giovedì 21 giugno 2012

Trattativa Stato-mafia, Di Pietro vuol vederci chiaro




“Non è una bella pagina”. Per il Capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Antimafia, Luigi Li Gotti, “l’unica cosa che deve farsi è di evitare le toppe perché sono peggio del buco, e dire chiaramente ai cittadini perché il Presidente della Repubblica ha ritenuto di muoversi e per quali intenti”.
Di Pietro non crede alla versione del Quirinale
Dalle pagine del Fatto Quotidiano, Antonio Di Pietro a proposito della trattativa Stato-mafia insiste: “Abbiamo bisogno di capire esattamente che cosa è successo e quali livelli di intervento ci sono stati”. “Non può essere vera la giustificazione addotta dal Quirinale sabato, ovvero che il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra, scrisse quella lettera al Procuratore generale della Cassazione, per manifestare un’esigenza di coordinamento delle indagini. Il destinatario non poteva essere in quel caso il Pg della Cassazione, ma il capo della Direzione nazionale antimafia. Infatti, il primo ha il compito di eseguire indagini disciplinari, non di coordinamento, che viceversa spetta al capo della Dna”. “Che ha fatto il Pg della Cassazione quando ha ricevuto la lettera? – si chiede Di Pietro – A chi l’ha trasmessa? E come ci e’ entrato il capo della Dna? E’ un fatto
grave nel fatto grave”.
Troppe telefonate
Il leader dell’Italia dei Valori sottolinea di non voler cercare nessuno “scontro” e di non voler denigrare il Quirinale, ma esige chiarezza. “Napolitano – dice -, o chi ha agito per lui utilizzando il suo nome, ha fatto gia’ il primo atto improprio nel momento in cui ricevendo una lettera si è attivato a favore del richiedente: qualcuno sembra piu’ uguale degli uguali. In questo caso Mancino, che non voleva confrontarsi con Martelli, su questo tema. Ci sono decine di telefonate tra Mancino e il consigliere del Colle Loris D’Ambrosio su questa vicenda”.
“Il caso Mancino deve far riflettere”
Per l’ex ministro Gianfranco Rotondi si tratta di “una persona perbene, un uomo delle istituzioni che ha dedicato tutta la sua vita politica al rispetto delle regole si sente oggi giustamente indifeso, accerchiato e non tutelato. Mancino ha scritto pagine importanti della storia del nostro Paese alla guida di istituzioni prestigiose sempre con un alto senso dello Stato. Ora il presidente Mancino viene ingenerosamente infangato e sbattuto in prima pagina”.
Perseguitato
Quelle dell’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino “sono le parole di un uomo che dice di sentirsi perseguitato, accerchiato”, dice il procuratore nazionale anti-mafia Pietro Grasso.
Mancino, indagato per falsa testimonianza nell’inchiesta palermitana sulla trattativa Stato-mafia, in un’intercettazione del dicembre 2011 racconta in una telefonata a Loris D’Ambrosio, consigliere giuridico del Quirinale, di un incontro con Grasso.
“Confermo l’incontro – afferma Grasso in un’intervista al Fatto quotidiano – ma non il contenuto della breve conversazione. Non ho assolutamente risposto ‘quelli lì’ riferendomi ai pm di Palermo, ‘danno solo fastidio’. Non avrei mai potuto esprimere un
tale giudizio perché non lo penso e la mia azione è funzionale a favorire la loro attività investigativa alla ricerca della verità. Gli ho detto che il solo strumento che può ridurre a
unità indagini pendenti in diversi uffici è l’istituto dell’avocazione che, però, è applicabile solo nel caso di ingiustificata e reiterata violazione delle direttive impartite
dal Pna al fine del coordinamento delle indagini. Avocazione che è nei miei poteri, ma nel caso Mancino non vi erano i requisiti per poterla applicare”.
Mai pressioni improprie
Il procuratore nazionale anti-mafia Grasso smentisce di avere avuto un incontro con D’Ambrosio il 13 marzo, come risulterebbe da un’altra intercettazione tra Mancino
e lo stesso D’Ambrosio. Ma ammette che D’Ambrosio in altre occasioni gli ha parlato di Mancino: “Mi ha espresso l’esigenza di Mancino. Il problema, per quanto mi riguarda, non è ciò che abbia fatto o abbiano tentato di fare, ma quello che io ho fatto.
E’ mai arrivata una richiesta di Grasso ai pm di Palermo? Grasso ha mai compiuto un solo atto per agevolare Mancino? La risposta è no”.


Rainews24


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