mercoledì 17 ottobre 2012

DALLA “CONSISTENCY” ALL’AFFERMAZIONE DELLA VERITA’

Published by leonardofaccoeditore


di GIAN PIERO DE BELLIS
L’analisi delle parole rivela spesso qualcosa di affascinante e di istruttivo. Ad esempio il termine inglese “consistency”. Questo vocabolo ha un duplice significato: (a) qualcosa ricco di sostanza; (b) qualcosa in armonia con qualcos’altro.
In italiano questi due significati possono essere resi attraverso l’utilizzo di due termini: consistenza e coerenza.
In questo modo però avviene che:
• si perde la ricchezza di sfumature che la parola consistency ha unendo le caratteristiche di sostanza e di armonia;
• si finisce per attribuire impliciti connotati morali al termine qualora lo si debba tradurre con la parola italiana “coerenza”.
La bellezza del termine inglese deriva invece dal fatto che esso è più neutro dell’equivalente italiano e, al tempo stesso, di valore più generale.
Infatti esso si applica in vari campi e con riferimento a vari fenomeni. Si può parlare di consistency nel rendimento di un atleta, di consistency nell’uso del colore in un appartamento, di consistency nel comportamento di una persona, e così via.
Essere una persona consistente, se potessimo tradurre così il termine inglese, vorrebbe dire essere una persona che ha sostanza e che la esprime in maniera costante. Al termine consistency non vanno però associati aspetti come : invariabilità, conservazione, fissità. Una persona consistente può essere un individuo in continua trasformazione. L’importante è che i nuovi aspetti del suo modo di pensare e di essere si integrino, come i pezzi di un puzzle o come gli elementi nuovi di un arredamento domestico, in maniera armoniosa. L’acquisto di un divano enorme per una stanza molto piccola sarebbe, ad esempio, un cambiamento non consistente.
Nel termine consistency troviamo quindi due aspetti:
• sostanza (contenuto)
• forma (involucro)
Nel suo Breviario di estetica (1913) Benedetto Croce parla delle opere d’arte come il prodotto di una sintesi viva di contenuto (sentimento) e di forma (immagine).
Quindi potremmo dire che un comportamento caratterizzato da consistency è un comportamento che ha le caratteristiche di un’opera d’arte, qualcosa di bello, di riuscito.
Se scendiamo più a fondo nell’analisi, sempre con riferimento al comportamento, potremmo far emergere le seguenti coppie di categorie:
• sostanza: aspetto morale
• forma: aspetto logico.
Come un’opera d’arte ha bisogno di contenuto e di forma, validamente armonizzati, così nel nostro comportamento devono avere posto la morale e la logica. Infatti, l’aspetto morale disgiunto dall’aspetto logico renderebbe il nostro comportamento cieco; e l’aspetto logico separato dall’aspetto morale ci ridurrebbe al rango di automi. Per meglio capire a cosa stiamo alludendo utilizziamo i termini di passione e di ragione. Una passione priva di ragione ci potrebbe portare a compiere atti assurdi e nocivi per noi e per gli altri; una ragione senza dosi di passione (sensibilità) ci potrebbe condurre ad essere macchine prive di umanità e quindi anche meccanismi spietati. Al riguardo è da notare che, nella lingua inglese, una persona “sensible” significa una persona ragionevole.
Ecco allora la bellezza di questa fusione di aspetti che troviamo raccolti sotto il termine consistency.
Purtroppo nella vita di tutti i giorni noi siamo continuamente testimoni o protagonisti di fenomeni di inconsistency, ad esempio:
• tra quello che si dice e quello che si fa (parole e azioni)
• tra quello che si dice un dato momento e quello che si afferma un momento dopo senza aver modificato o ritratto l’affermazione precedente ma mantenendole entrambe.
Il comportamento e i discorsi caratterizzati da inconsistency fanno sì che la persona in questione appaia e sia, tutto sommato, un essere inaffidabile, scorretto, non credibile. Di solito queste persone cercano di mascherare le loro piroette morali (dire una cosa e farne un’altra) e le loro acrobazie logiche (dire prima una cosa e poi concludere sostenendo l’esatto opposto). Quando ci si rende conto di ciò, allora ci si protegge allontanandosi dalla persona inaffidabile.
Purtroppo una soluzione così semplice e diretta non è sempre applicabile. Questo non è possibile ad esempio nei casi in cui la persona inconsistente abbia raggiunto posizioni di potere, spesso proprio sulla base di una strategia dominata dall’inconsistency. Si pensi al politico imbroglione che dice una cosa e poi ne fa un’altra, o che promette cose differenti e opposte a seconda del suo auditorio di votanti.
Abbiamo poi anche il caso in cui il potere fa credere che comportamenti diversi riguardo allo stesso problema siano accettabili e giustificabili per taluni ma non per altri. Per cui coloro che sono al vertice della scala (massimo potere) possono torturare e uccidere (dichiarare guerra, commissionare delitti politici, usare violenza) mentre questi comportamenti sarebbero assolutamente condannati e sanzionati in caso di semplici cittadini (potere nullo). Per cui finisce che coloro che hanno il potere si credono tutto (e perciò tutto è loro permesso) e gli altri sono considerati e trattati come se fossero nessuno (e perciò usati e abusati a discrezione del potere). Come messo in luce da Sigmund Freud a proposito della violenza: “L’individuo di qualsiasi nazione ha nel corso di questa guerra [la prima guerra mondiale] l’opportunità spaventosa di convincersi di un fatto di cui si rende occasionalmente conto in tempo di pace, e cioè che lo stato ha proibito all’individuo di praticare il male, non perché desidera abolirne l’esercizio, ma perché desidera monopolizzare la pratica del male come fa con la vendita di sale e tabacchi.” (Sigmund Freud, Thoughts for the Times on War and Death, 1915 – http://www.panarchy.org/freud/war.1915.html)
Se facciamo riferimento a situazioni più comuni, abbiamo il caso che allo stato è consentito accumulare debiti stratosferici con la scusa di gestire o stimolare l’economia, mentre il cittadino che si comportasse in tale maniera verrebbe dichiarato insolvente, estromesso da qualsiasi attività economica e messo in prigione per truffa.
L’inconsistency in politica (o in qualsiasi ambito in cui il potere si permette comportamenti che ad altri sono vietati) rende quindi quanto mai pregnante la formulazione altamente sarcastica di George Orwell: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Comunque l’inconsistency non è una caratteristica del solo potere ma, spesso, anche del cittadino comune nei confronti del potere. Ciò emerge, ad esempio, quando qualcuno esprime apertamente la propria sfiducia nei confronti dell’essere umano e poi, con una docilità assurdamente contraddittoria, attribuisce (tramite il voto) a certi individui (i governanti) poteri enormi sulla propria vita. Oppure il fatto che la maggior parte delle persone ritengono i monopoli e i monopolisti un fatto negativo e al tempo stesso sono pronti a concedere allo stato il monopolio del potere su un dato territorio e sulla fornitura di taluni servizi (con il risultato in termini di sopraffazioni, imbrogli e disservizi che tutti conosciamo). Quando ciò avviene si avvera quello che Locke pareva escludere quando affermò: “Questo sarebbe come pensare che gli uomini sono così sciocchi da prendere ogni cura nell’evitare i danni che potrebbero venir loro da puzzole e volpi, ma sarebbero contenti, anzi, si considererebbero in uno stato di sicurezza, nell’essere divorati dai leoni.” (John Locke, Concerning Civil Government, Second Essay, 1690)
Per capire infine l’importanza rivestita dal concetto di consistency è sufficiente mettere in luce il fatto che, nell’ambito della logica e dell’epistemologia, sono state sviluppate teorie che caratterizzano la verità come consistency tra realtà e affermazioni:
• la correspondence theory of truth (corrispondenza sostanziale): le affermazioni sono vere se sono corrispondenti ai fatti, cioè si basano su dati della realtà;
• la coherence theory of truth (coerenza formale): le affermazioni basate su dati della realtà sono vere se sono in sintonia, cioè non in contraddizione, tra di loro.
Attraverso il concetto di consistency arriviamo quindi al concetto-dato di verità.
E la ricerca della verità è l’aspirazione e il compito essenziale di tutti coloro che nutrono in sé la voglia di libertà. Infatti, valgono sempre e per tutti le parole pronunciate da un predicatore ammazzato dal potere duemila anni fa:
“… e la verità vi renderà liberi” (Giovanni 8:31,32)

Nessun commento:

Posta un commento