martedì 4 dicembre 2012

E il Cavaliere in Spagna fa le corna dietro Piqué





di MICHELE SERRA

E ADESSO, poveri moralisti di sinistra? Come faranno, adesso, a dire che Silvio Berlusconi, facendo le corna per celia all'ignaro ministro degli esteri spagnolo (la foto sta già facendo il giro del mondo) ha fatto la sua ennesima brutta figuretta all'estero?

Guardate, il meccanismo è perfetto, impossibile da smontare: lui prima, sfoderando il suo miglior sorriso da piano-bar, guarnisce di corna il cranio ignaro del collega spagnolo, poi spiega che "era per creare amicizia, cordialità, simpatia e rapporti affettuosi tra i ministri degli esteri. Questo è il modo in cui si portano avanti le riunioni". E noi già sentiamo, già sappiamo che ha ragione, e noi torto.

Nel senso che un mucchio di gente, in Italia, troverà geniale questa informalità, questa franchezza, questa spontaneità. E si dirà: già, perché fin qui tutti quei noiosi barbogi incravattati hanno perso tempo con quei ridicoli cerimoniali? Non sarebbe meglio, molto meglio, una sana pacca sulle spalle, una barzelletta sui negri o sui finocchi, un lancio di molliche di pane a tavola, proprio come tutti noi (ipocriti) facciamo normalmente, quando non siamo imbalsamati dall'etichetta? E la buona vecchia gara di peti, da quanti anni, da quale caserma, da quale rifugio alpino non abbiamo più lo spirito per farla, la buona vecchia gara di peti?

Tolta la stampa comunista, specie quella europea, che ha per modello muffito quelle orride parate di vecchi manichini sulla piazza Rossa, tutti gli altri sono già ampiamente preparati alla svolta, e ben disposti. I primi dispacci Ansa, ad esempio, descrivono un'"atmosfera rilassata", "clima informale", "risate di un gruppo di scout", "grande ilarità", "un pizzico di goliardia", "Berlusconi sorridente e scherzoso". E l'Ansa, mica è l'Agenzia Stefani, no? È una signora agenzia democratica di un paese democratico. Non c'è nessun regime, cari i miei apocalittici. C'è un ampio e solido benestare popolare a gusti, usi e costumi che non sono più i vostri, ecco tutto.

Dunque, tenete a freno il vostro altezzoso fastidio per questo tipo in giacchetta Caraceni che se ne va in giro per il mondo a rappresentarci con i modi di tutti i giorni e il linguaggio di tutti i giorni. Nessuno osi ostacolare i modi di tutti i giorni e il linguaggio di tutti i giorni. Il capo del governo nonché ministro degli esteri è colui che ha saputo catalizzarli, questi modi. E capitalizzarli. E sdoganarli. E ne è passato del tempo da quando il povero Leone venne messo in croce per averle fatte lui, le corna, quando l'Italia era ancora un paese comunista e le corna, specie se fatte in veste ufficiale, sembravano un gesto burino. E da quando Ciampi, ministro del Tesoro, le fece davanti ai giornalisti e venne assolto solo perché le corna azioniste non possono che essere la spiritosa citazione aristocratica di un gesto burino. Ora l'Italia è un paese libero, finalmente, e fotografie scherzose immortalano la ritrovata spensieratezza.

Certo, resta il problema di un'Europa che, rispetto al nostro New Deal, è ancora azzimata, inamidata in regole e regolette, e confonderà la freschezza del nostro leader con il vecchio, smanacciante folklore latino, con il pittoresco, con il volgarotto. Tendenzialmente razzista, sicuramente classista, questa Europa che tiene la mani a posto ma ficca il naso negli affari nostri sarà costretta, presto, a ricredersi. Perché la simpatia di Berlusconi è contagiosa. Lasciate pure che due o tre elzeviristi faziosi si facciano beffe delle nostre corna di governo. Prima o poi l'amico Aznar, l'amico Blair e perfino i belgi (ah, i belgi!) si allenteranno la cravatta, e durante le foto di gruppo non ci sarà ministro che non mimerà spiritosamente gli allegri rituali delle rispettive tradizioni, il gesto dell'ombrello, l'indice dritto, la smorfia strabuzzata. E la sinistra, che tanto ha rotto le scatole, per anni, con le sue barbe e i suoi descamisados, se non vorrà ritrovarsi a difendere la vecchia pompa borghese, ancora una volta dovrà inseguire Berlusconi sulla strada del motto di spirito, dello sbraco allegro, della manata complice. Prossimo convegno, al residence Ripetta, qualcuno si ricordi di fare un gavettone.

(9 febbraio 2002)

www.emule.it

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