giovedì 25 ottobre 2012

Severgnini, otto porte sul futuro e il ritorno dei maestri


- Il metodo è quello delle T-junctions, 8 parole e la stessa consonante per inizio (Talento, Tenacia, Tolleranza, Totem, Tenerezza, Tempismo, Terra, Testa).
Beppe Severgnini fa della vita civile e quotidiana ciò che Italo Calvino fece della letteratura in “Lezioni americane”: un decalogo di valori per affrontare moralmente e praticamente l’Italia del presente. A metà tra la guida pratica e l’orazione civile, “Italiani di domani” è un vademecum da non perdere.
Dedicato agli ottantini,cioè coloro che hanno visto la luce dal 1980 in poi, che si trovano a navigare nelle difficoltà di un Paese bloccato dalla crisi e dai suoi conservatorismi. Il sempre arguto Severgnini dispensa consigli e saggezze. Andare all’estero per tornare, essere connessi, trovare le regole sulle quali edificare la propria esistenza, imparare l’inglese, scoprire i propri talenti, essere tenaci nel crearsi opportunità, aperti ed elastici rispetto agli imprevisti della vita, non avere paura dell’impegno sociale e politico.
Il tutto condito da canzoni, poesie, libri e film che accompagnano la lezione del giornalista. Non mancanocenni ed episodi autobiografici ambientati nel lontano e ben conosciuto mondo anglosassone né frecciate contro gli isterismi di massa del tempo moderno. Così come appare qualche venatura politica: il discredito internazionale di Berlusconi, il mercato del lavoro bloccato, un sistema pensionistico iniquo, mancanza di concorrenza, elevata evasione fiscale, bamboccioni ed università autoreferenziali.
Severgnini tratteggia problemi reali e risponde con soluzioni di principio, semplici ed accessibili. E’ un libretto realista, ma con il retrogusto dell’ottimismo che pone l’accento su quell’Italia che ce la fa e ce la vuole fare, quella che innova con la forza delle sue tradizioni, del suo gusto, del suo stile e dei suoi molteplici localismi. Sono 8 porte sul futuro per capire che la crisi ha cambiato il mondo, che questo non sarà più lo stesso, che la flessibilità mentale è il minimo comune denominatore per sopravvivere nel mare della competizioni globale. Globalizzazione che è fonte di grande opportunità di riforma per un Paese assolutamente trendy all’estero, ma terribilmente fuori tempo massimo in patria.
Una scrittura che sa essere orazione civile, tendente al ritorno di ciò che negli ultimi anni si era perso: quelle lezioni di vita che solo i grandi maestri sono capaci di tenere. Severgnini ci prova e, tolta qualche banalità, ci riesce. E’ una scossa forte ad una generazione impaurita e spesso frustrata a reagire positivamente nella spinta al cambiamento.
Retorica? Sicuramente, ma c’è una retorica che fa bene, stimola gli animi e lascia immaginare il domani.Perché il cambiamento è possibile, ma bisogna fare presto e partire da se stessi. Perché il futuro è lì, ma bisogna avere il coraggio di afferrarlo. E’ una parentesi di audace speranza nel senso d’impotenza della quotidianità:”Voi non potete sognare,voi dovete farlo. Questo è l’unico ordine. Gli altri erano solo consigli.” E quindi, don’t stop thinking about tomorrow.

- Il metodo è quello delle T-junctions, 8 parole e la stessa consonante per inizio (Talento, Tenacia, Tolleranza, Totem, Tenerezza, Tempismo, Terra, Testa).
Beppe Severgnini fa della vita civile e quotidiana ciò che Italo Calvino fece della letteratura in “Lezioni americane”: un decalogo di valori per affrontare moralmente e praticamente l’Italia del presente. A metà tra la guida pratica e l’orazione civile, “Italiani di domani” è un vademecum da non perdere.
Dedicato agli ottantini,cioè coloro che hanno visto la luce dal 1980 in poi, che si trovano a navigare nelle difficoltà di un Paese bloccato dalla crisi e dai suoi conservatorismi. Il sempre arguto Severgnini dispensa consigli e saggezze. Andare all’estero per tornare, essere connessi, trovare le regole sulle quali edificare la propria esistenza, imparare l’inglese, scoprire i propri talenti, essere tenaci nel crearsi opportunità, aperti ed elastici rispetto agli imprevisti della vita, non avere paura dell’impegno sociale e politico.
Il tutto condito da canzoni, poesie, libri e film che accompagnano la lezione del giornalista. Non mancanocenni ed episodi autobiografici ambientati nel lontano e ben conosciuto mondo anglosassone né frecciate contro gli isterismi di massa del tempo moderno. Così come appare qualche venatura politica: il discredito internazionale di Berlusconi, il mercato del lavoro bloccato, un sistema pensionistico iniquo, mancanza di concorrenza, elevata evasione fiscale, bamboccioni ed università autoreferenziali.
Severgnini tratteggia problemi reali e risponde con soluzioni di principio, semplici ed accessibili. E’ un libretto realista, ma con il retrogusto dell’ottimismo che pone l’accento su quell’Italia che ce la fa e ce la vuole fare, quella che innova con la forza delle sue tradizioni, del suo gusto, del suo stile e dei suoi molteplici localismi. Sono 8 porte sul futuro per capire che la crisi ha cambiato il mondo, che questo non sarà più lo stesso, che la flessibilità mentale è il minimo comune denominatore per sopravvivere nel mare della competizioni globale. Globalizzazione che è fonte di grande opportunità di riforma per un Paese assolutamente trendy all’estero, ma terribilmente fuori tempo massimo in patria.
Una scrittura che sa essere orazione civile, tendente al ritorno di ciò che negli ultimi anni si era perso: quelle lezioni di vita che solo i grandi maestri sono capaci di tenere. Severgnini ci prova e, tolta qualche banalità, ci riesce. E’ una scossa forte ad una generazione impaurita e spesso frustrata a reagire positivamente nella spinta al cambiamento.
Retorica? Sicuramente, ma c’è una retorica che fa bene, stimola gli animi e lascia immaginare il domani.Perché il cambiamento è possibile, ma bisogna fare presto e partire da se stessi. Perché il futuro è lì, ma bisogna avere il coraggio di afferrarlo. E’ una parentesi di audace speranza nel senso d’impotenza della quotidianità:”Voi non potete sognare,voi dovete farlo. Questo è l’unico ordine. Gli altri erano solo consigli.” E quindi, don’t stop thinking about tomorrow.

Autore: Lorenzo Castellani

Studia Giurisprudenza alla Luiss Guido Carli di Roma. Appassionato di diritto, politica e giornalismo. Ha diretto un giornale universitario, fondato il network studentesco LUISS APP ed è tra i responsabili nazionali degli universitari di FLI. Liberale e liberista fin dalla più tenera età sogna un’Italia dinamica, aperta e competitiva.



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