mercoledì 24 ottobre 2012

Usa, lo stupro viene da Dio


LA DICHIARAZIONE

Nuova gaffe di un senatore repubblicano.


Anno sfortunato il 2012 per i repubblicani in tema di stupri
Dopo la gaffe di Todd Akin, martedì 22 ottobre è stato il turno del candidato repubblicano dell'Indiana al Senato Richard Mourdock, uomo del Tea Party.
«Se una donna rimane incinta dopo uno stupro», ha affermato «è qualcosa che Dio ha voluto».
Parole che hanno scosso il dibattito elettorale americano.
Tanto che il candidato alla Casa Bianca, Mitt Romney, ha subito preso le distanze: quanto espresso da Mourdock «non riflette» le sue idee.
«Non volevo mica dire che Dio avesse preordinato lo stupro», ha cercato di ritrattare Mourdock. «Chiunque suggerisse ciò sarebbe malato e perverso».
Ma la sua frase però è rimasta.
ROMNEY, VOTO DELLE DONNE CERCASI. E pensare che negli ultimi giorni di campagna elettorale l'ex governatore del Massachusetts aveva ammorbidito le sue posizioni in tema di aborto.
Puntando a non inimicarsi proprio l'elettorato femminile, aveva precisato che non intende sostenere una legge per limitare l'interruzione di gravidanza: «Non c'è un progetto legislativo sull'aborto nella mia agenda».
Gli avversari l'hanno comunque accusato di trasformismo («Se dici che vuoi tutelare il diritto di scelta delle donne sul tema dell'aborto, ma poi durante un dibattito ti alzi in piedi e dici che saresti felice di firmare una legge che bandisce questo diritto, allora soffri sicuramente di Romnesia», ha detto Obama).
IL CASO AKIN. Il partito repubblicano, inoltre, era già finito al centro di una bufera due mesi fa, quando un parlamentare vicino a Paul Ryan, Todd Akin, convinto anti-abortista, si era pronunciato contro l'interruzione di gravidanza anche in caso di violenza sessuale: «In caso di uno stupro legittimo, il corpo femminile può fare in modo di chiudere tutto...». Akin, candidato in Senato in Missouri, ha chiesto scusa ma non si è ritirato dalla corsa.
Frasi che rischiano di riaccendere un caso difficile da gestire per Romney che dovrà mediare tra la posizioni più radicali degli ultraconservatori e quelle degli indecisi, fondamentali a meno di due settimane dal 6 novembre.

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