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>ancora qualche commento sulla serata del 10 aprile:
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>«Signore, comprami una Mercedes Benz... il mio amico ha una
Porsche... Ti prego, Signore, non lasciarmi a terra...». Più di trent'anni fa,
Janis Joplin, figlia dei fiori, leggenda delle leggende rock morte giovani –
Hendrix, Morrison, Marley – s'inventava quella preghiera laica contro il
consumismo, graffiata con voce di metallo. È un tuffo al cuore quando Gianna
Nannini, mentre Roberto Cacciapaglia le dà slancio al pianoforte e un coro
femminile l'avvolge come un mantello, tira fuori dalla gola quella preghiera
velenosa ma vera, e ne fa un gospel stralunato su cui impazzisce il pubblico,
anche quello che memoria diretta di Janis non poteva averne. Ma non era l'unica
sorpresa giovedì sera in San Carlo, strano tempio che nella Milano dei negozi e
delle spese, a due passi dal Duomo, cita la cupola del Pantheon. Gianna fa un
salto in chiesa. Divide con l'amico Cacciapaglia un concerto «sacro» a due
facce: lui suona pezzi da «Tempus Fugit», ultimo lavoro per pianoforte, vi
olonce!
> llo, solisti e coro; lei aggredisce quattro canzoni delle sue –
«Notti senza cuore», «Donne in amore», «Amore cannibale», «Meravigliosa
creatura» – tutta sola, al pianoforte. Infine, insieme, fanno debuttare
«Qohelet»: duetto su «Un'ora per vivere un'ora per morire, un'ora per
combattere, un tempo per la pace...». La Bibbia fatta inno. Infine, Janis
Joplin.
>– Gianna Nannini «sacra» nessuno se l'aspettava. «Non è la prima
volta – sorride lei –. In chiesa ho già cantato: a cappella, al battesimo della
figlia di mio fratello Alessandro, con Isabella in braccio...».
>– Ma qui c'è dell'altro. «Beh, è un momento di grandi squilibri,
di soprusi, in cui tutto sembra ridotto a un solo governo del mondo. Ho accolto
di slancio l'idea di questo concerto anche se non appartengo a nessuna
religione: per trovare un luogo di raccoglimento al di là delle religioni, uno
spazio per fuggire le prigioni dei clichè, come la televisione, scappo
volentieri anche in chiesa».
>– Nessuna svolta mistica, però canti il «Qohelet». «Ci voleva una
voce che "lacerasse le parole" di questo testo biblico».
>– Una voce alla Janis Joplin? «È stata la mia maestra...M i hanno
incaricato di dare questo messaggio vocale attraverso il Qohelet. Non sono in
perfetta sintonia con il suo dualismo, tipicamente occidentale – un tempo per
vivere, un tempo per morire...– perciò cerco con la voce di trovargli una
centralità, diciamo Zen».
>– Ma quelle quattro canzoni rilette al pianoforte, sì, sono una
svolta. «Mi sto in effetti concentrando sul pianoforte, che è il mio strumento.
L'ho studiato per anni e l'ho ripreso da poco. Mi sono comperata uno Steinway
gran coda, che ti impone una grande disciplina: almeno tre ore al giorno. Ed è
la prima volta che suono da sola in pubblico».
>– C'è da aspettarsi una Gianna Nannini tutta voce-pianoforte?
«Per ora la voce – logico – è più avanti delle mani: devo raggiungere un punto
in cui il pianoforte segua il canto come una chitarra».
>– È azzardato sentire nei tuoi accompagnamenti qualcosa di
jarrettiano? «È un grande complimento. È vero, adoro Jarrett. E, certo, anche
giovedì sera, mi si è scatenata una gran voglia di improvvisare».
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>*****
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>Gianna on air:
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>Radio 2
>Caterpillar
>dalle ore 18.00 alle ore 19.30
>17 aprile 2003
>spazio ospiti
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>alla prossima
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>staff@giannanannini.com
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>
www.emule.it
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