lunedì 22 ottobre 2012

Prefetto Napoli rimprovera parroco e filmato finisce in rete



Sacerdote aveva chiamato 'signora' il prefetto di Caserta


 Don Maurizio

E' ancora polemica sulla vicenda che ha coinvolto don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che da mesi sta conducendo una battaglia contro i roghi tossici. Il prete è stato duramente rimproverato dal prefetto di Napoli Andrea De Martino per aver chiamato solo 'signora' il prefetto di Caserta Carmela Pagano. L'episodio si è verificato nel corso di una riunione tenutasi tre giorni fa negli uffici del Palazzo di Governo, ma è emersa grazie a un video amatoriale diffuso sul Web. E adesso c'è non solo chi chiede al prefetto De Martino di scusarsi, ma anche chi ne domanda le dimissioni.
"Con il suo comportamento indegno il prefetto di Napoli De Martino ha dimostrato che per lui l'appellativo 'signore' è persino esagerato. La sua arroganza, l'incredibile aggressione verbale verso un uomo come Maurizio Patriciello impegnato in prima linea nella difesa del diritto e della legalità, sono incompatibili con il ruolo di servitore dello Stato: deve dimettersi, se non lo fa ci auguriamo che venga rimosso e assegnato a un incarico adeguato alle sue capacità", affermano i senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
"Il silenzio delle istituzioni è assordante", dichiara Andrea Ceccherini, presidente dell'Osservatorio Permanente Giovani - Editori. "Se non sbaglio - aggiunge - il Prefetto è il massimo rappresentante delle istituzioni nella provincia. Ed io non posso pensare che i vertici dello Stato si possano sentir rappresentati dal comportamento del prefetto di Napoli Andrea De Martino. Occorre indignarsi di fronte all'esplosione dell'arroganza da qualunque parte essa venga, a maggior ragione quando essa giunge da chi istituzionalmente avrebbe il dovere di tutelare i piu' deboli, che invece umilia". "Visto che ad oltre 24 ore dai fatti il Prefetto De Martino non ha ancora sentito il bisogno di scusarsi pubblicamente, è legittimo chiedere, e lo faccio io, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Interno - prosegue Ceccherini - se un comportamento simile li rappresenti, perché in assenza di un loro pubblico intervento, ciò rischia di dover essere presupposto, visto che la carica prefettizia è la massima autorità dello Stato nella provincia, e se così fosse sarebbe l'inverno della Repubblica, l'inverno della cittadinanza, l'inverno della democrazia. Ma io - conclude - ho troppa fiducia nelle Istituzioni per pensarlo. E spero di non sbagliarmi".
''Se questo 'incidente' e' servito a far accendere ancora di piu' i riflettori sull'emergenza ambientale in provincia di Napoli per me non c'e alcun problema''. Don Maurizio Patriciello, prova quasi imbarazzo al telefono con l'ANSA, a ricordare quanto accaduto. ''Per prima cosa voglio chiarire una cosa - afferma - non era mia intenzione mancare di rispetto al prefetto di Caserta chiamandola solo signora e non 'signor prefetto'. Non mi sarei mai permesso''. ''Il mio intendimento non e' certo quello di fare polemica ma solo - aggiunge - di sollecitare la soluzione, continuandoci a confrontare, al problema dei rifiuti in fiamme e a quelli lasciati lungo le strade. Ero li' per segnalare solo quanto noi cittadini abbiamo documentato con foto, per ragionare come sempre con spirito collaborativo e costruttivo''.
''Don Patriciello conosceva il prefetto Carmela Pagano ed il suo ruolo perche' era stata ricevuto in piu' occasioni presso la prefettura di Caserta. Pertanto, dopo averla chiamata per ben tre volte signora'', spiega da parte sua il prefetto De Martino in una nota diffusa sabato. ''Ho ritenuto doveroso invitare don Patriciello a rivolgersi al responsabile della prefettura di Caserta utilizzando il titolo di prefetto, perche' riconoscesse nel suo interlocutore, agli occhi tutti, il ruolo e le responsabilita' che sono affidate al rappresentante di governo''. ''Se qualcuno si fosse rivolto a don Patriciello, appellandolo come signore - afferma De Martino - avrei chiesto ugualmente il rispetto per le istituzione che rappresenta e per le funzioni che svolge e sono certo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire''. (ANSA)

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