MILANO - Non bastava la svolta autoritaria del primo ministro conservatore Viktor Orban. Non bastavano le riforme costituzionali che prevedono, tra le altre cose, un'ulteriore limitazione della libertà dei media e una minore indipendenza della magistratura. Ora a preoccupare Bruxelles ci si mette anche il partito di estrema destra Jobbik. Partito che è sì all'opposizione, ma influenza la vita politica del Paese, innalzando i toni dello scontro. Sabato pomeriggio migliaia di militanti sono scesi in piazza Budapest per chiedere un referendum e uscire dall'Unione europea. E durante il comizio finale, il parlamentare Elod Novak ha bruciato una bandiera europea.
IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA- Il «Movimento per una
Ungheria migliore», nato nel 2003 dalle ceneri del Partito ungherese Giustizia e
Vita e legato alla controversa Guardia Ungherese, chiede «maggior indipendenza».
Jobbik si batte contro i «nemici della patria» (zingari, gay, socialisti ) e sta
raccogliendo consensi nel Paese. Tanto da diventare il secondo partito
d'opposizione e «guadagnare» 47 seggi in Parlamento nelle elezioni del 2010.
Sabato pomeriggio circa tremila persone hanno sfilato per le vie della capitale.
«Ora basta, bisogna uscire dall'Unione», ha urlato dal palco il leader del
partito Gabor Vona. Applausi e grida. Poi Novak ha preso la bandiera e le ha
dato fuoco.
BRUXELLES - Irritazione e preoccupazione sono i sentimenti
che agitano Bruxelles quando pensano a Budapest. E il villipendio alla bandiera
non aiuta. Anzi. Anche perché il Paese rischia la bancarotta e ha estremo
bisogno di aiuti finanziari della Ue e del Fondo monetario internazionale (Fmi),
così come previsto negli accordi appena varati. Il governo di Orban si è detto
disponibile a modificare alcuni punti della Costituzione appena varata per
ottenere i fondi dell'Unione.
Benedetta ArgentieriFonte > Corriere.it
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