giovedì 18 ottobre 2012

Morta la 'Emmanuelle' Sylvia Kristel



L'attrice francese si è spenta dopo una lunga malattia

 Sylvia Kristel
PARIGI - E' morta per le conseguenze di un cancro dal quale era affetta da tempo, Sylvia Kristel, l'attrice francese che portò al successo 'Emmanuelle'.
Nata a Utrecht, in Olanda, Sylvia Kristel aveva da poco compiuto sessant'anni. "E' morta durante la notte, nel sonno", ha dichiarato alla France Presse l'agente Marieke Verharen dell'agenzia Features Creative Management, aggiungendo che si è spenta a causa di un cancro.
All'inizio di luglio, l'attrice era stata colpita da ischemia cerebrale e ricoverata ad Amsterdam. Kristel divenne famosa con il primo film 'Emmanuelle' (1974) tratto dal romanzo omonimo di Emmanuelle Arsan, che fece scandalo e diede inizio a una lunga serie di sequel: Emmanuelle l'antivergine (1975), Goodbye Emmanuelle (1977) ed Emmanuelle 4.

Sylvia Kristel

Biografia


foto di: Sylvia Kristel

Secondo l'attrice olandese Sylva Kristel «Si ha bisogno di inventare, evitando la verità. Si ha bisogno di drammatizzare... che è anche una forma di protezione». E qual è la verità che bisogna proteggere? La verità del sesso. Quell'insaziabilità amorosa ossessiva che tutti noi abbiamo viva dentro i nostri corpi. Lei ne fu portatrice, senza ombra di dubbio. Poco più che una ragazza, ruppe il perbenismo del mondo mostrando loro che la vera perversione non era tanto darsi al sesso, ma nasconderlo. Conoscerlo e viverlo. Senza fare finta che esso non esista. Per questo lei ha incarnato Emmanuelle, in ogni suo dettaglio di carne, in ogni suo frammento amoroso, in ogni suo particolare di sesso, pulsante e profondo, senza curarsi dei sessi altrui, di ogni variabile di genere, di ogni metodo usato. E per un'Europa che usciva dal '68, la sua Emmanuelle fu un abisso di tragico, ma raffinato erotismo che esplodeva fuori dalle pareti dell'intimità borghese.

Olandese, figlia di un direttore d'orchestra, ricevette una rigida educazione cattolica, ma a 17 anni, forse per sfuggire a quella pressione religiosa, decise di dedicarsi alla danza, pagando le sue lezioni con lavori come barista, segretaria e impiegata in una pompa di benzina. Nonostante volesse diventare maestra, nel 1973, si iscrisse al concorso di bellezza Miss Tv Europa. La vittoria le spalanca prima i cancelli della moda, dove lavorerà brevemente come indossatrice, e poi quelli per il cinema dove avrà un posto storico abbastanza rilevante.

Cinematograficamente, esordisce lo stesso anno nella pellicola L'amica di mio marito di Pim de la Parra; poi, notata dal fotografo Just Jaeckin, specializzato in erotismo patinato, viene scelta come protagonista per la trasposizione sul grande schermo dello scandaloso best-seller "Emmanuelle", spregiudicata storia di una giovane e bella donna che in Thailandia ha delle relazioni con uomini e donne. Da quel momento in poi il suo futuro è segnato. Non solo perché la sua filmografia da qui in poi sarà esclusivamente formata da pellicole erotiche (sono rari i casi in cui la si vedrà recitare in qualche genere diverso), ma perché la sua fama, il suo nome e il suo volto sono necessariamente diventati un cult. Lei, esordiente e poco più che ventiduenne, diventa la protagonista del più grande successo commerciale del genere soft-core di ogni tempo, che restò in programmazione per ben 10 anni in un locale degli Champs-Elysées di Parigi. Un film giusto al momento giusto, scrisse qualcuno. Emmanuellerispondeva alle domande di trasgressione di un'altolocata borghesia annoiata. E diede il via a una serie di sequel che vedevano sempre la Kristel come protagonista: Emmanuelle l'antivergine (1975),Goodbye Emmanuelle (1977), Emmanuelle 4 (1983), Emmanuelle 7 (2001), diretti da altri registi.

La fama la porta fra le braccia dello scrittore belga Hugo Claus, con il quale condividerà la passione per i viaggi europei che le permisero di apprendere varie lingue. Tentò anche di sdoganarsi dal cinema prettamente erotico, scegliendo, per esempio, la commedia di Alain Robbe-Grillet Giochi di fuoco(1974), con Jean-Louis Trintignant, Philippe Noiret e la nostra Agostina Belli, o Una femmina infedele(1976) di Roger Vadim, ma il numero delle pellicole di stampo erotico sormontava quelle "normali".

Conclude gli anni Settanta recitando in: Il margine (1976) di Walerian Borowczyk, con Joe Dallessandro; Tre simpatiche carogne (1977) di Francis Girod, con Michel Piccoli, Riccardo Garrone e Gérard Depardieu; Alice ou la dernière fugue (1977) di Claude Chabrol; l'italiano Letti selvaggi (1979) di Luigi Zampa e il catastrofico Airport 80 (1979) di David Lowell Rich. Poi nel decennio successivo la ritroviamo in Amore in prima classe (1980) di Salvatore Samperi, mentre susciteranno scandalo le sueLezioni maliziose (1981) di Alan Myerson, giacché (nonostante la presenza di Emmanuelle) questo film è sicuramente il più controverso di tutta la sua filmografia. Nella parte di una badante francese che viene assunta da un ricco imprenditore affinché educhi sessualmente il figlio, la Kristel verrà accusata di pedofilia (assieme al regista) per via delle numerose scene di amplesso che hanno come protagonista lei e il sedicenne Eric Brown, scoprendo però poi che per le scene di nudo era stata usata una controfigura, l'americana Judy Sheldon. Un duro colpo per i fans che lei cercò di riconquistare celermente recitando in un altro film di Just Jaeckin: L'amante di Lady Chatterley (1981).

Diventata madre dell'attore Arthur Kristel, recita accanto a Richard Chamberlain, Faye Dunaway, Ornella Muti e Hanna Schygulla ne Il veneziano (1986) e dopo alcuni film di Philippe Bot, eccola ritornare nell'horror di Christopher Coppola Dracula's Widow (1989). Nella sua carriera, perfino un film coreano: Seong-ae-ui chimmuk (1992), poi la sua ultima pellicola Bank (2002) di Sinan Cetin. Nel 2006, a 54 anni suonati, pubblica la sua autobiografia dal titolo più che ovvio: "Nue" ("nuda"), dove racconta il suo sesso, la sua vita di eccessi, i suoi letti selvaggi, il suo mondo e le purezze sentimentali, fra piaceri e dispiaceri quotidiani.

In questo tempo di voyeurismo digitale e virtuale, la sua Emmanuelle avrebbe ancora molto da dare, ma siamo più che convinti che le storie che a lei si intreccerebbero, avvinghiandosi ancora una volta alla sua pelle nuda, diventerebbero decadenti e meno patinate.

(ANSA)


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