giovedì 25 ottobre 2012

Segretaria storica di Bersani indagata truffa ai danni Emilia Romagna



L'inchiesta da un un esposto nel 2010 del deputato Enzo Raisi, ex Pdl ora Fli


 Segretaria di Bersani indagata per truffa

BOLOGNA - Zoia Veronesi, storica segretaria del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, è indagata alla Procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna. A mettere in moto l'inchiesta fu nel 2010 un esposto del deputato Enzo Raisi (ex Pdl, ora Fli), in cui si ipotizzava la creazione di un incarico appositamente per lei da parte della Regione per cui lavorava, che le consentisse di continuare a seguire a Roma l'attività del segretario del Pd ed ex presidente della Regione. La Veronesi, da tempo, non è più dipendente regionale, ma lavora per il Pd. "Il pubblico ministero - ha spiegato, interpellato dai giornalisti il difensore avv. Paolo Trombetti - ci ha invitato a rendere interrogatorio: cosa che faremo senz'altro perché abbiamo interesse a chiarire che non c'é stata nessuna irregolarità da parte di chiunque, tanto meno della signora Veronesi".
DIFESA, E' TUTTO REGOLARE - Zoia Veronesi circa un paio di settimane fa ha ricevuto un avviso a comparire in cui si ipotizza la truffa ai danni della Regione Emilia-Romagna. Al centro dell'inchiesta, condotta dal Pm Giuseppe Di Giorgio, il suo ruolo avuto a Roma da parte della Regione come 'raccordo con le istituzioni centrali e con il parlamento'. Negli accertamenti compiuti dalla magistratura però non sarebbe stata trovata traccia di questa attività di cui era incaricata Veronesi. L'ammontare della truffa sarebbe relativo alla retribuzione avuta dalla Regione per l'anno e mezzo circa in cui ha ricoperto l'incarico. Poi si è dimessa ed é stata assunta dal Pd. "L'ipotesi di reato - ha spiegato il difensore avv.Paolo Trombetti - viene respinta, come verrà dimostrato nell'interrogatorio. E' tutto regolare e senza ombre. Si tratta di una vicenda in cui nulla le può essere rimproverato". Raisi aveva presentato l'esposto su Veronesi il 19 marzo 2010, insieme ad altri esposti riguardanti la Regione. Venivano segnalate presunte anomalie o irregolarità sull'incarico assegnato all'ex segretaria di Pierluigi Bersani, come 'dirigente professionale' per il raccordo con le istituzioni centrali e il Parlamento (ruolo che, secondo Raisi, le avrebbe permesso di continuare a lavorare per il segretario Pd). La stessa Veronesi in alcune interviste comparse allora sulla stampa locale aveva spiegato di essere una dipendente regionale con orario di lavoro di 36 ore: "Nel tempo libero e nei week end faccio quello che mi pare gratuitamente". Rispetto a Bersani, Veronesi aveva spiegato di aver cominciato a lavorare con lui 18 anni prima "in una sede di partito. Poi sono stata la sua segretaria quando è stato presidente della Regione. L'ho seguito come segretaria quando è stato ministro chiedendo l'aspettativa dalla Regione". Veronesi aveva aggiunto che Bersani, quando è diventato segretario Pd, le aveva chiesto se era disponibile a lavorare con lui. E le decisione era stata di andare a lavorare con lui, dopo avere annunciato il 28 gennaio 2010 le dimissioni, diventate tali dopo i due mesi di preavviso. La posizione che rivestiva per la Regione era stata poi soppressa, e questo fatto era stato oggetto di una interpellanza regionale del Pdl
 (ANSA)

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