giovedì 21 giugno 2012

Le radici della vita



L’uomo è nato forse per vivere dentro un ufficio o una costruzione di cemento che chiama casa? L’uomo è nato per respirare fumo e smog ogni giorno? L’uomo è nato per comprare, comprare e comprare? L’uomo è nato per vivere nella terra e non nel cemento ma sembra che l’uomo si sia scordato delle sue radici.
Chiuso dentro palazzi di vetro, alla luce di neon bianchicci, dentro macchine di metallo, accumulando tossine negative ogni giorno e straziandosi il cuore perché non può più comprare ciò che desidera avere.
Respirando il veleno dell’aria inquinata, sperando in vincite illusorie, spendendo gli ultimi soldi per vestiti che lo rendano più accettabile, più disumano. L’uomo della sua vita conosce le quattro mura di casa sua e del suo ufficio, il calore torrido delle autostrade, l’odore malsano del mare che si è ammalato.
Per che cosa è nato l’uomo, per soffrire lavorando e sentendosi fregato dallo stato? Che sogni ha questo uomo che non possiede più le sue radici nella natura? Macina sigarette, macina chilometri, sempre più nervoso e insoddisfatto, non riesce nemmeno a riconoscere più il sapore della sua vita.
I suoi figli conoscono gli animali solo tramite i cartoni animati e i documentari. I suoi figli non hanno mai visto il latte al di fuori di un brick. I suoi figli vanno a scuola e imparano a vivere soffrendo come lui.
Quando i figli crescono sono bell’e contenti di far parte del mondo del consumo veloce e comprano, comprano, comprano. Eppure si sentono infelici anche loro, pur avendo, possedendo, illudendosi che le cose possano dar loro quel senso di vita che non c’è.
I boschi, le campagne, le montagne sono solo cartoline da weekend. L’uomo vive dentro scatole di cemento che è persino felice di acquistare. L’uomo non sa più creare da sé nulla, né utensili per vivere né coltivare cibo buono da mangiare.
L’uomo è diventato l’ombra di se stesso. Si aggira in giacca e cravatta tra polverosi scaffali e segretarie sorridenti, tra banchi di bambini che giocano col cell e mamme che stringono il loro Ipad sottobraccio.
L’uomo si sente triste ma cerca di scacciare questo pensiero negativo. Si promette che domani comprerà ancora qualcosa per provare a sentirsi felice e invece l’indomani è lo stesso.  Va in palestra, fa footing, canoa, parapendio, ma quella sensazione terribile è sempre lì, nel suo stomaco.
L’uomo è fatto per questa vita che si è costruito al prezzo di se stesso? Le sue radici le ha tagliate nel momento in cui non ha capito che la natura non andava dominata e poi distrutta, sfruttata ed eliminata. I suoi piedi non calpestano più l’erba bagnata ma egli calza scarpe firmate e ha suole perforate eppure non riesce più a star su con le gambe.
L’uomo si sta piegando su se stesso, si sta piegando all’insuccesso di una vita che non riconosce più come sua e non ammette di aver perso. La natura la utilizza come Spa, come tisane per digerire. La terra gli è sconosciuta come un pianeta lontano. Non conosce che la puzza del petrolio. Eppure un giorno le sue mani potrebbero svuotarsi del tutto e non saprebbe cosa fare.
Questo è l’uomo che si trova a campare di sudore e dolore, perché ha ucciso il suo amore per la terra che lo ha nutrito per anni. Adesso sogna paradisi esotici, terre lontane,…ma anche quelle le ha distrutte lui stesso e non se ne ricorda neanche!

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