mercoledì 17 ottobre 2012

Era sembrato male

da Luca


Invece ci sono cose su cui D’Alema è unico e imbattibile. Una di queste è la mancanza di ipocrisia e connivenza con diverse derive deprecabili della politica di sinistra di questi anni: il giustizialismo, la cattiva informazione, il pacifismo cieco e integralista, la demagogia e altro ancora. Sulla cattiva informazione è uno dei pochi che non si presta e non si adegua, che continua a sbottare sulle cose intollerabili, a fare come se non fosse normale inventarsi le cose. Oggi poi, in un’intervista giustamente seccata, si rende protagonista di un caso di scuola per le “Notizie che non lo erano”, smentendo in anticipo su Repubblica il titolo che poi farà Repubblica sulla presunta e inventata distanza tra lui e Bersani
«Polemica? Ma quale polemica! Io sono perfettamente d’accordo con il mio segretario…». Massimo D’Alema è appena uscito da Montecitorio, dove ha presentato l’ultima fatica letteraria di un altro leader di lungo corso del Palazzo romano, Ciriaco De Mita. E di fronte alle parole di Pierluigi Bersani, che a Repubblica Tv dichiara «non chiederò a D’Alema di ripresentarsi », il presidente del Copasir (ex leader dei Ds ed ex presidente del Consiglio)non batte ciglio.
Come sarebbe, presidente D’Alema? Vuol dire che si aspettava queste parole di Bersani?
«Certo che me le aspettavo. Pierluigi ha detto una pura e semplice verità, che chiunque conosce le regole e lo statuto del nostro partito può facilmente verificare. Non è il segretario che decide le candidature: c’è una procedura prestabilita, e c’è un organo preposto. Quell’organo si chiama direzione. Ed è lì che si decide. Questo ha detto Bersani, e questo dico anch’io».
Quindi non c’è nessun disaccordo e nessuna polemica tra voi?
«Nessun disaccordo e nessuna polemica. Nessun “attacco” e nessuna “replica”. Capisco che questo dispiacerà a qualche titolista, ma Bersani ed io la vediamo esattamente allo stesso modo. Io l’ho ascoltata, l’intervista di Pierluigi a Repubblica Tv: e l’ho apprezzata in ogni sua parte. Il resto sono chiacchiere, illazioni, strumentalizzazioni».
Questo significa che lei non chiederà alcuna deroga, per quanto riguarda la sua candidatura?
«Non è un tema all’ordine del giorno. Valuterò quando sarà il momento, il che significa tra alcuni mesi».
Eppure era sembrato che Bersani, con le sue parole, andasse nel solco di Matteo Renzi e avallasse la rinuncia unilaterale di Walter Veltroni…
«Era sembrato male. Se legge bene, quella di Bersani che dice “non sono io a decidere” non è una risposta a me, ma semmai a chi si crede e pretende che a decidere non sia un organo collegiale del partito, ma un capo solo al comando, che magari ha vinto le primarie. Vorrei far notare che le cose non funzionano così… ».

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