lunedì 10 dicembre 2012

Cristina Duca


la parola sfuggita, simbolo ignorato di chiassosi viali canterini, metafisico impermiabile, castrato maniaco che si rivolge a masse impotenti di sassi e vetri infranti. Sultano e signore del tempo, regina dell'inconscio superbo, misterioso abitato di lune, i re magi si trovarono senza regali ne bambini da adorare ed erode dovette trasferire la furia del senso sul mare per lavarsi dai pesci appesi alle caviglie.
La marina cantava ai fanciulli innamorati.
Ora la schiuma ricopre l'assalto dei loro corpi alle vele del tempo, nascosti d'ombra, nella canicola ancestrale, passano invitti davanti a tutti gli sguardi di camicie stinte che non sanno volare.
Sulla marina si amarono i fanciulli innamorati.
Non sanno volare nei parchi impauriti da manganelli, ordinati e a passeggio con i loro quattro usci di legno, non sanno volare nelle aiuole, più volare, che hanno paura della polizia, nei larici piegati dal libeccio e al sole rivolgono ombrelli di menti appoggiati sui piatti.
Dalla marina si levarono al cielo i fanciulli innamorati.

Abdrea Cristalli

www.poetidazione.it

Nessun commento:

Posta un commento