domenica 14 ottobre 2012

Tronchetti Provera, chiuse le indagini Il manager è accusato di ricettazione



Tronchetti Provera in una immagine d’archivio
Per il caso Kroll nell’ambito
della vicenda dei dossier illegali
MILANO

La Procura di Milano chiude le indagini su Marco Tronchetti Provera, nate nell’ambito della vicenda dei dossier illegali e dei reati commessi dagli `spioni´ di Telecom, e conferma in capo all’ex presidente del gruppo telefonico l’ipotesi di reato di ricettazione. 
Sono state invece stralciate nell’atto di chiusura delle indagini, firmato dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, le altre accuse che pendevano su Tronchetti, e cioè il concorso nelle intrusioni informatiche del `Tiger Team´ di Giuliano Tavaroli e Fabio Ghioni e la corruzione internazionale. Se dunque per la ricettazione - punita con la reclusione tra i due e gli otto anni - si va verso una richiesta di processo (o una citazione diretta a giudizio), le altre accuse appaiono destinate all’archiviazione. Il legale di Tronchetti, Roberto Rampioni, ha espresso «soddisfazione» per l’alleggerimento della posizione del suo assistito. 

L’indagine sul presidente di Pirelli si riferisce ad alcuni dati trafugati dal computer del colosso di investigazione Kroll dagli uomini della security Telecom, nel 2004, in un hotel in Brasile. Tronchetti, secondo le indagini, sarebbe stato messo a conoscenza del contenuto dei file da Giuliano Tavaroli, all’epoca capo della security Telecom, che avrebbe fatto pervenire in forma anonima i file, previo accordo con Tronchetti, alla sua segreteria. In quel periodo era in corso una battaglia per il controllo di Brasil Telecom tra Telecom e alcuni fondi di investimento al cui servizio lavorava la Kroll, chiamata a investigare sugli affari brasiliani del gruppo italiano. La contesa finanziaria era poi finita nelle aule di giustizia sia italiane che brasiliane. E il cd con i dati della Kroll fu prodotto in tribunale dai legali della Pirelli e della Telecom. 

«Siamo convinti di poter dimostrare che anche in questo caso nessun comportamento illegale è stato posto in essere» ha detto Rampioni parlando dei file sottratti alla Kroll e «comprovanti lo spionaggio» ai danni di Telecom. «La portata lesiva delle azioni Kroll è stata confermata più volte anche dalla società Marsh&McLellan, allora controllante di Kroll» ha ricordato Rampioni sottolineando che la stessa si è scusata «ufficialmente». 
Il presidente della Pirelli era stato iscritto nel registro degli indagati nel novembre del 2011 anche per concorso in hackeraggio e corruzione internazionale per i 26 milioni di euro che sarebbero stati pagati da Telecom tra il 2002 e il 2006 a un mediatore brasiliano. Le due accuse sono state però `stralciate´ e appaiono destinate all’archiviazione come successo nei mesi scorsi per altre ipotesi di reato. Resta aperto, anche se pare incanalato su un binario morto, un ultimo fascicolo: un’inchiesta avviata dalla Procura di Roma nel 2006 a carico di ignoti, passata attraverso una richiesta di archiviazione poi respinta, e trasmessa alla fine del 2009 ai pm milanesi Stefano Civardi e Nicola Piacente. 


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