martedì 16 ottobre 2012

Parigi come ai tempi di Picasso e Sartre



Vuitton apre Salone letterario, artisti e intellettuali moderano conversazioni


 Jean-Paul Sartre nel 1968 durante un dibattito con gli studenti alla Sorbona, foto d'archivio

PARIGI - Come ai tempi di Prevert, Sartre e Picasso, il celebre quartiere parigino di Saint-Germain-des-pres, ritorna, o almeno ambisce, a essere uno dei centri della vita culturale della città. Dopo che la boutique Dior, sulla piazza principale, di fianco alla chiesa, è ritornata ad essere una libreria, è il marchio Louis Vuitton a inaugurare un insolito 'salone letterario' - per il momento temporaneo, resterà aperto da giovedì fino al 31 dicembre - per ospitare ogni settimana artisti e intellettuali che modereranno dibattiti e 'conversazioni'. Tra le otto personalità in programma ci sono il regista Christophe Honoré (12 novembre) e Claude Lanzman, scrittore e direttore della mitica rivista 'Le temps modernes', nonché autore di 'Shoah' (26 novembre). Protagonista sarà anche il jazz. Come nei saloni di una volta, le conversazioni si terranno su invito ma saranno filmate e disponibili su internet. "Gli incontri - spiega la direzione di Louis Vuitton - saranno animati nello spirito degli scambi appassionati che nel dopoguerra hanno infiammato le terrazze dei caffé vicini dai nomi mitici come il Café de Flore, Le Deux Magots e la Brasserie Lipp". Lo spazio, battezzato 'La scrittura e' un viaggiò, sarà aperto al pubblico tutti i giorni e accoglierà anche una mostra permanente e un angolo per la lettura con una biblioteca ideale curata da Laure Adler. Al centro della sala c'é l'opera dell'artista Jean-Jacques Lebel, una sorta di statua della libertà con il volto del poeta francese André Breton alta 2,50 metri dal titolo 'Omaggio a Marcel Duchamp e Andre' Breton'.
Alle pareti sono appese 51 tavole originali di Ed Ruscha che illustrano l'opera di Jack Kerouac, 'La strada'. In questi anni, intellettuali, librai e politici, uniti nella battaglia in difesa dei luoghi mitici dell'esistenzialismo, non hanno smesso di criticare la trasformazione del 'quartiere latino', il V/o e il VI/o arrondissement, e in particolare del boulevard Saint Germain, in un grande 'centro commerciale' assoggettato alle leggi del mercato e piegato dai prezzi dell'immobiliare alle stelle. Già nel 1999 la cantante Juliette Greco aveva denunciato l'offensiva delle firme del lusso o dell'alta moda sulla 'rive gauche', la parte sinistra della Senna, storicamente considerata territorio degli intellettuali, quando il Divan, celebre libreria ai piedi della Chiesa di Saint-Germain-des-Pres, venne spodestata da un negozio Dior. Oggi quello spazio è ritornato a essere una libreria, la Hune (che prima si trovava al posto del nuovo salone letterario di Vuitton, al numero 170 di boulevard Saint Germain), ma altre librerie e case editrici continuano a chiudere i battenti. E' in questa parte di Parigi che, a partire dal XVII/o secolo, cominciarono a insediarsi importanti intellettuali e artisti che vivevano in povertà trovando rifugio nei caffé per scrivere o per dipingere e anche per proteggersi dal freddo. Ma é nel dopoguerra che il quartiere è diventato il fulcro della vita culturale della città, che ha visto tra i suoi protagonisti Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Edouard Manet, Pablo Picasso, Jacques Prevert, Jean-Luc Godard e Francois Truffaut. Nel quartiere sono concentrate ancora un terzo delle librerie parigine, la maggior parte delle case editrici e delle gallerie d'arte, e una quarantina di cinema. (ANSA)

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