mercoledì 24 ottobre 2012

Fisica, ambientalismo e politica addio a Cini, scienziato scomodo


ROMA - E' stato un grande scienziato, uno dei fondatori dell'ambientalismo italiano, un intellettuale prestigioso che tra i primi ha posto all'attenzione temi oggi centrali come il rapporto tra scienza, tecnica, potere, democrazia. Ma soprattutto è stato un uomo sempre libero nei pensieri e sempre giovane nelle idee. "Un vero maestro e grande innovatore. Uno scienziato che non ha mai perso la curiosità di indagare e conoscere, tra i fondatori dell'ambientalismo scientifico". Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ricorda così Marcello Cini, morto oggi  a Roma all'età di 89 anni.

Nato a Firenze nel 1923, tra fondatori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Cini era professore emerito di Istituzioni di Fisica teorica e di Teorie quantistiche all'Università La Sapienza di Roma. Nella sua attività di ricerca si è occupato di particelle elementari, di fondamenti della meccanica quantistica e di processi stocastici.

Cinque anni fa, ormai ottantaquattrenne, fu l'artefice della lettera aperta 1 che innescò l'incidente tra l'ateneo romano e il Vaticano, facendo saltare la visita di Papa Benedetto XVI all'Università. "Così ho vendicato Galileo Galilei", ironizzò Cini. Nella missivia, datata 14 novembre 2007 e indirizzata al rettore 


Fisica, ambientalismo e politica addio a Cini, scienziato scomodo della Sapienza, il professore chiedeva di annullare la lectio magistralis di Ratzinger prevista per l'inaugurazione dell'anno accademico 2008 perché giudicata "incongrua" in relazione all'occasione. La lettera, di cui una versione modificata fu sottoscritta da 67 docenti, molti dei quali appartenenti alla Facoltà di Fisica, provocò vivaci reazioni politiche e culturali.

Chiamato all'Università di Roma dal fisico Edoardo Amaldi nel 1957, Cini è stato vicedirettore della rivista internazionale Il Nuovo Cimento. Dagli anni Settanta ha accompagnato l'attività scientifica con studi di storia della scienza e di epistemologia, e interventi su varie riviste e sul quotidiano Il manifesto, di cui è stato tra i fondatori, scelta che gli costò la radiazione dal Partito comunista italiano nel 1970.

Il suo interesse per la storia della scienza e per l'epistemologia lo hanno portato a partecipare con saggi e libri al dibattito su questi temi negli ultimi trent'anni. Nel 1967 fece parte del Tribunale Russell sui diritti dell'uomo, visitando il Vietnam durante la guerra e testimoniando le atrocità belliche. E' stato direttore della rivista "SE/scienza esperienza" fondata da Giulio Maccacaro.

Oltre all'impegno scientifico e politico, Cini, come detto, si è distinto anche per quello ambientalista. In particolare fu i prima fila nelle battaglie contro l'energia nucleare sfociate nella campagna referendaria del 1987.

Cordoglio per la morte di Cini è stato espresso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha voluto ricordare la "figura illustre di scienziato e di accademico, personalità di eminente cultura e grande passione civile", rammentando come "Cini ha saputo rendere un contributo di grande originalità agli studi di fisica, di storia della scienza e di epistemologia, rappresentando un punto di riferimento per la nascita, in Italia, del movimento a tutela dell'ambiente e della biodiversità".

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