fa da una vita, che differenza fa una piccola privazione in più? Per uno come me, tanto per fare un esempio, che ai sacrifici è abituato sin da piccolo (c’era la guerra e la famiglia era numerosa), che importanza possono avere un po’ d’euro in meno al mese? Questi i giusti pensieri dei bravi signori del governo Monti. E quindi non rattristiamoli con le nostre proteste e con i nostri lamenti, per di più che “il nostro piangere fa male al ricco e al cardinale” e anche al parlamentare. Stiamo allegri e non rattristiamogli il Natale.
Carmelo Dini
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