domenica 21 ottobre 2012

Pdl e Pd diversi. Ma finiranno entrambi "a cocci"?

da Massimo Falcioni


Non sono la stessa cosa, Pdl e Pd, e per come sono nati e per lo stato attuale. Però, più che partiti, entrambi sono liste elettorali formate senza identità né progetto politico, macchine da voti e da potere.
Il partito del “predellino”, dopo anni di malgoverno e con molti suoi esponenti implicati nel malaffare, è proprio alla frutta con il suo padre-padrone politicamente latitante e con milioni di elettori delusi e sbandati, in cerca di un approdo. Sull’altro fronte, il partito nato da ex comunisti e un pezzo di ex dicì è sempre preda di convulsioni, solo apparentemente in buona salute (al 25% nei sondaggi, ma con quasi il 50% di astensioni che porta il presunto quarto dei voti a circa un misero 12%!), proprio perché tutti gli altri sono alla canna del gas.
Il tutto, a parte il minacciato astensionismo, con l’avanzamento del movimento di Beppe Grillo, dato già oltre la diga del 20%! Ci vuole molto a capire che dopo il voto (o addirittura prima?) Pdl e anche Pd finiranno a cocci? Con Berlusconi “spennato”, leader senza più carisma e appeal, palla al piede più che risorsa, nel centrodestra nessuno riesce a tenere insieme in uno stesso partito persone e spezzoni di partiti tanto diversi. E di qua, le primarie, invece di rappresentare un momento di recupero del rapporto fra elettori e politica, rischiano di frantumare l’unico partito ancora strutturato, pur se a macchia di leopardo, e con molte caratteristiche di tipo feudale e/o para-bolscevico.
Ragion per cui dalla battaglia delle primarie nessun vincitore potrà dire di aver … vinto perché sarà il Pd a uscirne a pezzi, logorato e sfiancato prima della battaglia vera, quella del voto politico di aprile. I due partiti (ma non solo loro) sono così malmessi e out, che il governo Monti fa e disfa come gli pare, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. E’ vero, l’Italia è ben più credibile a livello internazionale di un anno fa (non ci voleva molto visti i profili di B&B), ma al contempo gli italiani stanno addirittura peggio di prima,con la tenaglia della crisi sempre più stringente.
Al di là delle fanfaronate del berlusconismo e dell’infinito sterile ping pong del Pd la crisi continua a mettere a nudo la fragilità morale e la inconsistenza culturale e politica di tutti i partiti, nessuno escluso. La tensione cresce e a rischio è la coesione sociale del Paese. C’è già chi soffia sul fuoco e chi è addirittura pronto a gettarvi sopra benzina: non saranno certo questi partiti (e questi sindacati) a fermarli. Napolitano (sponsor di Monti) fin qui ha fatto da argine. Che succederà dopo?

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