mercoledì 12 dicembre 2012


ANALISI DEL VOTO DELLE COMUNALI DI ROMA 2008-04-17 di Vittorio MARINELLI

Al termine della campagna elettorale relativa alle elezioni comunali di Roma del 2008, occorre fare una pacata analisi sul voto. Lo stesso, chiaramente, deve essere esaminato alla luce dei risultati elettorali delle amministrative del 2006, sia personali che generali, per poter procedere quindi a un confronto.

Il dato riportato di 292 voti dello scrivente, corrispondente al nono posto nella classifica dei candidati al comune di Roma dell'Italia dei valori, potrebbe risultare, se non soddisfacente, addirittura insufficiente se lo si confrontasse semplicemente con quello conseguito nel 2006. Cioè 525 voti.

Analogamente il nono in classifica nella medesima elezione comunale però nella lista dei Verdi, allorquando questa conseguì il notevole 4,77.

Occorre però riflettere sui due dati, uno di carattere individuale e l'altra invece di carattere generale.

Il dato più importante, sul quale occorre riflettere, dunque, è  la valanga berlusconiana.

Questa non ha risparmiato nessuno e l'apparente aumento in termini percentuali dell'Italia dei valori deve essere correttamente interpretato e porta anche al paradossale contrasto schizofrenico tra una diligenza, anche a livello locale, divenuta pressoché moderata e un nuovo elettorato in fuga dalla sinistra storica, invece estremista. Tale fuga ha comportato l'aumento in termini percentuali dell’IdV dal 2,28, conseguito nel 2006, all'attuale 3,32. Dato non eclatante come quello a livello nazionale spiegabile con una maggiore tenuta a livello locale a causa del rapporto più diretto tra elettore ed eletto.

Tale aumento di voti,  si spiega verosimilmente dall'autentico tracollo di rifondazione comunista, verdi, comunisti italiani e precedente lista arcobaleno. Formazioni che nel 2006 avevano conseguito rispettivamente 5,45; 4,77; 1,55 e lo 0,65 per complessivi, pertanto, sommando tra loro i vari dati, 12,42 per passare quindi allo sconfortante attuale dato della sinistra arcobaleno 2008, pari al 4,52.

Non solo, occorre pure riflettere su un ulteriore dato: Il candidato che ha conseguito un maggior numero di preferenze all'interno di questa lista è Andrea Alzetta detto Tartan, che ha ottenuto 2099 voti, distintosi per le varie lotte per la casa e che certamente non è un moderato, essendo amico di Nunzio D'erme.

I rimanenti voti persi della cosiddetta sinistra storica sono andati quindi a finire all'operazione, per chi scrive, berlusconiana, lista civica Beppe Grillo, che ha preso il 2,64, nonché  a un'altra lista di disturbo, peraltro come la prima, chiamata i grilli parlanti, che ha preso lo 0,32.

Vediamo però tornando alla sinistra arcobaleno, come il summenzionato capolista Tarzan ha preso ben 1489 voti in meno rispetto al capolista dei Verdi nel 2006, Beppe Covata. Così come Nando Bonessio, terzo nel 2006 sempre nella lista dei verdi, è passato dai 1588 voti in tale elezione ai 1240 attuali. Ugualmente Pomponi, rifondazione comunista, è passato dai 1810 voti del 2006 ai 1358 del 2008 mentre il solo Fabio Nobile è rimasto attestato a 1382 voti nel 2008 rispetto ai 1345 allorquando però era secondo in lista essendo capolista Oliviero Di liberto, oggi non candidato ed essendo quindi Fabio Nobile il primo in lista dei comunisti italiani.

Quindi sembra evidente un inasprimento della componente di sinistra e movimentista all'interno della detta alleanza elettorale, così come sembra che abbia inciso e in parte lo possa spiegare, sul richiamo al voto utile, anche il trapasso dei voti verso l'Italia dei valori. Anche perché, in fine campagna elettorale,  si è connotata nuovamente per il rinato anti-berlusconismo in simultanea con il neo corso veltroniano di resa incondizionata.

Senonché tale connotazione delle origini dell'Italia dei valori , purtroppo non paradossalmente premiato chi, come il sottoscritto, essendo componente del direttivo di Liberacittadinanza, associazione di riferimento dei girotondi della quale è stato portavoce Pancho Pardi prima di dimettersi prima di candidarsi, poteva avvantaggiarsi. Stante l’assenza pressoché assoluta di indicazioni in tal senso.

Conseguentemente, in realtà l'Italia dei valori non è fuggita al collasso generale dei partiti della sinistra. Solo, diversamente che in altri partiti, alla perdita dei voti in dote dei singoli candidati, ha coinciso un aumento invece del voto legato al partito e alla tematica dell’antiberlusconismo. Tale voto è, secondo chi scrive e come detto, quello in fuga dalla precedente sinistra. Incolpata giustamente della caduta del governo Prodi. Arricchimento in termini di voto complessivo che però non ha premiato i candidati maggiormente schierati nelle anti berlusconismo a causa dell'assenza di qualsiasi indicazione in tal senso da parte dell'associazionismo e dei movimenti. Rimasti gravemente silenti e inerti, completamente frastornati tra una pulsione all’astensionismo e un’analoga suicida attrazione verso Grillo.

Abbiamo quindi, come detto e per verificare l’erosione in termini personali, del consenso precedentemente avuto, una riduzione da parte del capolista dell'Italia dei valori dei precedenti 5999 voti conseguiti nel 2006 nell’ulivo per Veltroni, allorquando l'Italia dei valori aveva il 2,29%, agli attuali 2466 ottenuti a fronte di innalzamento però al 3,32 della percentuale . Analogamente abbiamo a fronte dei precedenti 1394 voti confluiti nel 2001 da Oscar Tortosa, nei socialisti, gli attuali 1216.

Per avere però un riscontro obiettivo con un militante dell'Italia dei valori anche alla precedente tornata elettorale, abbiamo il passaggio dei 1607 voti nel 2006 da Gargano, agli attuali 1157.

Analogamente i precedenti 710 conseguiti dall'egregio Roberto Soldà nel 2006, si sono ridotti agli 590 allorquando però lo stesso è divenuto meritoriamente responsabile comunale.

Arrivando quindi al nono posto, nel 2006 lo stesso è stato conseguito dall'avvocato Luigi Barletta, responsabile di dipartimento nazionale, il quale ha conseguito 311 voti rispetto ai 292 riportati oggi dallo scrivente mentre il decimo posto, attualmente occupato da Macchia con 180 voti, nel 2006 fu conseguito da Saed che ha avuto 304 voti.

Occorre però osservare taluni altri elementi indicativi.

Per esempio, la richiamata lista di disturbo detta "grilli parlanti", a fronte di complessivi 4905 voti, ha avuto, quale maggiore votato, un candidato con 14 voti.

Roberto Petrassi, già responsabile regionale dell'Italia dei valori nonché assessore provinciale alla tutela dei consumatori e lotta all'usura è passato dai 1034 voti del 2006 agli attuali 375, con le liste moderate.

Carlo Fayer, appoggiato da Roberto Alagna e dalle liste civiche, è passato dai 1896 voti del 2006 ai 1118 attuali, Flammini vicepresidente del sindacato dei locali da ballo, dai 374 del 2006 è passato agli attuali 258 mentre il capolista Quadrana della medesima lista, è passato dai 2409 voti del 2006 allorquando era nella rosa nel pugno agli attuali 1870 mentre Mario Staderini nella lista dei radicali, quale capolista, ha conseguito 625 voti.

Sulla base di questi semplici confronti, sembra evidente che l'elettorato abbia voluto punire la sinistra governativa e con questa anche la sinistra locale, travolgendo con questo anche candidati comunque ritenuti amici. E' rimasto forte quindi il voto di partito, anche non conosciuto ma arginante una piena. In un ambito dove sembrava essere la componente amicale, di conoscenza e di fiducia verso il candidato, predominante rispetto al dato generale di disprezzo nei confronti di chi, al governo, ha consentito questa preoccupante vittoria berlusconiana. In uno con l'invito all'astensionismo e alle liste di grillo di disturbo a macchia di leopardo.

Il mio dato particolare, invece,  è che, dopo quattro anni, sono rientrato dentro un partito dove, oramai, non conoscevo più nessuno tranne i vertici nazionali. Partito dove non ho fatto alcuna propaganda elettorale rimanendo pressoché sconosciuto alla base. Dimodoché, all'interno di questo partito, pur avendo militato precedentemente ed essendo stato addirittura il capolista alle precedenti provinciali, in realtà non conoscevo nessuno e pertanto non ho avuto nessun voto e aiuto.

Questo si unisca al modico riscontro avuto agli innumerevoli inviti al voto inviati sotto forma di SMS, mail e telefonate. Indicativa altresì la precisazione di diversi conoscenti e anche familiari di come il voto, quale sindaco, sarebbe andato ad Alemanno anziché a Rutelli.

Rimane quindi il rimpianto di come, questa fuga dai partiti tradizionali della sinistra storica, non è stata intercettata da chi, a suo tempo, è stato ritenuto non essere in linea con la nuova linea governativa dell'Italia dei valori in quanto da sempre -chi scrive- impegnato ad interagire con il mondo dei girotondi e dei movimenti.

Certamente un minimo sforzo avrebbe consentito, quindi, al candidato MARINELLI, di non essere confuso e di essere quindi premiato.

Così non è stato però ho fiducia per la mia coerenza.

Grazie.

Roma, 17 aprile 2008, ore 01,20
                                                                                                          vittoriomarinelli

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