MI FAI UN BAFFINO! - STALIN E’ VIVO E LOTTA INSIEME AL MAGO DALEMIX: “SE VINCE BERSANI NON MI RICANDIDO MA SE VINCE RENZI CI SARÀ SCONTRO” - SPIAZZATO DA VELTRONI CHE S’È DATO ALLA MACCHIA, IL MAGO DALEMIX NON VUOLE APPARIRE ADESSO COME L’UNICO POLLO SPENNATO DA MATTEUCCIO E S’ARRAMPICA SULLE BARRICATE - E SUBITO LA ‘’VELINA ROSSA’’ DEL DALEMONE LAURITO DEFINISCE RENZI “UN PICCOLO FARINACCI”…
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
RENZI D'ALEMA E IL CAMPERMASSIMO DALEMA
«Se vince Bersani, non mi ricandido. Se vince Renzi, combatto». Massimo D'Alema sfodera tutto il suo carattere a «Otto e mezzo», fa una mezza autocritica ma parte al contrattacco e riscrive la storia della sua rottamazione, chiesta a gran voce da Matteo Renzi.
«Due mesi fa - racconta - andai da Bersani e gli dissi: è opportuno dare un segnale, potrei non candidarmi, prepariamo questa scelta, visto i tanti voti che prendo». Poi, è arrivato Renzi «a intimarlo». E a quel punto, «forse sbagliando, perché ognuno ha il suo carattere, non ho voluto dare l'impressione di cedere».
LE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE MATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANI
D'Alema non nasconde la sua amarezza: «Non è piacevole essere oggetto di aggressioni continue. Siamo arrivati all'immagine sgradevole di una figura con la mia foto sotto il camper di Renzi. Non è tollerabile questo modo di condurre la battaglia politica. Attacchi inaccettabili di chi recita vuoti slogan e cavalca l'antipolitica, tirando la volata a Grillo».
Quanto alla rottamazione: «Se l'immagina Obama che dice: se vinco, tolgo quello? Non scherziamo, decidono i cittadini. Berlusconi voleva rottamarmi nel 2001: è una grave caduta di stile sentirlo nel mio partito. Perché Renzi è uno che divide, non unisce. Se parti con l'idea di rompere tutto, alla fine qualcosa si rompe». D'Alema difende la Bindi: «Ha ragione a essere arrabbiata, se si chiede un avvicendamento lo si fa con garbo».
WALTER VELTRONI E MASSIMO DALEMA
Poi ammette che il passo indietro di Veltroni gli ha creato «qualche problema»: «Me l'aspettavo. Ma è scattata la caccia all'uomo. Abbiamo caratteri diversi. Lui ha scelto di tirarsi fuori e di dichiararsi neutrale. Io combatto per Bersani e voglio farlo senza che nessuno pensi che difenda posizioni personali». D'Alema non va in pensione: «Farò ancora più politica, non sono un cane morto. Se c'è una fase difficile, io mi mobilito».
RENZI MATTEO
Intanto, nel partito il clima si fa rovente. Renzi attacca Bersani: «Sulle regole non ha mantenuto la parola, non è stato leale. Fa il poliziotto buono, ma è un giochino che ha le gambe corte». Renzi definisce la rottamazione «un'espressione bieca, truce e volgare», ma necessaria. Si difende: «Spenderò più o meno 250 mila euro, molto meno dei 2 milioni calcolati da Sposetti. È disponibile il Pd a mettere online le fatture degli ultimi tre anni dei suoi dirigenti? Bersani e Vendola dimostrino di essere diversi da Fiorito». Replica di Bersani: «Metteremo tutto online. Lo faccia anche lui».
NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANIROBERTO REGGI
I bersaniani attaccano Reggi. Per Alessandra Moretti, «è il Casaleggio della sinistra». Replica: «Un accostamento offensivo. E poi ho i capelli più corti». La Velina Rossa di Pasquale Laurito definisce Renzi «un piccolo Farinacci». E Beppe Grillo: «Soffre di invidia penis». Replica del solitamente ingessato sito del Pd: foto di un Grillo in costume, non proprio in formissima, vicino a un atletico David di Michelangelo. Il titolo recita: «Invidioso a chi?».
Non soddisfatto, però, Grillo definisce Renzi «un ebetino inconsapevole, un succhiaruote della politica, un sindaco a zonzo, un aspirante dalemino, un vuoto con il buco intorno». Intanto, i bersaniani partono al contrattacco con lo sfottò sulla presunta «leggerezza di Renzi»: il sito farlocco «adessomatteorenzi» mostra il programma del sindaco di Firenze. Peccato che il banner «leggi», ogni volta che ci si avvicina con il mouse, sfugga al clic.
E se Nichi Vendola ha l'appoggio di diversi esponenti del cinema, al fianco di Bersani si schierano 48 intellettuali. Tra le firme: Miguel Gotor, Carlo Galli, Giuseppe Vacca, Paolo Prodi, Nadia Urbinati, Michela Marzano, Vittorio Gregotti, Carmine Donzelli e Giulio Ferroni.
E se Nichi Vendola ha l'appoggio di diversi esponenti del cinema, al fianco di Bersani si schierano 48 intellettuali. Tra le firme: Miguel Gotor, Carlo Galli, Giuseppe Vacca, Paolo Prodi, Nadia Urbinati, Michela Marzano, Vittorio Gregotti, Carmine Donzelli e Giulio Ferroni.
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