Ieri il vicepresidente iraniano, Mohamed Reza Rahimi, ha minacciato di chiudere al transito delle navi lo Stretto di Hormuz, se i paesi occidentali imporranno sanzioni sul commercio del petrolio dell’Iran. Oggi il comandante della marina militare iraniana Habibollah Sayyari, parlando alla tv iraniana in lingua inglese Press TV, ha assicurato che “chiudere lo Stretto di Hormuz per le forze armate iraniane è davvero facile … o come gli iraniani dicono, sarà più facile che bere un bicchiere d’acqua”. Anche se minacciose, si tratta ovviamente di pura retorica cui difficilmente l’Iran potrà dare seguito ma il fatto è che la marina iraniana ha in programma 10 giorni di esercitazioni militari in quelle acque e lo Stretto di Hormuz è così strategicamente importante per il commercio mondiale di greggio che è bastato questo a far fare un balzo al prezzo del petrolio suo mercati. Francia ha intimato all’Iran di rispettare il diritto internazionale che garantisce a tutte le navi la libertà di transito nello stretto, ma gli Stati Uniti, che nel vicino Bahrein hanno di base la Quinta Flotta, composta da venti navi, supportate da aerei da combattimento, con 15.000 uomini a bordo e 1.000 a terra, hanno rassicurato tutti dichiarando che “non verrà tollerata alcuna sospensione della libertà di navigazione”.
La tensione è aumentata tra l’Iran e l’Occidente dopo che i ministri degli Esteri Ue hanno deciso, tre settimane fa, di inasprire le sanzioni contro Teheran accusata di voler proseguire nel piano di costruzione di una bomba atomica. Per quanto restrittive le sanzioni approvate fino ad ora dall’Onu non hanno mai proibito l’acquisto di petrolio dall’Iran che ne è il 4° produttore mondiale e su cui si basa l’80% delle entrati statali. Tuttavia molte aziende internazionali del petrolio hanno smesso di commerciare con l’Iran e questa volta l’Europa non ha escluso che in futuro potrà estendere le sanzioni al comparto petrolifero iraniano.
Cos’è lo Stretto di Hormuz e perché è così importante?
Lo Stretto di Hormuz è una sottile striscia d’acqua che collega il Golfo Persico, su cui si affacciano otto Paesi esportatori di petrolio, con il Golfo di Oman da cui le navi prendono poi il largo verso il Mar Arabico.
E’ delimitato a nord dalle coste dell’Iran che formano quasi un golfo in cui si insinua l’Oman come estrema appendice della Penisola Arabica. E’ lungo circa 60 Km e nel punto più stretto misura appena 21 chilometri.
mercoledì 28 dicembre 2011
La Sacralita' della Sindone
CITTA' DEL VATICANO - I risultati degli studi condotti per cinque anni sulla Sindone da un'equipe dell'Enea (L'Ente nazionale italiano per le nuove tecnologie e lo sviluppo sostenibile) rendono ancora più improbabile la tesi secondo cui il telo custodito al Duomo di Torino, che secondo la tradizione cristiana avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione, possa essere un "manufatto", realizzato in epoca successiva al primo secolo. Degli esiti delle ricerche da' conto l'Osservatore Romano nell'edizione di domani, che sostiene che per la scienza la Sindone sarebbe ormai un oggetto "impossibile da falsificare". LE RICERCHE. Gli studi dell'equipe dell'Enea sono stati dedicati alla "Colorazione simil-sindonica di tessuti di lino tramite radiazione nel lontano ultravioletto". Si è cercato, cioè, di approfondire quello che è il tema centrale delle ricerche scientifiche sulla Sindone: come si sia formata quell'immagine che ai credenti evoca la passione del Signore. Le ricerche dell'Enea sono state condotte per un lustro ma in particolare nel 2010, durante l' "International workshop on the scientific approach to the acheiropoietos images" tenutosi a Frascati, nella sede dell'Enea, nel mese di maggio, utilizzando le più aggiornate fra le tecnologie attualmente disponibili (responsabili i professori di Lazzaro, Murra, Santoni, Nichelatti e Baldacchino). L'obiettivo era di tentare la "riproduzione" dell'immagine del tessuto sindonico (e del volto in particolare). "Se uno dei numerosi esperimenti effettuati da vari studiosi nel passato allo scopo di riprodurre l'immagine sindonica fosse riuscito, si sarebbe aperta la possibilità di dimostrare, con argomenti più validi, che la Sindone attualmente custodita a Torino possa essere un 'manufatto', realizzato in un'epoca successiva al I secolo", rileva l'Osservatore Romano. Ma anche i tentativi di riproduzione hanno evidenziato una colorazione troppo profonda e molti fili di lino carbonizzati, "caratteristiche incompatibili con l'immagine sindonica". Senza contare che le prove sono state condotte su porzioni di tessuto molto piccole. LA RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE SINDONICA. Per effettuare l'esperimento su una superficie come quella della Sindone (4,36 metri per 1,10 circa) bisognerebbe disporre di una Potenza di 34.000 miliardi di Watt: una quantità che, osservano gli scienziati Enea, "rende oggi impraticabile la riproduzione dell'intera immagine sindonica usando un singolo laser eccimero, poiché questa potenza non può essere prodotta da nessuna sorgente di luce vuv (radiazione ultravioletta nel vuoto) costruita fino a oggi (le più potenti reperibili sul mercato arrivano ad alcuni miliardi di watt)". "Diversamente da altri annunci sensazionali che si sono succeduti negli anni scorsi - commenta il quotidiano vaticano -, gli scienziati dell'Enea, molto attenti a documentare tutti i passaggi del metodo di lavoro seguito, presentano con estrema cautela le proprie conclusioni, limitandosi a proporre precise considerazioni che non esulano dal campo scientifico".
Nigeria, uccisa coppia cristiana e il loro bambino di un anno
Una bomba artigianale lanciata da alcuni assalitori contro una scuola araba nello stato del Delta, in Nigeria, ha ferito sette persone facendo alzare la tensione tra musulmani e cristiani dopo la serie di attentati contro le chiese in tutta la nazione.
Sei dei feriti sono bambini con meno di nove anni.
L'attacco, avvenuto alle 22 di ieri (ora locale), segue gli attentati di Natale contro chiese ed altri obiettivi da parte del gruppo militante islamico Boko Haram, che ha provocato 32 morti in attacchi coordinati e che sembrano voler alimentare le lotte settarie.
Sempre oggi, una famiglia di quattro persone è stata uccisa a colpi di machete nello stato di Plateau, anche se non ci sono indizi che gli omicidi possano essere legati agli attentati di domenica scorsa.
E una coppia di cristiani e il loro bambino di un anno sono stati uccisi nella notte in un villaggio vicino alla città nigeriana di Jos. Le autorità ritengono che l'attacco sia stato condotto da pastori musulmani. Negli ultimi anni sono centinaia le persone uccise in attacchi a sfondo religioso e di rappresaglia nell'area di Jos, 'cintura centrale' della nazione dove la maggioranza musulmana del nord del Paese incontra il sud a predominanza cristiana. Continuano le persecuzioni contro i cristiani tra l'indifferenza dei piu'
Una bomba artigianale lanciata da alcuni assalitori contro una scuola araba nello stato del Delta, in Nigeria, ha ferito sette persone facendo alzare la tensione tra musulmani e cristiani dopo la serie di attentati contro le chiese in tutta la nazione.
Sei dei feriti sono bambini con meno di nove anni.
L'attacco, avvenuto alle 22 di ieri (ora locale), segue gli attentati di Natale contro chiese ed altri obiettivi da parte del gruppo militante islamico Boko Haram, che ha provocato 32 morti in attacchi coordinati e che sembrano voler alimentare le lotte settarie.
Sempre oggi, una famiglia di quattro persone è stata uccisa a colpi di machete nello stato di Plateau, anche se non ci sono indizi che gli omicidi possano essere legati agli attentati di domenica scorsa.
E una coppia di cristiani e il loro bambino di un anno sono stati uccisi nella notte in un villaggio vicino alla città nigeriana di Jos. Le autorità ritengono che l'attacco sia stato condotto da pastori musulmani. Negli ultimi anni sono centinaia le persone uccise in attacchi a sfondo religioso e di rappresaglia nell'area di Jos, 'cintura centrale' della nazione dove la maggioranza musulmana del nord del Paese incontra il sud a predominanza cristiana. Continuano le persecuzioni contro i cristiani tra l'indifferenza dei piu'
L'Italia invecchia....
Siamo un Paese per vecchi, con un numero di nonni in graduale aumento negli anni a venire. L'asticella dell'età media, ferma a 43,5 anni nel 2011, si alzerà fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno, l'età media è destinata a stabilizzarsi sul valore di 49,7 anni. La trasformazione della struttura per età della popolazione, fotografata dal rapporto Istat sul futuro demografico del Paese, comporta un marcato effetto sui rapporti intergenerazionali.
L'indice di dipendenza degli anziani (cioè il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva - 15-64 anni), oggi pari al 30,9%, cresce fino a un livello del 59,7% nel 2065, senza sostanziali differenziazioni rispetto sia allo scenario alternativo basso (59,4%) sia a quello alto (59,7%).
Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni è l'aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il 32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consoliderà intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056. A scattare la fotografia è l'Istat, con il suo report sul futuro demografico del paese.
E se da un lato aumentano le tempie grigie, dall'altro cala il numero di giovanissimi. La popolazione fino a 14 anni di età, oggi pari al 14% del totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale stima fa comunque ritenere che nello stesso anno, precisa l'Istat, tale quota potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l'11% e il 14%.
La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel medio termine, una lieve riduzione, passando dall'attuale 65,7% al 62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, ci si aspetta una riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, annodopo il quale l'indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel 2065, per un intervallo di stima compreso tra il 53,8% e il 55,8%.
Nel periodo 2011-2065 l'incidenza della popolazione straniera sul totale passerà dall'attuale 7,5% a valori compresi tra il 22% e il 24% nel 2065, a seconda delle ipotesi. E' quanto emerge da uno studio dell'Istat sul futuro demografico del paese.
Per l'Italia in complesso, considerando lo scenario centrale, l'incidenza di stranieri residenti verrebbe a registrare decisivi incrementi, passando dal 7,5% nel 2011 al 14,6% nel 2030, per poi raggiungere il 23% nel 2065). Su scala territoriale, pur partendo da livelli iniziali ben diversi, tutte le aree del Paese saranno comunemente interessate dal processo di crescita relativa della popolazione straniera: le regioni del Centro-nord, in primo luogo, vedrebbero più che raddoppiare l'incidenza di presenze regolari, muovendo da valori iniziali intorno al 10% a livelli superiori al 26-27%, fino a un massimo del 29% nel Nord-ovest.
L'indice di dipendenza degli anziani (cioè il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva - 15-64 anni), oggi pari al 30,9%, cresce fino a un livello del 59,7% nel 2065, senza sostanziali differenziazioni rispetto sia allo scenario alternativo basso (59,4%) sia a quello alto (59,7%).
Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni è l'aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il 32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consoliderà intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056. A scattare la fotografia è l'Istat, con il suo report sul futuro demografico del paese.
E se da un lato aumentano le tempie grigie, dall'altro cala il numero di giovanissimi. La popolazione fino a 14 anni di età, oggi pari al 14% del totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale stima fa comunque ritenere che nello stesso anno, precisa l'Istat, tale quota potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l'11% e il 14%.
La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel medio termine, una lieve riduzione, passando dall'attuale 65,7% al 62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, ci si aspetta una riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, annodopo il quale l'indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel 2065, per un intervallo di stima compreso tra il 53,8% e il 55,8%.
Nel periodo 2011-2065 l'incidenza della popolazione straniera sul totale passerà dall'attuale 7,5% a valori compresi tra il 22% e il 24% nel 2065, a seconda delle ipotesi. E' quanto emerge da uno studio dell'Istat sul futuro demografico del paese.
Per l'Italia in complesso, considerando lo scenario centrale, l'incidenza di stranieri residenti verrebbe a registrare decisivi incrementi, passando dal 7,5% nel 2011 al 14,6% nel 2030, per poi raggiungere il 23% nel 2065). Su scala territoriale, pur partendo da livelli iniziali ben diversi, tutte le aree del Paese saranno comunemente interessate dal processo di crescita relativa della popolazione straniera: le regioni del Centro-nord, in primo luogo, vedrebbero più che raddoppiare l'incidenza di presenze regolari, muovendo da valori iniziali intorno al 10% a livelli superiori al 26-27%, fino a un massimo del 29% nel Nord-ovest.
Onda record
Scoperta in Irlanda Onda da 120 piedi.
Il big wave rider irlandese Al Mennie, ritiene di aver scoperto un paio di spot al largo dell’Irlanda con il potenziale giusto per generare un’onda da 120 piedi. Ora Mennie e il suo compagno di team Andrew Cotton, aspettano la condizione giusta per surfarla. Emozioni da vendere.
Al Mennie. Foto courtesy Almennie.com
Scoperta in Irlanda Onda da 120 piedi.
Il big wave rider irlandese Al Mennie, ritiene di aver scoperto un paio di spot al largo dell’Irlanda con il potenziale giusto per generare un’onda da 120 piedi. Ora Mennie e il suo compagno di team Andrew Cotton, aspettano la condizione giusta per surfarla. Emozioni da vendere.
Surfare l’onda da 120 piedi è la missione di Al, che dichiara anche che il 90% delle mareggiate in quei due spot è insurfabile, soltanto pochi sono i giorni buoni. “Abbiamo già surfato la fuori, non erano enormi ma stiamo aspettando per condizioni ottimali” ha concluso.
L’esatta location dello spot non è stata rivelata. Uno si trova al largo di Donegal, l’altro al largo di Co Antrim. Entrambi rompono su fondale roccioso e Mennie afferma che il fondale è molto basso, probabilmente solo un metro e mezzo quando l’acqua viene succhiata via.
Mennie surfa Mavericks dal 2003 ed ha preso parte alla spedizione in Portogallo recentemente, quando è stata surfata l’onda da 90 piedi. Ciò che rende pià difficile la missione è la necessità di surfare con mute da 6 millimetri in acqua a 10° di temperatura, oltre alla difficoltà dello spot che va ancora studiato quanto a eventuali pericoli o piani di soccorso in caso di incidente.
Il big wave rider irlandese Al Mennie, ritiene di aver scoperto un paio di spot al largo dell’Irlanda con il potenziale giusto per generare un’onda da 120 piedi. Ora Mennie e il suo compagno di team Andrew Cotton, aspettano la condizione giusta per surfarla. Emozioni da vendere.
Al Mennie. Foto courtesy Almennie.com
Scoperta in Irlanda Onda da 120 piedi.
Il big wave rider irlandese Al Mennie, ritiene di aver scoperto un paio di spot al largo dell’Irlanda con il potenziale giusto per generare un’onda da 120 piedi. Ora Mennie e il suo compagno di team Andrew Cotton, aspettano la condizione giusta per surfarla. Emozioni da vendere.
Surfare l’onda da 120 piedi è la missione di Al, che dichiara anche che il 90% delle mareggiate in quei due spot è insurfabile, soltanto pochi sono i giorni buoni. “Abbiamo già surfato la fuori, non erano enormi ma stiamo aspettando per condizioni ottimali” ha concluso.
L’esatta location dello spot non è stata rivelata. Uno si trova al largo di Donegal, l’altro al largo di Co Antrim. Entrambi rompono su fondale roccioso e Mennie afferma che il fondale è molto basso, probabilmente solo un metro e mezzo quando l’acqua viene succhiata via.
Mennie surfa Mavericks dal 2003 ed ha preso parte alla spedizione in Portogallo recentemente, quando è stata surfata l’onda da 90 piedi. Ciò che rende pià difficile la missione è la necessità di surfare con mute da 6 millimetri in acqua a 10° di temperatura, oltre alla difficoltà dello spot che va ancora studiato quanto a eventuali pericoli o piani di soccorso in caso di incidente.
martedì 20 dicembre 2011
Natale con il Sakè
Il sake è la bevanda alcolica tradizionale giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso e non come molti pensano dalla sua distillazione.
Il prodotto, venduto in Italia soprattutto nei ristoranti cinesi, ha caratteristiche organolettiche diverse da quello proposto in decine di versioni in Giappone, che rendono il prodotto complesso e ricco di possibilità di abbinamento al cibo, tanto da poter essere definito il “vino di riso”.
In Giappone con sake si indica una bevanda alcolica e questo ha creato molte volte l’equivoco del prodotto distillato, infatti nella regione del Kyushu meridionale con questo termine si indica anche un superalcolico ottenuto dalle patate dolci fermentate e distillate.
LE ORIGINI
La storia del sake pare che abbia avuto origini in Cina, nel 5000 a.C., pressappoco la data di nascita di quasi tutte le bevande alcoliche fermentate create dall'uomo, che successivamente fu portata in Giappone con le prime migrazioni.
La nascita del fermentato si fa risalire alla scoperta della coltivazione del riso in ambiente umido, cosa che avrebbe portato allo sviluppo di muffe e lieviti.
Il primo sake fu chiamato kuchikami (masticato in bocca), poiché mancando la cultura della maltazione (trasformazione degli amidi in zuccheri tramite germogliamento), questo processo doveva essere iniziato necessariamente dagli enzimi presenti nella nosta saliva.
Il processo di masticazione e della amilasi salivare creava i presupposti della fermentazione, infatti gli lieviti sono incapaci di trasformare in alcol gli zuccheri complessi (amidi) presenti nei cereali, questo processo, per nulla piacevole alla vista, doveva essere svolto da ragazze vergini, per rendere più “gradito” lo sputo del bolo ottenuto.
L’uso della masticazione per iniziare il processo di fermentazione è presente anche in altre culture del Centro America, per la fermentazione di alcolici provenienti dal mais, chiamati chicas ( ragazzina ) per il medesimo motivo.
Data il basso potere di digestione della nostra saliva, il preparato alcolico non aveva grandi gradazioni e veniva probabilmente consumato come una zuppa, mancando anche un processo di filtrazione avanzato.
Con la nascita della coltivazione in umido, si scoprì una muffa chiamata Koji-kin (aspergillus orzae) i cui enzimi trasformano in zuccheri gli amidi complessi, rendendo così inutile la masticazione e soprattutto aumentando il tasso alcolico del sake a 18, 20 gradi.
La scoperta fu come nel caso del vino e della birra assolutamente casuale e probabilmente ebbe inizio all’interno di una rudimentale dispensa dove era stata dimenticata una zuppa di riso.
Lo lievito Aspergillus è molto attivo e rende possibile la fermentazione in poco tempo, a differenza dei tempi piuttosto lunghi necessari ai saccaromiceti di vino e birra per trasformare gli zuccheri in alcol.
IL SUCCESSO DEL SAKE
Il sake divenne presto la bevanda ufficiale del palazzo imperiale di Kyoto, e fu al solito un monopolio del potere, che istituì un organismo competente atto alla sua produzione.
Grazie alla creazione di questa istituzione dedicata al solo studio dei processi fermentativi e produttivi, la qualità del sake crebbe molto, ma non si riuscì mai ad eliminare , così come accadeva nel medioevo per vino e birra, l’acidificazione nei mesi più caldi.
In maniera intuitiva si iniziò a “pastorizzare” il sake esponendolo a delle fonti di calore, così come i gli antichi romani, che immagazzinavano il vino sopra le cucine, senza comunque ottenere i risultati che 500 anni più tardi ebbe Louis Pasteur.
Il monopolio del sake fu spezzato durante l’era Meji dove furono promulgate delle leggi che autorizzavano la produzione di sake a tutti coloro che avessero avuto i mezzi per comprarsi i materiali necessari.
Nacquero 30.000 fabbriche che fecero la fortuna del governo che iniziò a tassare la produzione di alcol, questi dazi sempre più crescenti per finanziare guerre e palazzi imperiali, furono anche i responsabili della drastica diminuzione degli esercizi che calarono lentamente a 8.000.
LA STORIA MODERNA
Nel 1904 il governo finanziò l’apertura di un istituto di ricerca sul sake e nel 1907 si tenne il primo concorso di degustazione a testimonianza delle qualità organolettiche del fermentato ricco di complessità e struttura, che lo avvicinano al vino.
Si standardizzò l’uso dei serbatoi smaltati in luogo delle botti di legno, responsabili secondo gli studi di trasmettere i batteri dell’acescenza e cosa non trascurabile di trattenere circa il 3% del prodotto fra le loro fibre, liquido che comunque veniva tassato dal governo.
Lo sforzo bellico sancì la fine di molte aziende, che furono costrette a cedere il riso per lo sforzo bellico e per la produzione di alcol ad uso militare.
Per aumentare la produzione di sake che veniva abbondantemente distribuito alle truppe, seguendo la logica comune a tutti gli eserciti di tutte le guerre, del “coraggio liquido”, si diffuse la pratica di aggiungere alcol di origine agricola a 90°(bietole e canna da zucchero) e diluire con acqua il risultato.
Il sake perdeva molti profumi primari, ma si aumentava la resa di quattro volte, cosa non trascurabile in tempo di guerra.
Oggi, circa il 90% del sake commerciale a basso prezzo, si produce ancora con questa tecnica. Il dopo guerra fu molto pesante per le fabbriche di sake, ma la proverbiale tenacia giapponese fece in modo che la ricostruzione dello status quo procedesse a passi da gigante, fino a raggiungere nuovamente la produzione precedente sia qualitativa che quantitativa.
Altri “nemici” si stavano però affacciando all'orizzonte, nuovi stili di consumo, dettati dal turismo e dall’apertura delle frontiere, il vino, la birra e i superalcolici di importazione fecero la loro comparsa sul mercato e presero sempre più piede fra le abitudini di consumo del popolo giapponese.
Il sake a sua volta, divenne un importante voce dell’export giapponese, grazie alla diffusione della cucina orientale e alla dilagante moda dei sushi bar in tutto il mondo.
PREPARAZIONE E ABBINAMENTI CON IL CIBO
Il sake può essere servito sia caldo, sia freddo, esistendo diverse tipologie e stili di produzione, la cosa importante è che sia fresco di produzione per mantenere i suoi profumi. Il decadimento di un sake, come di un vino novello, inizia dal suo imbottigliamento, quindi prima si consuma , meglio è per poter apprezzare al meglio le sue qualità organolettiche.
In molti ristoranti cinesi si assiste al riscaldamento con il beccuccio della macchina del caffè, cosa deleteria e dannosa al prodotto che viene allungato con l’acqua del vapore e “ scioccato” termicamente da un rapido innalzamento della temperatura.
Il corretto servizio prevede di immergere il tokkuri, la bottiglietta in ceramica per il sake, in una pentola con acqua calda a 40 gradi e di far raggiungere la temperatura desiderata al prodotto.
Gli abbinamenti sono i classici della cucina giapponese, quali sushi , sashimi, tempura e udon, preparazioni delicate e struttura debole, per le quali il vino potrebbe risultare troppo invasivo e con persistenze eccessive. I sake più complessi si prestano anche ad essere consumati a fine cena o come “distillati” da meditazione.
Il prodotto, venduto in Italia soprattutto nei ristoranti cinesi, ha caratteristiche organolettiche diverse da quello proposto in decine di versioni in Giappone, che rendono il prodotto complesso e ricco di possibilità di abbinamento al cibo, tanto da poter essere definito il “vino di riso”.
In Giappone con sake si indica una bevanda alcolica e questo ha creato molte volte l’equivoco del prodotto distillato, infatti nella regione del Kyushu meridionale con questo termine si indica anche un superalcolico ottenuto dalle patate dolci fermentate e distillate.
LE ORIGINI
La storia del sake pare che abbia avuto origini in Cina, nel 5000 a.C., pressappoco la data di nascita di quasi tutte le bevande alcoliche fermentate create dall'uomo, che successivamente fu portata in Giappone con le prime migrazioni.
La nascita del fermentato si fa risalire alla scoperta della coltivazione del riso in ambiente umido, cosa che avrebbe portato allo sviluppo di muffe e lieviti.
Il primo sake fu chiamato kuchikami (masticato in bocca), poiché mancando la cultura della maltazione (trasformazione degli amidi in zuccheri tramite germogliamento), questo processo doveva essere iniziato necessariamente dagli enzimi presenti nella nosta saliva.
Il processo di masticazione e della amilasi salivare creava i presupposti della fermentazione, infatti gli lieviti sono incapaci di trasformare in alcol gli zuccheri complessi (amidi) presenti nei cereali, questo processo, per nulla piacevole alla vista, doveva essere svolto da ragazze vergini, per rendere più “gradito” lo sputo del bolo ottenuto.
L’uso della masticazione per iniziare il processo di fermentazione è presente anche in altre culture del Centro America, per la fermentazione di alcolici provenienti dal mais, chiamati chicas ( ragazzina ) per il medesimo motivo.
Data il basso potere di digestione della nostra saliva, il preparato alcolico non aveva grandi gradazioni e veniva probabilmente consumato come una zuppa, mancando anche un processo di filtrazione avanzato.
Con la nascita della coltivazione in umido, si scoprì una muffa chiamata Koji-kin (aspergillus orzae) i cui enzimi trasformano in zuccheri gli amidi complessi, rendendo così inutile la masticazione e soprattutto aumentando il tasso alcolico del sake a 18, 20 gradi.
La scoperta fu come nel caso del vino e della birra assolutamente casuale e probabilmente ebbe inizio all’interno di una rudimentale dispensa dove era stata dimenticata una zuppa di riso.
Lo lievito Aspergillus è molto attivo e rende possibile la fermentazione in poco tempo, a differenza dei tempi piuttosto lunghi necessari ai saccaromiceti di vino e birra per trasformare gli zuccheri in alcol.
IL SUCCESSO DEL SAKE
Il sake divenne presto la bevanda ufficiale del palazzo imperiale di Kyoto, e fu al solito un monopolio del potere, che istituì un organismo competente atto alla sua produzione.
Grazie alla creazione di questa istituzione dedicata al solo studio dei processi fermentativi e produttivi, la qualità del sake crebbe molto, ma non si riuscì mai ad eliminare , così come accadeva nel medioevo per vino e birra, l’acidificazione nei mesi più caldi.
In maniera intuitiva si iniziò a “pastorizzare” il sake esponendolo a delle fonti di calore, così come i gli antichi romani, che immagazzinavano il vino sopra le cucine, senza comunque ottenere i risultati che 500 anni più tardi ebbe Louis Pasteur.
Il monopolio del sake fu spezzato durante l’era Meji dove furono promulgate delle leggi che autorizzavano la produzione di sake a tutti coloro che avessero avuto i mezzi per comprarsi i materiali necessari.
Nacquero 30.000 fabbriche che fecero la fortuna del governo che iniziò a tassare la produzione di alcol, questi dazi sempre più crescenti per finanziare guerre e palazzi imperiali, furono anche i responsabili della drastica diminuzione degli esercizi che calarono lentamente a 8.000.
LA STORIA MODERNA
Nel 1904 il governo finanziò l’apertura di un istituto di ricerca sul sake e nel 1907 si tenne il primo concorso di degustazione a testimonianza delle qualità organolettiche del fermentato ricco di complessità e struttura, che lo avvicinano al vino.
Si standardizzò l’uso dei serbatoi smaltati in luogo delle botti di legno, responsabili secondo gli studi di trasmettere i batteri dell’acescenza e cosa non trascurabile di trattenere circa il 3% del prodotto fra le loro fibre, liquido che comunque veniva tassato dal governo.
Lo sforzo bellico sancì la fine di molte aziende, che furono costrette a cedere il riso per lo sforzo bellico e per la produzione di alcol ad uso militare.
Per aumentare la produzione di sake che veniva abbondantemente distribuito alle truppe, seguendo la logica comune a tutti gli eserciti di tutte le guerre, del “coraggio liquido”, si diffuse la pratica di aggiungere alcol di origine agricola a 90°(bietole e canna da zucchero) e diluire con acqua il risultato.
Il sake perdeva molti profumi primari, ma si aumentava la resa di quattro volte, cosa non trascurabile in tempo di guerra.
Oggi, circa il 90% del sake commerciale a basso prezzo, si produce ancora con questa tecnica. Il dopo guerra fu molto pesante per le fabbriche di sake, ma la proverbiale tenacia giapponese fece in modo che la ricostruzione dello status quo procedesse a passi da gigante, fino a raggiungere nuovamente la produzione precedente sia qualitativa che quantitativa.
Altri “nemici” si stavano però affacciando all'orizzonte, nuovi stili di consumo, dettati dal turismo e dall’apertura delle frontiere, il vino, la birra e i superalcolici di importazione fecero la loro comparsa sul mercato e presero sempre più piede fra le abitudini di consumo del popolo giapponese.
Il sake a sua volta, divenne un importante voce dell’export giapponese, grazie alla diffusione della cucina orientale e alla dilagante moda dei sushi bar in tutto il mondo.
PREPARAZIONE E ABBINAMENTI CON IL CIBO
Il sake può essere servito sia caldo, sia freddo, esistendo diverse tipologie e stili di produzione, la cosa importante è che sia fresco di produzione per mantenere i suoi profumi. Il decadimento di un sake, come di un vino novello, inizia dal suo imbottigliamento, quindi prima si consuma , meglio è per poter apprezzare al meglio le sue qualità organolettiche.
In molti ristoranti cinesi si assiste al riscaldamento con il beccuccio della macchina del caffè, cosa deleteria e dannosa al prodotto che viene allungato con l’acqua del vapore e “ scioccato” termicamente da un rapido innalzamento della temperatura.
Il corretto servizio prevede di immergere il tokkuri, la bottiglietta in ceramica per il sake, in una pentola con acqua calda a 40 gradi e di far raggiungere la temperatura desiderata al prodotto.
Gli abbinamenti sono i classici della cucina giapponese, quali sushi , sashimi, tempura e udon, preparazioni delicate e struttura debole, per le quali il vino potrebbe risultare troppo invasivo e con persistenze eccessive. I sake più complessi si prestano anche ad essere consumati a fine cena o come “distillati” da meditazione.
lunedì 19 dicembre 2011
L'amaro svedese e le sue proprieta' benefiche
Queste sono le proprietà terapeutiche dell'Amaro Svedese - Ricetta originale di Treben
1. Aspirandole o fiutandole ripetutamente, inumidendo con le Erbe Svedesi la prima vertebra cervicale, applicata una pezzuola bagnata con esse, scompariranno dolore e vertigini e si rinforzeranno la memoria ed il cervello.
2. Giovano nell’offuscamento della vista, tolgono il rossore e tutti I dolori persino quando gli occhi sono Infiammati, torbidi e annebbiati. Rimuovono le macchie e la cataratta quando con esse vengono inumiditi gli angoli dell’occhio o quando si applica sulle palpebre degli occhi chiusi ,una pezzuola bagnata coni esse.
3. Il vaiolo e gli sfoghi di ogni genere, anche le croste nel naso o in qualsiasi parte del corpo guariscono inumidendo le parti spesso e bene.
4. Contro il mal di denti si diluisce un cucchiaio di queste gocce in un po’ d’acqua trattenendole in bocca per qualche tempo oppure inumidendo il dente dolente con una pezzuola. Il dolore svanirà e il marciume regredirà.
5. Con le gocce s’inumidiscono ripetutamente le vesciche sulla lingua o altre ferite; la guarigione non tarderà.
6. Quando la gola è arrossata o piagata per cui cibo e bevande causano dolore alla deglutizione, le gocce andranno ingerite al mattino, a mezzogiorno e alla sera; toglieranno il calore e guariranno la gola.
7. Chi soffre di crampi allo stomaco ne prenda un cucchiaio durante l’attacco.
8. Contro le coliche si prendano tre cucchiai, lentamente uno dopo l’altro; presto sentirete sollievo.
9. Le gocce annullano l’effetto dei venti nel corpo e rinfrescano il fegato, eliminano tutte le malattie dello stomaco e quelle Intestinali e giovano contro la stitichezza.
10. Sono anche un ottimo rimedio per lo stomaco quando questo digerisce male e rifiuta i cibi.
11. Giovano altrettanto contro i dolori alla cistifellea. Un cucchiaio ogni giorno, mattina e sera; di notte impacchi imbevuti di gocce elimineranno presto tutti i dolori.
12. Contro l’idropisia se ne prenda mattina e sera un cucchiaio nel vino bianco per la durata di sei settimane.
13. Contro dolori e ronzii all’orecchio si inumidisca con le gocce un batuffolo di cotone da introdurre nell’orecchio. Gioverà assai e restituirà persino l’udito perduto.
14. Ad una donna sofferente di dolori uterini se ne dia al mattino per tre giorni dl fila un cucchiaio nel vino rosso; dopo una mezz’ora le si faccia fare una passeggiata e poi la colazione, ma senza latte. Le gocce non vanno prese insieme a latte.
15. Prendendone un cucchiaio mattina e sera durante gli ultimi 15 giorni della gravidanza, il parto sarà facilitato. Per liberare più facilmente la placenta, si somministri alla puerpera un cucchiaino da dessert ogni due ore fino a che la placenta non si stacchi senza doglie. (sotto controllo medico NdS)
16. Se dopo il parto si verificano infiammazioni alla mammella con l’inizio dell’allattamento, esse spariranno rapidamente applicando degli impacchi dl gocce.
17. Liberano i bambini dalla varicella. Si somministri al bambino delle gocce, a seconda dell’età, diluite in un po’ d’acqua. Quando le vescicole cominciano a seccarsi, inumidirle ripetutamente con le gocce; non rimarranno cicatrici.
18. Sono efficaci contro vermi nei bambini e negli adulti; eliminano persino le tenie, solo che al bambino occorre somministrarle a seconda dell’età. Legare una pezzuola imbevuta di gocce sull’ombelico mantenendola sempre umida.
19. Nell’itterizia spariscono presto tutti i disturbi prendendo un cucchiaio dl gocce tre volte ai giorno ed applicando dei cataplasmi dl gocce sul fegato ingrossato.
20. Sbloccano tutte le emorroidi, guariscono i reni, eliminano dal corpo, senza altre cure, i liquidi ipocondriaci, tolgono la malinconia o le depressioni e stimolano l’appetito e la digestione.
21. Aprono anche internamente le emorroidi se le bagniamo ripetutamente e se le rendiamo molli ingerendo le gocce, soprattutto prima di coricarci. Per via esterna si applica un batuffolino di cotone bagnato con le gocce. Renderà fluido anche il resto dei sangue e gioverà contro i bruciori.
22. Se qualcuno è svenuto, gli si apra eventualmente la bocca somministrandogli un cucchiaio di gocce, e il malato ritornerà in se.
23. Prese per bocca allontaneranno anche li dolore dei crampi sordi fino a che col tempo non cessino del tutto.
24. Contro la tisi polmonare si prendano ogni giorno a digiuno e per la durata di sei settimane.
25. Quando una donna perde la sua depurazione mensile o questa sia troppo abbondante, è bene che prenda queste gocce per tre giorni ripetendo l’operazione per venti volte; il medicamento calmerà quanto è in eccedenza e rimedierà a quanto è insufficiente.
26. Questo medicamento giova anche contro le perdite bianche.
27. Se qualcuno è affetto dal mal caduco (epilessia), occorre somministrargliene immediatamente. Il malato continui poi a prendere esclusivamente questo medicinale in quanto esso rinforzerà sia i nervi affaticati che tutto il fisico allontanando ogni malattia.
28. Guariscono le paralisi, scacciano le vertigini e la nausea.
29. Guariscono anche i bruciori del vaiolo e della erisipela.
30. Se qualcuno avesse la febbre, calda o fredda che sia, e fosse molto debole, gli si dia un cucchiaio, e l’ammalato, se non ha caricato il proprio corpo con altri rimedi, tornerà presto in sè, e il suo polso riprenderà a battere; fosse anche stata altissima la sua febbre, li malato migliorerà presto.
31. Le gocce guariscono cancro, vaiolo e verruche di vecchia data nonché le screpolature delle mani. Se una piaga è vecchia e purulenta o se presenta delle escrescenze, la si lavi accuratamente con del vino bianco, coprendola poi con una pezza imbevuta di gocce. Esse elimineranno ulcere e dolori nonché l’escrescenza carnosa, e la ferita inizierà a guarire.
32. Tutte le ferite dovute a colpi o punture guariscono senza complicazioni quando vengono bagnate con le gocce. Immergete una pezza nelle gocce coprendo con essa le ferite. In brevissimo tempo elimineranno il dolore provenendo ogni cancrena o putrefazione e guariranno anche ferite dl vecchia data dovute ad arma da fuoco. Se ci sono buchi iniettate le gocce nella ferita che non occorre necessariamente pulire in precedenza; mediante l’assidua applicazione di una pezza Imbevuta, la guarigione avverrà in breve.
33. Fanno scomparire tutte Io cicatrici, anche quelle più annose, tutte le piaghe e tutti i tagli se queste vengono inumidite con le gocce fino a 40 volte;. tutte le ferite curate con queste gocce non lasceranno cicatrici.
34. Esse guariscono completamente tutte le fistole anche se sembrano inguaribili e indipendentemente dalla loro età.
35. Curano tutte le ferite da ustioni; che siano prodotte da fuoco, acqua bollente o grasso, quando queste vengano assiduamente bagnate con le gocce. Non si formeranno vesciche; il calore ne verrà estratto. Persino vesciche purulente guariranno totalmente.
36. Le gocce giovano contro tumori e macchie dovuti a urti o colpi.
37. Se qualcuno non riesce a mangiare con appetito, esse restituiranno il sapore perduto.
38. A chi è molto anemico ridonano il colore quando vengano ingerite al mattino per un certo periodo di tempo. Esse purificano il sangue formandone del nuovo e ne favoriscono la circolazione.
39. I dolori reumatici scompaiono prendendo le gocce per bocca o applicando sugli arti Infiammati delle pezze imbevute con le gocce stesse.
40. Curano mani e piedi congelati anche se piagati. Si consiglia dl applicarvi il più spesso possibile delle pezze imbevute soprattutto la notte.
41. Sui calli applicate un batuffolo di cotone imbevuto di gocce inumidendo con esso costantemente il punto dolente. Dopo tre giorni i calli si staccheranno da soli oppure potranno essere levati senza alcun dolore.
42. Curano anche morsi dl cani arrabbiati e di altri animali, prese per bocca, in quanto distruggono tutti i veleni. Coprite le ferite con un panno imbevuto.
43. In caso di peste o altre malattie contagiose è opportuno ingerirne ripetutamente durante la giornata poiché curano ulcere pestose e bubboni anche se insediati nella gola.
44. Chi di notte non dorme bene prenda queste gocce prima dl coricarsi. Nel caso di insonnia nervosa applichi sul cuore un panno imbevuto dl gocce diluite.
45. Somministrato in quantità di due cucchiai ad un ubriaco, fanno scomparire gli effetti della sbornia.
46. Chi prende queste gocce quotidianamente mattina e sera, non avrà bisogno di alcun’altra medicina, poiché esse rinforzano il corpo, rinfrescano i nervi ed il sangue, liberano dal tremore mani e piedi. In breve, allontanano ogni specie dl malattia. Il corpo rimarrà ben elastico, il viso manterrà la sua giovanilità e bellezza.
Importante
: Tutti I quantitativi indicati. vanno Ingeriti diluiti in tisana o in acqua.
Questi i 46 punti del "Antico Manoscritto" rivelano Il grande e miracoloso potere terapeutico dl questo miscuglio dl erbe. SI può asserire a ragion Veduta che praticamente non vi sia malattia contro la quale questo Erbe Svedesi non giovino; sono comunque valide come base per qualsiasi cura.
Tratto da: spazioinwind.libero.it
vedi: FITOTERAPIA , TISANE, DECOTTI ecc. >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
L'Amaro Svedese si trova nelle erboristerie e nelle farmacie
che trattano anche rimedi naturali, l’importante è che sia della ricette originale Treben.
1. Aspirandole o fiutandole ripetutamente, inumidendo con le Erbe Svedesi la prima vertebra cervicale, applicata una pezzuola bagnata con esse, scompariranno dolore e vertigini e si rinforzeranno la memoria ed il cervello.
2. Giovano nell’offuscamento della vista, tolgono il rossore e tutti I dolori persino quando gli occhi sono Infiammati, torbidi e annebbiati. Rimuovono le macchie e la cataratta quando con esse vengono inumiditi gli angoli dell’occhio o quando si applica sulle palpebre degli occhi chiusi ,una pezzuola bagnata coni esse.
3. Il vaiolo e gli sfoghi di ogni genere, anche le croste nel naso o in qualsiasi parte del corpo guariscono inumidendo le parti spesso e bene.
4. Contro il mal di denti si diluisce un cucchiaio di queste gocce in un po’ d’acqua trattenendole in bocca per qualche tempo oppure inumidendo il dente dolente con una pezzuola. Il dolore svanirà e il marciume regredirà.
5. Con le gocce s’inumidiscono ripetutamente le vesciche sulla lingua o altre ferite; la guarigione non tarderà.
6. Quando la gola è arrossata o piagata per cui cibo e bevande causano dolore alla deglutizione, le gocce andranno ingerite al mattino, a mezzogiorno e alla sera; toglieranno il calore e guariranno la gola.
7. Chi soffre di crampi allo stomaco ne prenda un cucchiaio durante l’attacco.
8. Contro le coliche si prendano tre cucchiai, lentamente uno dopo l’altro; presto sentirete sollievo.
9. Le gocce annullano l’effetto dei venti nel corpo e rinfrescano il fegato, eliminano tutte le malattie dello stomaco e quelle Intestinali e giovano contro la stitichezza.
10. Sono anche un ottimo rimedio per lo stomaco quando questo digerisce male e rifiuta i cibi.
11. Giovano altrettanto contro i dolori alla cistifellea. Un cucchiaio ogni giorno, mattina e sera; di notte impacchi imbevuti di gocce elimineranno presto tutti i dolori.
12. Contro l’idropisia se ne prenda mattina e sera un cucchiaio nel vino bianco per la durata di sei settimane.
13. Contro dolori e ronzii all’orecchio si inumidisca con le gocce un batuffolo di cotone da introdurre nell’orecchio. Gioverà assai e restituirà persino l’udito perduto.
14. Ad una donna sofferente di dolori uterini se ne dia al mattino per tre giorni dl fila un cucchiaio nel vino rosso; dopo una mezz’ora le si faccia fare una passeggiata e poi la colazione, ma senza latte. Le gocce non vanno prese insieme a latte.
15. Prendendone un cucchiaio mattina e sera durante gli ultimi 15 giorni della gravidanza, il parto sarà facilitato. Per liberare più facilmente la placenta, si somministri alla puerpera un cucchiaino da dessert ogni due ore fino a che la placenta non si stacchi senza doglie. (sotto controllo medico NdS)
16. Se dopo il parto si verificano infiammazioni alla mammella con l’inizio dell’allattamento, esse spariranno rapidamente applicando degli impacchi dl gocce.
17. Liberano i bambini dalla varicella. Si somministri al bambino delle gocce, a seconda dell’età, diluite in un po’ d’acqua. Quando le vescicole cominciano a seccarsi, inumidirle ripetutamente con le gocce; non rimarranno cicatrici.
18. Sono efficaci contro vermi nei bambini e negli adulti; eliminano persino le tenie, solo che al bambino occorre somministrarle a seconda dell’età. Legare una pezzuola imbevuta di gocce sull’ombelico mantenendola sempre umida.
19. Nell’itterizia spariscono presto tutti i disturbi prendendo un cucchiaio dl gocce tre volte ai giorno ed applicando dei cataplasmi dl gocce sul fegato ingrossato.
20. Sbloccano tutte le emorroidi, guariscono i reni, eliminano dal corpo, senza altre cure, i liquidi ipocondriaci, tolgono la malinconia o le depressioni e stimolano l’appetito e la digestione.
21. Aprono anche internamente le emorroidi se le bagniamo ripetutamente e se le rendiamo molli ingerendo le gocce, soprattutto prima di coricarci. Per via esterna si applica un batuffolino di cotone bagnato con le gocce. Renderà fluido anche il resto dei sangue e gioverà contro i bruciori.
22. Se qualcuno è svenuto, gli si apra eventualmente la bocca somministrandogli un cucchiaio di gocce, e il malato ritornerà in se.
23. Prese per bocca allontaneranno anche li dolore dei crampi sordi fino a che col tempo non cessino del tutto.
24. Contro la tisi polmonare si prendano ogni giorno a digiuno e per la durata di sei settimane.
25. Quando una donna perde la sua depurazione mensile o questa sia troppo abbondante, è bene che prenda queste gocce per tre giorni ripetendo l’operazione per venti volte; il medicamento calmerà quanto è in eccedenza e rimedierà a quanto è insufficiente.
26. Questo medicamento giova anche contro le perdite bianche.
27. Se qualcuno è affetto dal mal caduco (epilessia), occorre somministrargliene immediatamente. Il malato continui poi a prendere esclusivamente questo medicinale in quanto esso rinforzerà sia i nervi affaticati che tutto il fisico allontanando ogni malattia.
28. Guariscono le paralisi, scacciano le vertigini e la nausea.
29. Guariscono anche i bruciori del vaiolo e della erisipela.
30. Se qualcuno avesse la febbre, calda o fredda che sia, e fosse molto debole, gli si dia un cucchiaio, e l’ammalato, se non ha caricato il proprio corpo con altri rimedi, tornerà presto in sè, e il suo polso riprenderà a battere; fosse anche stata altissima la sua febbre, li malato migliorerà presto.
31. Le gocce guariscono cancro, vaiolo e verruche di vecchia data nonché le screpolature delle mani. Se una piaga è vecchia e purulenta o se presenta delle escrescenze, la si lavi accuratamente con del vino bianco, coprendola poi con una pezza imbevuta di gocce. Esse elimineranno ulcere e dolori nonché l’escrescenza carnosa, e la ferita inizierà a guarire.
32. Tutte le ferite dovute a colpi o punture guariscono senza complicazioni quando vengono bagnate con le gocce. Immergete una pezza nelle gocce coprendo con essa le ferite. In brevissimo tempo elimineranno il dolore provenendo ogni cancrena o putrefazione e guariranno anche ferite dl vecchia data dovute ad arma da fuoco. Se ci sono buchi iniettate le gocce nella ferita che non occorre necessariamente pulire in precedenza; mediante l’assidua applicazione di una pezza Imbevuta, la guarigione avverrà in breve.
33. Fanno scomparire tutte Io cicatrici, anche quelle più annose, tutte le piaghe e tutti i tagli se queste vengono inumidite con le gocce fino a 40 volte;. tutte le ferite curate con queste gocce non lasceranno cicatrici.
34. Esse guariscono completamente tutte le fistole anche se sembrano inguaribili e indipendentemente dalla loro età.
35. Curano tutte le ferite da ustioni; che siano prodotte da fuoco, acqua bollente o grasso, quando queste vengano assiduamente bagnate con le gocce. Non si formeranno vesciche; il calore ne verrà estratto. Persino vesciche purulente guariranno totalmente.
36. Le gocce giovano contro tumori e macchie dovuti a urti o colpi.
37. Se qualcuno non riesce a mangiare con appetito, esse restituiranno il sapore perduto.
38. A chi è molto anemico ridonano il colore quando vengano ingerite al mattino per un certo periodo di tempo. Esse purificano il sangue formandone del nuovo e ne favoriscono la circolazione.
39. I dolori reumatici scompaiono prendendo le gocce per bocca o applicando sugli arti Infiammati delle pezze imbevute con le gocce stesse.
40. Curano mani e piedi congelati anche se piagati. Si consiglia dl applicarvi il più spesso possibile delle pezze imbevute soprattutto la notte.
41. Sui calli applicate un batuffolo di cotone imbevuto di gocce inumidendo con esso costantemente il punto dolente. Dopo tre giorni i calli si staccheranno da soli oppure potranno essere levati senza alcun dolore.
42. Curano anche morsi dl cani arrabbiati e di altri animali, prese per bocca, in quanto distruggono tutti i veleni. Coprite le ferite con un panno imbevuto.
43. In caso di peste o altre malattie contagiose è opportuno ingerirne ripetutamente durante la giornata poiché curano ulcere pestose e bubboni anche se insediati nella gola.
44. Chi di notte non dorme bene prenda queste gocce prima dl coricarsi. Nel caso di insonnia nervosa applichi sul cuore un panno imbevuto dl gocce diluite.
45. Somministrato in quantità di due cucchiai ad un ubriaco, fanno scomparire gli effetti della sbornia.
46. Chi prende queste gocce quotidianamente mattina e sera, non avrà bisogno di alcun’altra medicina, poiché esse rinforzano il corpo, rinfrescano i nervi ed il sangue, liberano dal tremore mani e piedi. In breve, allontanano ogni specie dl malattia. Il corpo rimarrà ben elastico, il viso manterrà la sua giovanilità e bellezza.
Importante
: Tutti I quantitativi indicati. vanno Ingeriti diluiti in tisana o in acqua.
Questi i 46 punti del "Antico Manoscritto" rivelano Il grande e miracoloso potere terapeutico dl questo miscuglio dl erbe. SI può asserire a ragion Veduta che praticamente non vi sia malattia contro la quale questo Erbe Svedesi non giovino; sono comunque valide come base per qualsiasi cura.
Tratto da: spazioinwind.libero.it
vedi: FITOTERAPIA , TISANE, DECOTTI ecc. >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
L'Amaro Svedese si trova nelle erboristerie e nelle farmacie
che trattano anche rimedi naturali, l’importante è che sia della ricette originale Treben.
venerdì 16 dicembre 2011
Uranio impoverito: risarcimenti in Sardegna
Uranio, in Sardegna quasi cento decessi
Saranno indennizzati i familiari dei militari morti per cause legate al servizio svolto in Sardegna. Lo ha annunciato il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, Rosario Costa che, assieme ai commissari, ha visitato per due giorni i poligoni di Quirra, in Ogliastra, quello di Teulada, nel sudovest della Sardegna, e quello di Capo Frasca, nell’Oristanese.
Secondo quanto reso noto nel corso di un workshop, sul poligono interforze del salto di Quirra, organizzato dall’assessorato regionale della Sanità, sarebbero novantotto i casi di morte per attività militare riconosciuti dallo Stato ai soldati deceduti, i cui familiari verranno risarciti per un totale di nove milioni di euro.
Saranno indennizzati i familiari dei militari morti per cause legate al servizio svolto in Sardegna. Lo ha annunciato il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, Rosario Costa che, assieme ai commissari, ha visitato per due giorni i poligoni di Quirra, in Ogliastra, quello di Teulada, nel sudovest della Sardegna, e quello di Capo Frasca, nell’Oristanese.
Secondo quanto reso noto nel corso di un workshop, sul poligono interforze del salto di Quirra, organizzato dall’assessorato regionale della Sanità, sarebbero novantotto i casi di morte per attività militare riconosciuti dallo Stato ai soldati deceduti, i cui familiari verranno risarciti per un totale di nove milioni di euro.
Calcio sorteggi europei
Il Chelsea per Napoli, Milan con l'Arsenal
L'Italia pesca l'Inghilterra nei sorteggi di Nyon per gli ottavi di finale di Champions League. Al Napoli è capitato in sorte il Chelsea di Villas Boas, al Milan l'Arsenal Di Van Persie. Una squadra francese invece per l'Inter che affronterà il Marsiglia. Urna tutto sommato benevola per le nostre rappresentative che hanno evitato (in particolare Napoli e Milan) formazioni del calibro di Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. Questi gli altri accoppiamenti: Basilea-Bayern, Bayer Leverkusen-Barcellona, Cska Mosca-Real Madrid, Zenit-Benfica, Lione-Apoel Nicosia.
Le gare di andata si giocheranno il 14-15 e 21-22 febbraio, quelle di ritorno il 6-7 e 13-14 marzo.
Questo il quadro degli accoppiamenti degli ottavi di finale della Champions League, determinati dal sorteggio di Nyon:
Lione (Fra) - Apoel Nicosia (Cip)
Napoli (Ita) - Chelsea (Ing)
Milan (Ita) - Arsenal (Ing)
Basilea (Svi) - Bayern Monaco (Ger)
Bayer Leverkusen (Ger) - Barcellona (Spa)
Cska Mosca (Rus) - Real Madrid (Spa)
Zenit San Pietroburgo (Rus) - Benfica (Por)
Marsiglia (Fra) - Inter (Ita)
L'Udinese se la vedrà con il Paok Salonicco nei sedicesimi di Europa League. Questo l'esito del sorteggio di Nyon. Andata il 16 febbraio al Friuli, ritorno il 23 febbraio in Grecia. La Lazio, invece, affronterà l'Atletico Madrid. La squadra di Reja giocherà la prima partita in casa.
L'Italia pesca l'Inghilterra nei sorteggi di Nyon per gli ottavi di finale di Champions League. Al Napoli è capitato in sorte il Chelsea di Villas Boas, al Milan l'Arsenal Di Van Persie. Una squadra francese invece per l'Inter che affronterà il Marsiglia. Urna tutto sommato benevola per le nostre rappresentative che hanno evitato (in particolare Napoli e Milan) formazioni del calibro di Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. Questi gli altri accoppiamenti: Basilea-Bayern, Bayer Leverkusen-Barcellona, Cska Mosca-Real Madrid, Zenit-Benfica, Lione-Apoel Nicosia.
Le gare di andata si giocheranno il 14-15 e 21-22 febbraio, quelle di ritorno il 6-7 e 13-14 marzo.
Questo il quadro degli accoppiamenti degli ottavi di finale della Champions League, determinati dal sorteggio di Nyon:
Lione (Fra) - Apoel Nicosia (Cip)
Napoli (Ita) - Chelsea (Ing)
Milan (Ita) - Arsenal (Ing)
Basilea (Svi) - Bayern Monaco (Ger)
Bayer Leverkusen (Ger) - Barcellona (Spa)
Cska Mosca (Rus) - Real Madrid (Spa)
Zenit San Pietroburgo (Rus) - Benfica (Por)
Marsiglia (Fra) - Inter (Ita)
L'Udinese se la vedrà con il Paok Salonicco nei sedicesimi di Europa League. Questo l'esito del sorteggio di Nyon. Andata il 16 febbraio al Friuli, ritorno il 23 febbraio in Grecia. La Lazio, invece, affronterà l'Atletico Madrid. La squadra di Reja giocherà la prima partita in casa.
Carceri: detenuti a casa!!!
Roma, 16 dicembre 2011 - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al pacchetto carceri-giustizia presentato dal ministro della Giustizia Paola Severino. Il complesso dei provvedimenti prevede due decreti legge, un disegno di legge, un decreto del presidente della Repubblica e un decreto legislativo.
Tra i primi effetti del pacchetto, l'uscita progressiva dal carcere di circa tremilatrecento detenuti, per effetto del decreto che alzerà fino a 18 mesi la pena residua che si può scontare ai domiciliari. Inoltre sancisce l'uscita dal circuito carcerario per gli arrestati in flagranza di reato, e in generale di quanti alimentano il fenomeno delle cosiddette 'porte girevoli', entrando in carcere per la sola immatricolazione per poi essere scarcerati o inviati ai domiciliari. In questo caso il beneficio sarebbe di circa 21mila detenuti 'di passaggio' in meno ogni anno negli istituti detentivi italiani.
Nel pacchetto c’è anche un ddl che contiene le norme sulla depenalizzazione, e istituisce la ‘messa in prova’ che può dare luogo alla sospensione del procedimento (e alla sua estinzione se il periodo di servizio sociale svolto dal reo ha esito positivo) oltre alla pena della detenzione domiciliare: che il giudice potrà irrogare, per determinati reati, già al momento della sentenza, allo stesso modo della carcerazione o della sanzione amministrativa.
Tra i primi effetti del pacchetto, l'uscita progressiva dal carcere di circa tremilatrecento detenuti, per effetto del decreto che alzerà fino a 18 mesi la pena residua che si può scontare ai domiciliari. Inoltre sancisce l'uscita dal circuito carcerario per gli arrestati in flagranza di reato, e in generale di quanti alimentano il fenomeno delle cosiddette 'porte girevoli', entrando in carcere per la sola immatricolazione per poi essere scarcerati o inviati ai domiciliari. In questo caso il beneficio sarebbe di circa 21mila detenuti 'di passaggio' in meno ogni anno negli istituti detentivi italiani.
Nel pacchetto c’è anche un ddl che contiene le norme sulla depenalizzazione, e istituisce la ‘messa in prova’ che può dare luogo alla sospensione del procedimento (e alla sua estinzione se il periodo di servizio sociale svolto dal reo ha esito positivo) oltre alla pena della detenzione domiciliare: che il giudice potrà irrogare, per determinati reati, già al momento della sentenza, allo stesso modo della carcerazione o della sanzione amministrativa.
UEFA: ranking: salgono Lazio e Napoli
Calcio: ranking Uefa. Salgono Lazio e Napoli. Grazie ai risultati ottenuti nella competizione europea, la squadra di Reja ha lasciato la 85a posizione per toccare la 67a con un miglioramento di ben 18 posizioni. I capitolini sono la squadra italiana che si è migliorata di più dopo il Napoli. I partenopei con la strepitosa qualificazione agli ottavi di Champions League vola al 57° posto migliorandosi di ben 37 gradini. Bene anche l’Inter che sale alla 7a contro la 9a occupata precedentemente. Scende di una posizione il Milan che si stabilizza in 11a piazza. Male la Roma che abbandona la top 20 e si deve accontentare della 25a casella della graduatoria. Infine, scende di una la Fiorentina, da 27a a 28a, bene la Juventus, da 43a a 41a, l’Udinese, da 72a a 60a, mentre crolla il Palermo che rischia di uscire dalle prime 100 finendo al 96° posto (era 74°). E speriamo non finisca qui!!!
venerdì 9 dicembre 2011
Sarkozy e la mancanza inglese! Grazie presidente
Sarko...... Ineccepibile!!! "La stretta di mano offerta da David Cameron viene snobbata da Nicolas Sarkozy dopo il veto posto dal primo ministro al trattato Ue", titola il Daily Mirror, che illustra con una foto sequenza il momento del 'gran rifiuto', consumatosi verso le 5 di questa mattina. "Dopo 10 ore di aspre discussioni notturne e di disaccordi sul nuovo Trattato Ue, i due non erano certo amiconi", chiosa il tabloid, che appare piu' preoccupato del presunto sgarbo francese che delle conseguenze della decisione di Cameron
Spinge forte sul pedale dell'antieuropeismo invece il Sun, che giocando con la pronuncia delle parole, mette in bocca a Cameron un perentorio "Who do you think EU are?", rivolto agli altri leader europei. In pratica, "Chi vi credete di essere?". Il tabloid sostiene in pieno la scelta del premier conservatore, riferendo che "Cameron tuona contro l'Unione mentre il Regno Unito respinge il trattato".
Concentrato sulla mancata stretta di mano e' anche il Daily Mail, che titola, "Le snub!" in riferimento al presidente francese, in un gioco di parole che mischia la parola "snob" a "snub", rifiuto, in questo caso quello di Sarkozy. Il Mail e' pero' piu' cauto nel testo dell'articolo, riferendo che la mossa di Cameron comporta il rischio di "isolamento politico" per la Gran Bretagna. Secco il commento di Sarkozy che non usa mezze parole:"Se oggi è nata un'Europa a due velocità è colpa della Gran Bretagna. "Non abbiamo trovato un accordo sulla modifica dei trattati a 27 a causa delle condizioni inaccettabili" poste dal premier inglese David Cameron, ha dichiarato Sarkozy in una conferenza stampa al termine di dieci ore di trattative estenuanti tra i leader a Bruxelles. La 'condizione inaccettabile' è un protocollo che avrebbe esonerato il Regno Unito dall'applicazione delle regole sui servizi finanziari. "Avremmo preferito un accordo a 27 ma questo non è stato possibile tenendo conto della posizione dei nostri amici britannici" ha osservato l'inquilino dell'Eliseo."Se avessimo concesso una deroga al Regno Unito sarebbe stato per noi, e non dico che sia questa la volontà di Cameron, come rimettere in dubbio buona parte del lavoro finora per una migliore disciplina di bilancio, cosa che è assolutamente necessaria" ha affermato Sarkozy, sottolineando che "una parte dei problemi del mondo attualmente è proprio causata dalla carenza di regole nei servizi finanziari" che i britannici vogliono tutelare ad ogni costo. Come non essere dalla parte di Sarkozy impegnato a chiedere l'impegno di tutti contro una crisi che sta investendo l'Europa e che richiede l'impegno di tutti. Gli inglesi continuano a sentirsi fuori dalle problematiche ma ben presenti quando di tratta di guadagnarci! E' facile attaccare Grecia, Italia e Spagna ma quanto e' difficile impegnarsi per risolvere le problematiche mettendosi veramente in gioco! Grazie Sarkozy speriamo qualcuno abbia capito!
Spinge forte sul pedale dell'antieuropeismo invece il Sun, che giocando con la pronuncia delle parole, mette in bocca a Cameron un perentorio "Who do you think EU are?", rivolto agli altri leader europei. In pratica, "Chi vi credete di essere?". Il tabloid sostiene in pieno la scelta del premier conservatore, riferendo che "Cameron tuona contro l'Unione mentre il Regno Unito respinge il trattato".
Concentrato sulla mancata stretta di mano e' anche il Daily Mail, che titola, "Le snub!" in riferimento al presidente francese, in un gioco di parole che mischia la parola "snob" a "snub", rifiuto, in questo caso quello di Sarkozy. Il Mail e' pero' piu' cauto nel testo dell'articolo, riferendo che la mossa di Cameron comporta il rischio di "isolamento politico" per la Gran Bretagna. Secco il commento di Sarkozy che non usa mezze parole:"Se oggi è nata un'Europa a due velocità è colpa della Gran Bretagna. "Non abbiamo trovato un accordo sulla modifica dei trattati a 27 a causa delle condizioni inaccettabili" poste dal premier inglese David Cameron, ha dichiarato Sarkozy in una conferenza stampa al termine di dieci ore di trattative estenuanti tra i leader a Bruxelles. La 'condizione inaccettabile' è un protocollo che avrebbe esonerato il Regno Unito dall'applicazione delle regole sui servizi finanziari. "Avremmo preferito un accordo a 27 ma questo non è stato possibile tenendo conto della posizione dei nostri amici britannici" ha osservato l'inquilino dell'Eliseo."Se avessimo concesso una deroga al Regno Unito sarebbe stato per noi, e non dico che sia questa la volontà di Cameron, come rimettere in dubbio buona parte del lavoro finora per una migliore disciplina di bilancio, cosa che è assolutamente necessaria" ha affermato Sarkozy, sottolineando che "una parte dei problemi del mondo attualmente è proprio causata dalla carenza di regole nei servizi finanziari" che i britannici vogliono tutelare ad ogni costo. Come non essere dalla parte di Sarkozy impegnato a chiedere l'impegno di tutti contro una crisi che sta investendo l'Europa e che richiede l'impegno di tutti. Gli inglesi continuano a sentirsi fuori dalle problematiche ma ben presenti quando di tratta di guadagnarci! E' facile attaccare Grecia, Italia e Spagna ma quanto e' difficile impegnarsi per risolvere le problematiche mettendosi veramente in gioco! Grazie Sarkozy speriamo qualcuno abbia capito!
Ma la famiglia dove va?.......Istat: 3,1 milioni di italiani si sono separati.
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Separazioni o divorzi "pesano" soprattutto sulle spalle delle donne. Le italiane infatti, dopo la rottura di un matrimonio non solo si trovano più spesso nel ruolo di genitore solo, ma vedono peggiorare molto più degli uomini la loro condizione economica, ritrovandosi più spesso in famiglie a rischio povertà. È quanto emerge dal Focus dell'Istat sulle "Condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio", diffuso oggi, dal quale risulta che nel 2009, le persone che hanno sperimentato la rottura di un matrimonio sono stati 3 milioni 115 mila, il 6,1% della popolazione di 15 anni e più.
L'indagine rileva, dunque, che dopo l'interruzione dell'unione coniugale, le donne ricoprono più spesso il ruolo di genitore solo (35,8%, contro il 7,3%), mentre gli uomini prevalentemente vivono da soli (43%, contro 25,4%) o formano una nuova unione (32%, contro 23,3%). E la quota di separate, divorziate o riconiugate in famiglie a rischio di povertà è più alta (24%) rispetto a quella degli uomini nella stessa condizione (15,3%) e a quella delle donne in totale (19,2%).
Le percentuali più elevate di donne a rischio di povertà si trovano tra le single (28,7%) e tra le madri sole (24,9%). Dopo la separazione dunque - si legge ancora nel Focus- a veder peggiorare la propria condizione economica sono soprattutto le donne (il 50,9% contro il 40,1%), chi al momento dello scioglimento non aveva un'occupazione a tempo pieno (54,7%) e chi aveva figli (52,9%).
Inoltre, chi ha cambiato abitazione (41,3%) è tornato per lo più a casa dei genitori (il 32,5% degli uomini e il 39,3% delle donne), oppure ha preso un'altra abitazione in affitto (il 36,8% e il 30,5%).
E ancora: il 19% di chi ha vissuto la rottura di un matrimonio ha ricevuto aiuti in denaro o in natura nei due anni successivi alla separazione. Le persone che nel corso della vita hanno sperimentato la rottura di un matrimonio (separati legalmente o di fatto, divorziati, coniugati dopo un divorzio) che, nel 2009, risultavano essere 3 milioni e 115 mila, presentano caratteristiche socio-demografiche peculiari: un livello di istruzione mediamente più alto rispetto al resto della popolazione, con una più diffusa presenza nel Centro-Nord del Paese e nelle grandi aree metropolitane.
L'indagine rileva, dunque, che dopo l'interruzione dell'unione coniugale, le donne ricoprono più spesso il ruolo di genitore solo (35,8%, contro il 7,3%), mentre gli uomini prevalentemente vivono da soli (43%, contro 25,4%) o formano una nuova unione (32%, contro 23,3%). E la quota di separate, divorziate o riconiugate in famiglie a rischio di povertà è più alta (24%) rispetto a quella degli uomini nella stessa condizione (15,3%) e a quella delle donne in totale (19,2%).
Le percentuali più elevate di donne a rischio di povertà si trovano tra le single (28,7%) e tra le madri sole (24,9%). Dopo la separazione dunque - si legge ancora nel Focus- a veder peggiorare la propria condizione economica sono soprattutto le donne (il 50,9% contro il 40,1%), chi al momento dello scioglimento non aveva un'occupazione a tempo pieno (54,7%) e chi aveva figli (52,9%).
Inoltre, chi ha cambiato abitazione (41,3%) è tornato per lo più a casa dei genitori (il 32,5% degli uomini e il 39,3% delle donne), oppure ha preso un'altra abitazione in affitto (il 36,8% e il 30,5%).
E ancora: il 19% di chi ha vissuto la rottura di un matrimonio ha ricevuto aiuti in denaro o in natura nei due anni successivi alla separazione. Le persone che nel corso della vita hanno sperimentato la rottura di un matrimonio (separati legalmente o di fatto, divorziati, coniugati dopo un divorzio) che, nel 2009, risultavano essere 3 milioni e 115 mila, presentano caratteristiche socio-demografiche peculiari: un livello di istruzione mediamente più alto rispetto al resto della popolazione, con una più diffusa presenza nel Centro-Nord del Paese e nelle grandi aree metropolitane.
La maggioranza delle persone con una rottura coniugale alle spalle ha intrapreso e ha visto concludersi un procedimento legale di separazione davanti al giudice (59,3%); il 14,6% non è ancora arrivato alla conclusione del procedimento, mentre il 26,1% è solamente separato di fatto. Una maggiore propensione a concludere un procedimento legale si rileva tra le persone con livello di istruzione più alto e tra coloro che vivono nel Nord e nel Centro (oltre il 63% in tutte e tre le categorie).
Chi ha intrapreso le vie legali ha scelto un procedimento consensuale nella maggior parte dei casi (82,4%).
Papa Pio XI: il fascismo «illecito» ai cattolici
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Quel giorno che Pio XI pronunciò la condanna formale del fascismo. Avvenne nel concistoro segreto del 23 luglio 1931, nel pieno dello scontro col regime sull’Azione Cattolica. Il 29 maggio c’era stata la chiusura dei circoli, che aveva indotto il Papa a promulgare l’enciclica Non abbiamo bisogno in cui parlava esplicitamente di «statolatria pagana».
Ma il Direttorio del partito invece di indietreggiare aveva assunto, il 9 luglio, un’ulteriore iniziativa sancendo l’incompatibilità fra iscrizione al fascismo e all’Azione Cattolica. Il Papa rivolto ai 22 cardinali presenti (dei 25 residenti a Roma) dichiarò a sua volta «non compatibili con la coscienza e la professione di cattolici» quei «principii contrarii alle dottrine e ai diritti della Chiesa» e «illecita la volontaria ascrizione ad associazioni e opere che tali principii hanno» e «limitano alla Chiesa il diritto di educare ossia l’Azione Cattolica». Un discorso "riservatissimo" di 13 pagine che ora l’Archivio segreto vaticano porta alla luce con una ricerca condotta da Giovanni Coco per l’Archivio di Storia pontificia della Gregoriana.
La catalogazione dell’archivio del nunzio apostolico Borgoncini Duca (oggetto di una recente pubblicazione dell’Istituto di Studi politici San Pio V) e degli appunti dell’allora segretario di Stato cardinale Pacelli, custoditi presso la Congregazione degli Affari ecclesiastici della Segreteria di Stato, si rivela una miniera. Si riesce anche a ricostruire il dibattito che in quel concistoro si registrò fra i cardinali, ancora combattuti sull’attuazione se non sulla stessa opportunità del Concordato.
Voci pubblicate dai giornali, influenzate dal regime ma purtroppo non prive di fondamento, parlavano anche a più riprese delle dimissioni di Pacelli da segretario di Stato facendo riferimento proprio a divisioni sullo scontro per l’Azione cattolica. Il Papa l’aveva voluto al posto del cardinale Gasparri, artefice principale del Concordato, anche per favorire un maggiore coinvolgimento della Curia che lamentava, con diverse sfumature, una sostanziale estromissione. Il Concistoro del 23 luglio fu un’idea anche di Pacelli.
Si riunì alle 9 e durò circa tre ore. Il Papa difese la scelta di un’enciclica a sostegno dell’Azione Cattolica, volta a originare «la pronta e imponente partecipazione dell’episcopato e dell’universo mondo cattolico al cordoglio e all’offesa del Sommo Pontefice», che l’aveva definita «pupilla degli occhi del Papa» e aveva dato via libera al Concordato anche per quell’articolo 43 che ne riconosceva il ruolo. E ora gli consentiva, dopo aver ribaltato contro il regime le accuse di massoneria nella Chiesa, di poter parlare con i cardinali del Sacro Collegio di «atteggiamento ingiusto e illegale».
Nel concistoro, annota Coco, si registrò la posizione intransigente del solo cardinale Cerretti, mentre Serafini e Rossi pure favorevoli alla rottura col regime, non si opponevano a diverse decisioni. Quella riunione segreta, preparata da una rete di colloqui coi singoli cardinali, si rivelò un capolavoro diplomatico e insieme pastorale di papa Ratti. Ricompattato il Sacro Collegio su una posizione di mediazione (rottura solo minacciata, non promulgata), la mattina dopo, il 24 luglio, ordinò al segretario di Stato Pacelli di convocare padre Pietro Tacchi Venturi e, alla presenza dello stesso Pacelli che prendeva nota, dettò al gesuita il testo del suo messaggio a Mussolini.
Lo si desume dalla successiva confidenza di Pio XI a monsignor Ermenegildo Pellegrinetti: il papa ordinò a Tacchi Venturi di «informare» Mussolini del contenuto dell’«allocuzione ai cardinali», ossia la condanna del fascismo e «probabilmente – sostiene Coco – gli diede anche copia del discorso. La sera stessa (alle 19.30), il Duce ricevette Tacchi-Venturi a Palazzo Venezia. Il gesuita lesse il messaggio e Mussolini sembrò «come percosso da inaspettato funestissimo annunzio e in sembianze e parole d’uomo addolorato all’apprensione di un estremo male imminente, prese a dare sfogo ai profondi svariati sensi che la minacciata condanna papale gli aveva suscitato nell’animo esterrefatto», leggendolo come «una vera e propria dichiarazione di guerra».
Ma il Direttorio del partito invece di indietreggiare aveva assunto, il 9 luglio, un’ulteriore iniziativa sancendo l’incompatibilità fra iscrizione al fascismo e all’Azione Cattolica. Il Papa rivolto ai 22 cardinali presenti (dei 25 residenti a Roma) dichiarò a sua volta «non compatibili con la coscienza e la professione di cattolici» quei «principii contrarii alle dottrine e ai diritti della Chiesa» e «illecita la volontaria ascrizione ad associazioni e opere che tali principii hanno» e «limitano alla Chiesa il diritto di educare ossia l’Azione Cattolica». Un discorso "riservatissimo" di 13 pagine che ora l’Archivio segreto vaticano porta alla luce con una ricerca condotta da Giovanni Coco per l’Archivio di Storia pontificia della Gregoriana.
La catalogazione dell’archivio del nunzio apostolico Borgoncini Duca (oggetto di una recente pubblicazione dell’Istituto di Studi politici San Pio V) e degli appunti dell’allora segretario di Stato cardinale Pacelli, custoditi presso la Congregazione degli Affari ecclesiastici della Segreteria di Stato, si rivela una miniera. Si riesce anche a ricostruire il dibattito che in quel concistoro si registrò fra i cardinali, ancora combattuti sull’attuazione se non sulla stessa opportunità del Concordato.
Voci pubblicate dai giornali, influenzate dal regime ma purtroppo non prive di fondamento, parlavano anche a più riprese delle dimissioni di Pacelli da segretario di Stato facendo riferimento proprio a divisioni sullo scontro per l’Azione cattolica. Il Papa l’aveva voluto al posto del cardinale Gasparri, artefice principale del Concordato, anche per favorire un maggiore coinvolgimento della Curia che lamentava, con diverse sfumature, una sostanziale estromissione. Il Concistoro del 23 luglio fu un’idea anche di Pacelli.
Si riunì alle 9 e durò circa tre ore. Il Papa difese la scelta di un’enciclica a sostegno dell’Azione Cattolica, volta a originare «la pronta e imponente partecipazione dell’episcopato e dell’universo mondo cattolico al cordoglio e all’offesa del Sommo Pontefice», che l’aveva definita «pupilla degli occhi del Papa» e aveva dato via libera al Concordato anche per quell’articolo 43 che ne riconosceva il ruolo. E ora gli consentiva, dopo aver ribaltato contro il regime le accuse di massoneria nella Chiesa, di poter parlare con i cardinali del Sacro Collegio di «atteggiamento ingiusto e illegale».
Nel concistoro, annota Coco, si registrò la posizione intransigente del solo cardinale Cerretti, mentre Serafini e Rossi pure favorevoli alla rottura col regime, non si opponevano a diverse decisioni. Quella riunione segreta, preparata da una rete di colloqui coi singoli cardinali, si rivelò un capolavoro diplomatico e insieme pastorale di papa Ratti. Ricompattato il Sacro Collegio su una posizione di mediazione (rottura solo minacciata, non promulgata), la mattina dopo, il 24 luglio, ordinò al segretario di Stato Pacelli di convocare padre Pietro Tacchi Venturi e, alla presenza dello stesso Pacelli che prendeva nota, dettò al gesuita il testo del suo messaggio a Mussolini.
Lo si desume dalla successiva confidenza di Pio XI a monsignor Ermenegildo Pellegrinetti: il papa ordinò a Tacchi Venturi di «informare» Mussolini del contenuto dell’«allocuzione ai cardinali», ossia la condanna del fascismo e «probabilmente – sostiene Coco – gli diede anche copia del discorso. La sera stessa (alle 19.30), il Duce ricevette Tacchi-Venturi a Palazzo Venezia. Il gesuita lesse il messaggio e Mussolini sembrò «come percosso da inaspettato funestissimo annunzio e in sembianze e parole d’uomo addolorato all’apprensione di un estremo male imminente, prese a dare sfogo ai profondi svariati sensi che la minacciata condanna papale gli aveva suscitato nell’animo esterrefatto», leggendolo come «una vera e propria dichiarazione di guerra».
martedì 6 dicembre 2011
Gran Bretagna: clinica perde embrioni!!!!
Gran Bretagna: clinica perde embrioni di coppia inglese
- Una clinica privata inglese di Canterbury, nel Kent, il Chaucer Hospital ha perso gli embrioni di una coppia inglese che si era sottoposta a dei trattamenti di procreazione assistita, congelando gli ovuli della moglie poi fecondati dagli spermatozoi del marito, dai quali erano stati concepiti degli embrioni. Secondo quanto riferisce il Daily Mail potrebbero essere anche stati usati per un'altra coppia. Alison Austen-Hennessy e suo marito Michael, questi i nomi dei genitori che si erano rivolti alla clinica avevano gia' fatto un trattamento nel 2007, grazie al quale e' nato il loro primo figlio, Roman, al quale avrebbero voluto dare un fratello grazie ai 22 ovuli che Alison aveva congelato, prima che per un'infezione, subisse un intervento alle tube di Falloppio. ''Ci e' stato semplicemente detto che non trovavano gli embrioni - afferma Alison Austen-Hennessy - e che non sarebbe stato possibile sapere dove erano'', perche' potevano anche essere andati ad un'altra donna. ''E' straziante pensare - aggiunge - che un'altra coppia possa avere o ha gia' avuto il nostro figlio biologico''. Da un controllo effettuato nella clinica nel 2007, gli embrioni risultavano presenti, nel 2009, invece, non c'erano ma la coppia non e' stata informata.
- Una clinica privata inglese di Canterbury, nel Kent, il Chaucer Hospital ha perso gli embrioni di una coppia inglese che si era sottoposta a dei trattamenti di procreazione assistita, congelando gli ovuli della moglie poi fecondati dagli spermatozoi del marito, dai quali erano stati concepiti degli embrioni. Secondo quanto riferisce il Daily Mail potrebbero essere anche stati usati per un'altra coppia. Alison Austen-Hennessy e suo marito Michael, questi i nomi dei genitori che si erano rivolti alla clinica avevano gia' fatto un trattamento nel 2007, grazie al quale e' nato il loro primo figlio, Roman, al quale avrebbero voluto dare un fratello grazie ai 22 ovuli che Alison aveva congelato, prima che per un'infezione, subisse un intervento alle tube di Falloppio. ''Ci e' stato semplicemente detto che non trovavano gli embrioni - afferma Alison Austen-Hennessy - e che non sarebbe stato possibile sapere dove erano'', perche' potevano anche essere andati ad un'altra donna. ''E' straziante pensare - aggiunge - che un'altra coppia possa avere o ha gia' avuto il nostro figlio biologico''. Da un controllo effettuato nella clinica nel 2007, gli embrioni risultavano presenti, nel 2009, invece, non c'erano ma la coppia non e' stata informata.
lunedì 5 dicembre 2011
Governo: tasse natalizie per tutti!!!!
Pioggia di tasse sul Natale degli italiani.
Il presidente del Consiglio Mario Monti e i suoi ministri, dopo il varo della manovra, hanno presentato in conferenza stampa tutte le novità contenute nel duro pacchetto anti-crisi. Il premier ha spiegato ai cronisti: "In passato ci sono state tante misure per salvare interessi particolari. Questo potete chiamarlo decreto salva-Italia". Il vice-ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato che la manovra e' di "20 miliardi netti e 30 lordi" e che "le cifre rispecchiano in toto le richieste della Commissione Europea". Quella varata dal governo tecnico risulta essere una pioggia di tasse: ci salviamo solo per l'aumento delle aliquote Irpef, saltato all'ultimo. A chi gli chiedeva se fosse un decreto tutto tasse. Ecco tutte i doni natalizi per gli italiani.
Pensioni - Per tutti si introduce; il metodo contributivo per le pensioni ha spiegato il ministro del Lavoro Elsa Fornero: chi andra'in pensione prima prendera' di di meno. L'eta minima per andare in pensione sara' di 62 anni per le donne e di 66 anni per gli uomini. Dal 2018 anche le donne dovranno andare in pensione da 66 anni. Le pensioni sopra i 960 euro mensili non saranno indicizzate. Al di sotto dei 960 euro le pensioni saranno rivalutate al 100% grazie agli introiti derivanti dal contributo una tantum sullo scudo fiscale.
Tracciabilita'. Viene attuato un pacchetto antievasione che prevede il divieto di uso del contante per pagamenti superiori ai mille euro.
Ici - Pessime notizie per i proprietari di immobili: gli estimi catastali saranno rivalutati del 60 per cento. La prima casa sara' tassata allo 0,4% con una detrazione di 200 euro. Dalla seconda casa l'aliquota dello 0,75 o dello 0,76%.
Iva - L'aumento dell'Iva sara'di due punti percentuali e avverra' nel secondo trimestre del 2012 a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare "solo nel caso in cui sia necessario". Il ministro Giarda ha spiegato che "i 4 miliardi recuperati con l'aumento dell'Iva" saranno destinati "a interventi a favore delle famiglie e delle donne".
Irpef - Smentita una delle indiscrezioni degli ultimi giorni: non saranno aumentate le aliquote Irpef del 41% e del 43% nemmeno per i redditi superiori ai 75mila euro. Monti escludendo l'aumento dell'Irpef ha spiegato che "la via più semplice di gravare sui soliti noti sarebbe stata quella di alzare l'aliquota Irpef.
Tagli alla politica - Monti rinuncera' al suo compenso da presidente e ministro, e ha poi spiegato di non sapere se sia tecnicamente possibile rinunciare a quello da senatore a vita. Il Cdm ha approvato un decreto legge che stabilisce consigli provinciali da 10 componenti, la riduzione dei membri delle authority da 50 a 28, per le cariche pubbliche negli enti non previsti dalla Costituzioni. I ministri dovranno rispettare criteri di trasparenza sul reddito dichiarando tutte le obbligazioni, titoli di Stato e fondi posseduti. Monti ha aggiunto che "i soggetti chiamati all'ufficio della presidenza del Consiglio, di ministro e sottosegretario per tutta la durata dell'incarico cessano da qualunque altro trattamento retributivo gravante sul bilancio dello Stato".
Niente patrimoniale - La manovra non contiene la patrimoniale.
Province - Sono state abolite le giunte provinciali ed e' stata decisa una "drastica riduzione del numero dei consiglieri", ha spiegato Mario Monti.
Lusso - Verranno tassate (si tratta di una tassa di stazionamento) le barche sopra i 10 metri e gli aerei privati. Arriva il superbollo per le auto di potenza superiore ai 170 chilowatt.
Rafforzamento Ice - Il ministro Corrado Passera ha spiegato che "abbiamo rimesso in moto l'Ice, lo abbiamo ricreato" e che "il rafforzamento del Fondo di Garanzia per assicurare almeno 20 miliardi di credito alle piccole e medie imprese".
Incentivi alle aziende - Il CdM ha varato un intervento fiscale per chi immette capitale nella propria azienda: questo l'obiettivo della misura Ace prevista nel pacchetto di crescita varato dal Governo. Ridotta l'Irap alle aziende con dipendenti giovani e donne.
Trasporti - Le misure sullo sviluppo consentiranno di aprire il mercato dei trasporti.
Condoni e scudo fiscale - esclusi i condoni.
Capitali scudati - Monti ha aggiunto che prevede una misura "una tantum", ovvero "il pagamento di un'imposta dell'1,5% sui capitali che hanno utilizzato lo scudo fiscale".
Transazioni finanziarie - L'Italia cambia posizione sulle transazioni finanziarie.
Il presidente del Consiglio Mario Monti e i suoi ministri, dopo il varo della manovra, hanno presentato in conferenza stampa tutte le novità contenute nel duro pacchetto anti-crisi. Il premier ha spiegato ai cronisti: "In passato ci sono state tante misure per salvare interessi particolari. Questo potete chiamarlo decreto salva-Italia". Il vice-ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato che la manovra e' di "20 miliardi netti e 30 lordi" e che "le cifre rispecchiano in toto le richieste della Commissione Europea". Quella varata dal governo tecnico risulta essere una pioggia di tasse: ci salviamo solo per l'aumento delle aliquote Irpef, saltato all'ultimo. A chi gli chiedeva se fosse un decreto tutto tasse. Ecco tutte i doni natalizi per gli italiani.
Pensioni - Per tutti si introduce; il metodo contributivo per le pensioni ha spiegato il ministro del Lavoro Elsa Fornero: chi andra'in pensione prima prendera' di di meno. L'eta minima per andare in pensione sara' di 62 anni per le donne e di 66 anni per gli uomini. Dal 2018 anche le donne dovranno andare in pensione da 66 anni. Le pensioni sopra i 960 euro mensili non saranno indicizzate. Al di sotto dei 960 euro le pensioni saranno rivalutate al 100% grazie agli introiti derivanti dal contributo una tantum sullo scudo fiscale.
Tracciabilita'. Viene attuato un pacchetto antievasione che prevede il divieto di uso del contante per pagamenti superiori ai mille euro.
Ici - Pessime notizie per i proprietari di immobili: gli estimi catastali saranno rivalutati del 60 per cento. La prima casa sara' tassata allo 0,4% con una detrazione di 200 euro. Dalla seconda casa l'aliquota dello 0,75 o dello 0,76%.
Iva - L'aumento dell'Iva sara'di due punti percentuali e avverra' nel secondo trimestre del 2012 a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare "solo nel caso in cui sia necessario". Il ministro Giarda ha spiegato che "i 4 miliardi recuperati con l'aumento dell'Iva" saranno destinati "a interventi a favore delle famiglie e delle donne".
Irpef - Smentita una delle indiscrezioni degli ultimi giorni: non saranno aumentate le aliquote Irpef del 41% e del 43% nemmeno per i redditi superiori ai 75mila euro. Monti escludendo l'aumento dell'Irpef ha spiegato che "la via più semplice di gravare sui soliti noti sarebbe stata quella di alzare l'aliquota Irpef.
Tagli alla politica - Monti rinuncera' al suo compenso da presidente e ministro, e ha poi spiegato di non sapere se sia tecnicamente possibile rinunciare a quello da senatore a vita. Il Cdm ha approvato un decreto legge che stabilisce consigli provinciali da 10 componenti, la riduzione dei membri delle authority da 50 a 28, per le cariche pubbliche negli enti non previsti dalla Costituzioni. I ministri dovranno rispettare criteri di trasparenza sul reddito dichiarando tutte le obbligazioni, titoli di Stato e fondi posseduti. Monti ha aggiunto che "i soggetti chiamati all'ufficio della presidenza del Consiglio, di ministro e sottosegretario per tutta la durata dell'incarico cessano da qualunque altro trattamento retributivo gravante sul bilancio dello Stato".
Niente patrimoniale - La manovra non contiene la patrimoniale.
Province - Sono state abolite le giunte provinciali ed e' stata decisa una "drastica riduzione del numero dei consiglieri", ha spiegato Mario Monti.
Lusso - Verranno tassate (si tratta di una tassa di stazionamento) le barche sopra i 10 metri e gli aerei privati. Arriva il superbollo per le auto di potenza superiore ai 170 chilowatt.
Rafforzamento Ice - Il ministro Corrado Passera ha spiegato che "abbiamo rimesso in moto l'Ice, lo abbiamo ricreato" e che "il rafforzamento del Fondo di Garanzia per assicurare almeno 20 miliardi di credito alle piccole e medie imprese".
Incentivi alle aziende - Il CdM ha varato un intervento fiscale per chi immette capitale nella propria azienda: questo l'obiettivo della misura Ace prevista nel pacchetto di crescita varato dal Governo. Ridotta l'Irap alle aziende con dipendenti giovani e donne.
Trasporti - Le misure sullo sviluppo consentiranno di aprire il mercato dei trasporti.
Condoni e scudo fiscale - esclusi i condoni.
Capitali scudati - Monti ha aggiunto che prevede una misura "una tantum", ovvero "il pagamento di un'imposta dell'1,5% sui capitali che hanno utilizzato lo scudo fiscale".
Transazioni finanziarie - L'Italia cambia posizione sulle transazioni finanziarie.
sabato 3 dicembre 2011
Ospedali: sprechi per 13 miliardi
Ospedali: sprechi per 13 miliardi. Quasi un terzo dei finanziamenti per gli ospedali pubblici, il 29%, non viene speso per curare i malati. Uno spreco da 13 miliardi di euro l’anno. È la «quota di inefficienza» delle aziende ospedaliere, quella cioè che risulta sottraendo, dai fondi stanziati per la gestione ordinaria, il valore delle prestazioni erogate. Una diagnosi inaccettabile che emerge dal Rapporto Ospedali & salute 2011 realizzato su dati del 2009 da Ermeneia per conto dell’Aiop.
Le risorse impiegate dagli ospedali delle 15 regioni a statuto ordinario eccedono del 27,9% il fabbisogno. Peggio le regioni a statuto speciale: 36,1%. In media, appunto, il 29%. Il dato regionale rivela grandi differenze. Al Nord (21,8% la quota media di inefficienza) la regione più virtuosa fino allo scorso anno, la Lombardia (che passa dal 16,9 al 19,3%), cede il posto al Veneto (dal 18,1 al 17,2%). Al Centro (32,8%) è il Lazio col suo 41,3% ad alzare la media rispetto al 25% circa delle altre regioni, con 1.900 milioni di euro sprecati. Lazio comunque in lieve miglioramento: era al 43%. Grave la situazione al Sud: la Campania è al 41,7% (era al 42,4), la Calabria ha la maglia nera col 46,4%. Non vanno molto bene nemmeno le regioni a statuto speciale e le province autonome: Sicilia 37,8%, e Sardegna 41,8, ma anche Valle d’Aosta 35,9, Trento 32,2 e Bolzano 35,2. Meglio il Friuli Venezia Giulia (24,8).
La percentuale della spesa per l’ospedalità pubblica, sul totale della spesa sanitaria, continua a crescere: nel 2004 era il 42,8%, cinque anni dopo il 46,8. Stabile, anzi in flessione, la spesa per l’ospedalità privata accreditata, passata negli stessi anni dal 4,1% al 4.
Come intervenire? Come evitare gli sprechi? Come fornire un valido servizio ai cittadini? Far capire a tutti che prima viene la salute e poi il denaro, anche perché non esiste soddisfazione maggiore che offrire aiuto a chi soffre o ci chiede aiuto. Quella delle strutture sanitarie deve essere una missione e non soltanto un lavoro.
Le risorse impiegate dagli ospedali delle 15 regioni a statuto ordinario eccedono del 27,9% il fabbisogno. Peggio le regioni a statuto speciale: 36,1%. In media, appunto, il 29%. Il dato regionale rivela grandi differenze. Al Nord (21,8% la quota media di inefficienza) la regione più virtuosa fino allo scorso anno, la Lombardia (che passa dal 16,9 al 19,3%), cede il posto al Veneto (dal 18,1 al 17,2%). Al Centro (32,8%) è il Lazio col suo 41,3% ad alzare la media rispetto al 25% circa delle altre regioni, con 1.900 milioni di euro sprecati. Lazio comunque in lieve miglioramento: era al 43%. Grave la situazione al Sud: la Campania è al 41,7% (era al 42,4), la Calabria ha la maglia nera col 46,4%. Non vanno molto bene nemmeno le regioni a statuto speciale e le province autonome: Sicilia 37,8%, e Sardegna 41,8, ma anche Valle d’Aosta 35,9, Trento 32,2 e Bolzano 35,2. Meglio il Friuli Venezia Giulia (24,8).
La percentuale della spesa per l’ospedalità pubblica, sul totale della spesa sanitaria, continua a crescere: nel 2004 era il 42,8%, cinque anni dopo il 46,8. Stabile, anzi in flessione, la spesa per l’ospedalità privata accreditata, passata negli stessi anni dal 4,1% al 4.
Come intervenire? Come evitare gli sprechi? Come fornire un valido servizio ai cittadini? Far capire a tutti che prima viene la salute e poi il denaro, anche perché non esiste soddisfazione maggiore che offrire aiuto a chi soffre o ci chiede aiuto. Quella delle strutture sanitarie deve essere una missione e non soltanto un lavoro.
Pensioni gratis agli stranieri: ecco l'inghippo!
Pensioni gratis agli stranieri, è boom. Senza aver mai versato contributi incassano 7.156 euro l'anno.
Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all' Inps vanno a chiedere il vitalizio. Simbolico il caso della citta' di Modena dove richiedono Tredici mensilità da 550,5 euro, mentre un modenese non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni. Timori anche per l'aumento delle richieste d' assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l'Inps. Il tutto si puo' cosi' ricostruire: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava "pensione sociale".
Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge - tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell'allora governo Amato) che ha riconosciuto l'assegno sociale anche ai cittadini stranieri - non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani. Tra gli immigrati extracomunitari, record di ruchieste vengono dagli albanesi.
Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano che se modificata o abolita farebbe risparmiare molti "soldini".
L'extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all'Inps. Qui l'interessato autocertifica l'assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza - che deve essere certificata - e il gioco è fatto. L'Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale 550,5 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l'anno, esentasse. In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all'anno, senza aver mai versato alcun contributo all'Inps.
Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati modenesi, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell'assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita.
C'è poi un altro particolare che sa tanto di "beffa": se il genitore, il nonno, il parente straniero a Modena non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l'assegno continua a decorrere. E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da "nababbi". Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell'assegno sociale non devono lasciare il nostro paese. Le domande degli stranieri per l'assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall'Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza. Sara' il caso di fare qualcosa? Gli italiani meritano rispetto e tutela!
Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all' Inps vanno a chiedere il vitalizio. Simbolico il caso della citta' di Modena dove richiedono Tredici mensilità da 550,5 euro, mentre un modenese non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni. Timori anche per l'aumento delle richieste d' assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l'Inps. Il tutto si puo' cosi' ricostruire: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava "pensione sociale".
Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge - tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell'allora governo Amato) che ha riconosciuto l'assegno sociale anche ai cittadini stranieri - non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani. Tra gli immigrati extracomunitari, record di ruchieste vengono dagli albanesi.
Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano che se modificata o abolita farebbe risparmiare molti "soldini".
L'extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all'Inps. Qui l'interessato autocertifica l'assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza - che deve essere certificata - e il gioco è fatto. L'Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale 550,5 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l'anno, esentasse. In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all'anno, senza aver mai versato alcun contributo all'Inps.
Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati modenesi, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell'assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita.
C'è poi un altro particolare che sa tanto di "beffa": se il genitore, il nonno, il parente straniero a Modena non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l'assegno continua a decorrere. E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da "nababbi". Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell'assegno sociale non devono lasciare il nostro paese. Le domande degli stranieri per l'assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall'Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza. Sara' il caso di fare qualcosa? Gli italiani meritano rispetto e tutela!
venerdì 2 dicembre 2011
Teatro: 6 personaggi in cerca di..... casting
Grande debutto al teatro Trastevere a Roma della brillante commedia "6 personaggi in cerca di casting",attori straordinari e divertenti. Tanti gli ospiti del mondo dello spettacolo tra cui in particolare operatori del settore come registi teatrali e cinematografici nonchè noti casting director. Da un idea di Susanna Giordano, l'intento dello spettacolo è il promuovere gli attori per avvicinarli agli operatori dello spettacolo in un modo originale. Una sorta di vetrina o di casting in tempo reale all'interno della trama stessa.
Frizzanti tutte le esibizioni ed estremamente positivi i commenti degli spettatori. La commedia porta dunque alla luce i meccanismi che ci sono nel mondo dello spettacolo e le tipologie di persone che vogliono emergere.
.
La qualità è alta visto che non c è solo l’elemento comico ma anche vero teatro con attori “marionetta”.
Il cast è composto da Alessia Francescangeli, Giorgia Scardamaglia,Georgia Viero,Tiziano Floreani,Gianluca Cecconello e Davide Giliberti. In scena fino al 4.12.2011. Appuntamento da non perdere.
Frizzanti tutte le esibizioni ed estremamente positivi i commenti degli spettatori. La commedia porta dunque alla luce i meccanismi che ci sono nel mondo dello spettacolo e le tipologie di persone che vogliono emergere.
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La qualità è alta visto che non c è solo l’elemento comico ma anche vero teatro con attori “marionetta”.
Il cast è composto da Alessia Francescangeli, Giorgia Scardamaglia,Georgia Viero,Tiziano Floreani,Gianluca Cecconello e Davide Giliberti. In scena fino al 4.12.2011. Appuntamento da non perdere.
giovedì 1 dicembre 2011
Ricordando Costantino....
In Italia è concesso essere cristiani, lo dice il Consiglio di Stato
Eravamo convinti che, almeno in Italia, le persecuzioni dei cristiani si fossero concluse con l’Editto di Galerio del 311, poi confermato l’anno dopo da Costantino, convertitosi al cristianesimo dopo la battaglia contro Massenzio vinta a Ponte Milvio con la Croce a spalla.
Ed invece no ed ignoravamo che professare la nostra fede in modo aperto potesse procurarci guai giudiziari. E’quello che è successo qualche tempo fa al vescovo di Grosseto, monsignor Franco Agostinelli, che si è visto suo malgrado al centro di un caso giudiziario nazionale destinato a fare giurisprudenza, per essere stato in visita ai bambini ed alle maestre di una scuola elementare. A denunciarlo era stato il padre di un alunno, adepto UAAR, Unione Atei Agnostici Razionalisti. Gli obiettivi dell’UAAR Includono lo “sbattezzo” coattivo dei cristiani battezzati; l’eliminazione dei cappellani, la distruzione di icone religiose, incluse quelle dipinte da Raffaello, dal Pinturicchio e dal Parmigianino; il silenziamento di tutte le campane,
la cancellazione di tutta la toponomastica che si rifà al nome dei santi; la cacciata delle suore volontarie dagli ospedali, l’abbattimento di tutte le croci e le cappelle di montagna. Una nota emessa in merito alla vicenda dal Vaticano, precisa che d’ora in poi i vescovi potranno recarsi in visita pastorale nelle scuole pubbliche senza avere il timore di essere denunciati da qualche genitore anticlericale.
A stabilire che le visite pastorali negli istituti pubblici sono legittime è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con un decreto che ha rigettato il ricorso straordinario del padre ateo forsennato, e che si rifà al parere n.335/2009 emesso dalla Seconda Sezione del Consiglio di Stato nell’Adunanza del 21 aprile 2010. I giudici amministrativi hanno riconosciuto che la “questione obiettivamente delicata e complessa in linea generale, coinvolge profili che attengono alla libertà di culto e di coscienza e alla funzione di servizio pubblico degli istituiti scolastici, statali e comunque integrati nella rete della scuola dell’obbligo, che va risolta nell’ambito delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche. La visita pastorale”, si legge nel dispositivo del Consiglio di Stato, “è avvenuta nelle ore di lezione; ma essa non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (messa, confessione, eucarestia, benedizione), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali, che sono alla radice della catechesi cattolica, visti in connessione con l’esperienza religiosa e sociale della comunità territoriale”. “Una analoga iniziativa avrebbe potuto tranquillamente essere svolta dai ministri di altre confessioni religiose presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola” conclude il parere del Consiglio di Stato “a condizione che essi siano portatori di valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle leggi e della Carta Costituzionale”. Ancora una volta Verita' ed Amore trionfano. Come diceva Giovanni Paolo II ...... Al resto pensera' la giustizia di Dio!
Eravamo convinti che, almeno in Italia, le persecuzioni dei cristiani si fossero concluse con l’Editto di Galerio del 311, poi confermato l’anno dopo da Costantino, convertitosi al cristianesimo dopo la battaglia contro Massenzio vinta a Ponte Milvio con la Croce a spalla.
Ed invece no ed ignoravamo che professare la nostra fede in modo aperto potesse procurarci guai giudiziari. E’quello che è successo qualche tempo fa al vescovo di Grosseto, monsignor Franco Agostinelli, che si è visto suo malgrado al centro di un caso giudiziario nazionale destinato a fare giurisprudenza, per essere stato in visita ai bambini ed alle maestre di una scuola elementare. A denunciarlo era stato il padre di un alunno, adepto UAAR, Unione Atei Agnostici Razionalisti. Gli obiettivi dell’UAAR Includono lo “sbattezzo” coattivo dei cristiani battezzati; l’eliminazione dei cappellani, la distruzione di icone religiose, incluse quelle dipinte da Raffaello, dal Pinturicchio e dal Parmigianino; il silenziamento di tutte le campane,
la cancellazione di tutta la toponomastica che si rifà al nome dei santi; la cacciata delle suore volontarie dagli ospedali, l’abbattimento di tutte le croci e le cappelle di montagna. Una nota emessa in merito alla vicenda dal Vaticano, precisa che d’ora in poi i vescovi potranno recarsi in visita pastorale nelle scuole pubbliche senza avere il timore di essere denunciati da qualche genitore anticlericale.
A stabilire che le visite pastorali negli istituti pubblici sono legittime è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con un decreto che ha rigettato il ricorso straordinario del padre ateo forsennato, e che si rifà al parere n.335/2009 emesso dalla Seconda Sezione del Consiglio di Stato nell’Adunanza del 21 aprile 2010. I giudici amministrativi hanno riconosciuto che la “questione obiettivamente delicata e complessa in linea generale, coinvolge profili che attengono alla libertà di culto e di coscienza e alla funzione di servizio pubblico degli istituiti scolastici, statali e comunque integrati nella rete della scuola dell’obbligo, che va risolta nell’ambito delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche. La visita pastorale”, si legge nel dispositivo del Consiglio di Stato, “è avvenuta nelle ore di lezione; ma essa non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (messa, confessione, eucarestia, benedizione), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali, che sono alla radice della catechesi cattolica, visti in connessione con l’esperienza religiosa e sociale della comunità territoriale”. “Una analoga iniziativa avrebbe potuto tranquillamente essere svolta dai ministri di altre confessioni religiose presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola” conclude il parere del Consiglio di Stato “a condizione che essi siano portatori di valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle leggi e della Carta Costituzionale”. Ancora una volta Verita' ed Amore trionfano. Come diceva Giovanni Paolo II ...... Al resto pensera' la giustizia di Dio!
telefonia e multe
AGCOM: 24 ore per la number portability, altrimenti multe per i carrier
In queste ore l'AGCOM ha varato un nuovo regolamento relativo alla portabilità del numero in caso di cambio del gestore telefonico quando si decide di mantenere il numero di telefono che si utilizzava in precedenza.
Sulla base della normativa europea attualmente vigente, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito che entro 3 mesi gli operatori telefonici dovranno consentire la number portability in sole 24 ore dalla richiesta; in caso contrario dovranno risarcire l'utente con degli indennizzi specifici.
Sulla base della normativa europea attualmente vigente, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito che entro 3 mesi gli operatori telefonici dovranno consentire la number portability in sole 24 ore dalla richiesta; in caso contrario dovranno risarcire l'utente con degli indennizzi specifici.
Insomma, le nuove regole impongono ai carrier rapidità ed efficienza, se è vero che su tutte le operazioni di portabilità del numero effettuate in Italia (29 milioni nel 2010) le lamentele sui disservizi raggiungono il 16% di tutte le segnalazioni ricevute dall'AGCOM lo scorso anno.
Per i ritardi imputabili ai gestori, questi dovranno versare indennizzi ai clienti, previa una semplice richiesta tramite mezzi non onerosi, ossia inviando un'e-mail o chiamando il call center, anziché con la consueta (e onerosa) raccomandata A/R.
Saranno però sanzionati anche i comportamenti illeciti da parte degli utenti che acquistano SIM per usufruire di offerte speciali per poi cambiare subito operatore generando una morosità per il carrier originario.
Atei insofferenti. Attacco alla Chiesa. Napolitano dice basta!
Contenuto Articolo
La visita pastorale in una scuola pubblica si può fare. E, anche se c’è chi vorrebbe impedirla, un vescovo ha tutto il diritto di incontrare i ragazzi in aula. Così ha stabilito il capo dello Stato nel decreto che respinge il ricorso straordinario dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, scesa sul piede di guerra contro il vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli, e il terzo Circolo didattico della città toscana che nel 2007 aveva autorizzato il dialogo fra il presule e gli alunni della scuola elementare di via Sicilia.
Un appuntamento che non è «in contrasto con le garanzie di autonomia culturale e libertà di culto» sancite dalla Costituzione e che, anzi, è una «testimonianza sui valori» che fondano «l’esperienza religiosa e sociale di una comunità», si legge nel parere della seconda sezione del Consiglio di Stato che il presidente della Repubblica ha posto a fondamento della sua decisione.
«Si tratta del primo precedente che affronta la questione della visita pastorale in un istituto statale – spiega l’avvocato Gianfranco Amato che ha rappresentato Agostinelli in giudizio –. Ed è uno smacco per l’Uaar. Perché definisce un orientamento preciso di cui si dovrà tenere conto e perché potrà essere utilizzato nei procedimenti che sono pendenti di fronte ai Tar di alcune regioni».
Per arrivare al decreto di Napolitano che è stato notificato alla diocesi di Grosseto nelle scorse ore, ci sono voluti quattro anni. Tutto comincia nel 2007 quando il consiglio del Circolo didattico dà il via libera alla sosta del «viaggio» di Agostinelli. Una volta che la notizia viene resa pubblica, l’Uaar fa recapitare al presule una diffida. «Ma il vescovo non è si lasciato intimorire», racconta il legale. E la mattina del 25 gennaio 2008 varca l’ingresso della scuola per incontrare le classi. Un’iniziativa illegittima, tuona l’Unione degli atei. Che prima riesce a far diventare la vicenda un caso mediatico nazionale e poi sceglie di percorrere le vie legali per bloccare visite analoghe.
Dal punto di vista tecnico, il ricorso chiama in causa il Ministero della pubblica istituzione con l’Ufficio scolastico regionale e si propone di far annullare gli atti che hanno reso possibile l’ingresso del vescovo in aula. A presentarlo il coordinatore della sezione Uaar di Grosseto che è anche genitore di uno degli alunni dell’istituto dove ha fatto tappa Agostinelli. Per l’associazione, l’evento ha un «carattere inequivocabilmente di culto» e non può trovare casa «nell’ambito dell’orario di servizio di un’istituzione educativa statale».
Nulla di più falso, ribattono il Ministero e il vescovo che definiscono «infondato» il ricorso nelle controdeduzioni. Una tesi accolta in pieno dai giudici amministrativi di secondo grado che parlano di una «questione delicata e complessa» con «profili che attengono alla libertà di coscienza e alla funzione di servizio pubblico» delle scuole.
Ma nel merito del caso ci entrano eccome. Per la seconda sezione del Consiglio di Stato, «l’autonomia delle istituzioni scolastiche» che è «didattica e culturale» consente agli organi collegiali di programmare «anche incontri con le autorità religiose locali, rappresentative della comunità sociale e civica con cui la scuola pubblica è chiamata a interagire». E la visita di un vescovo non è certo un atto di culto ma va letta come un richiamo a quel tessuto connettivo che trova linfa nelle radici cristiane di un territorio. Nessuna violazione dei diritti, quindi. Anche perché – aggiungono i giudici – è stato permesso alle famiglie che lo desideravano di non far partecipare i loro figli alla “lezione” del vescovo «in modo da garantire il principio di imparzialità dell’azione amministrativa». E, si specifica nel parere recepito da Napolitano, iniziative simili possono essere proposte anche «da altre confessioni religiose presenti nel territorio» purché siano portatrici di «valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle libertà individuali e collettive».
Un appuntamento che non è «in contrasto con le garanzie di autonomia culturale e libertà di culto» sancite dalla Costituzione e che, anzi, è una «testimonianza sui valori» che fondano «l’esperienza religiosa e sociale di una comunità», si legge nel parere della seconda sezione del Consiglio di Stato che il presidente della Repubblica ha posto a fondamento della sua decisione.
«Si tratta del primo precedente che affronta la questione della visita pastorale in un istituto statale – spiega l’avvocato Gianfranco Amato che ha rappresentato Agostinelli in giudizio –. Ed è uno smacco per l’Uaar. Perché definisce un orientamento preciso di cui si dovrà tenere conto e perché potrà essere utilizzato nei procedimenti che sono pendenti di fronte ai Tar di alcune regioni».
Per arrivare al decreto di Napolitano che è stato notificato alla diocesi di Grosseto nelle scorse ore, ci sono voluti quattro anni. Tutto comincia nel 2007 quando il consiglio del Circolo didattico dà il via libera alla sosta del «viaggio» di Agostinelli. Una volta che la notizia viene resa pubblica, l’Uaar fa recapitare al presule una diffida. «Ma il vescovo non è si lasciato intimorire», racconta il legale. E la mattina del 25 gennaio 2008 varca l’ingresso della scuola per incontrare le classi. Un’iniziativa illegittima, tuona l’Unione degli atei. Che prima riesce a far diventare la vicenda un caso mediatico nazionale e poi sceglie di percorrere le vie legali per bloccare visite analoghe.
Dal punto di vista tecnico, il ricorso chiama in causa il Ministero della pubblica istituzione con l’Ufficio scolastico regionale e si propone di far annullare gli atti che hanno reso possibile l’ingresso del vescovo in aula. A presentarlo il coordinatore della sezione Uaar di Grosseto che è anche genitore di uno degli alunni dell’istituto dove ha fatto tappa Agostinelli. Per l’associazione, l’evento ha un «carattere inequivocabilmente di culto» e non può trovare casa «nell’ambito dell’orario di servizio di un’istituzione educativa statale».
Nulla di più falso, ribattono il Ministero e il vescovo che definiscono «infondato» il ricorso nelle controdeduzioni. Una tesi accolta in pieno dai giudici amministrativi di secondo grado che parlano di una «questione delicata e complessa» con «profili che attengono alla libertà di coscienza e alla funzione di servizio pubblico» delle scuole.
Ma nel merito del caso ci entrano eccome. Per la seconda sezione del Consiglio di Stato, «l’autonomia delle istituzioni scolastiche» che è «didattica e culturale» consente agli organi collegiali di programmare «anche incontri con le autorità religiose locali, rappresentative della comunità sociale e civica con cui la scuola pubblica è chiamata a interagire». E la visita di un vescovo non è certo un atto di culto ma va letta come un richiamo a quel tessuto connettivo che trova linfa nelle radici cristiane di un territorio. Nessuna violazione dei diritti, quindi. Anche perché – aggiungono i giudici – è stato permesso alle famiglie che lo desideravano di non far partecipare i loro figli alla “lezione” del vescovo «in modo da garantire il principio di imparzialità dell’azione amministrativa». E, si specifica nel parere recepito da Napolitano, iniziative simili possono essere proposte anche «da altre confessioni religiose presenti nel territorio» purché siano portatrici di «valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle libertà individuali e collettive».
La questione vera è ma perchè trascorrere tanto tempo della propria vita ad attaccare la Chiesa ed i sacerdoti? Non sarà il caso di darsi da fare a cose piu' serie.....?!
Vacanze a Parigi? Tutto sui mercatini della " Ville Lumiere"
Vacanze natalizie in Francia. Appunti per una magica atmosfera parigina.
Champs-Élysées Nell'8e° arrondissement - dal 19 novembre 2011 al 2 gennaio 2012
Si trova all'inizio del grande viale degli Champs-Élysées (all'opposto dell'Arc de Triomphe, per intenderci) praticamente di fronte al Grand Palais. Con 170 casette di legno fabbricate con il legno dei Vosgi è il più grande mercato natalizio di Parigi. Vi si vende di tutto, dai dolci ai vestiti. Forse non è il posto più conveniente dove fare la spesa, ma gli si deve concedere un certo charme. Oltre alle mercanzie vi sono molte attrazioni per i bambini: giostre, giocolieri, babbi natale volanti e sui trampoli e un sentiero di abeti natalizi composto da 600 esemplari (sperando che Babbo Natale si occuperà personalmente di riportarli in Finlandia alla fine delle feste)
Metro: Champs-Élysées - Clémenceau
Place Saint-Germain-des-Prés
Nel 6° arrondissement - dal 7 dicembre 2011 al 2 gennaio 2012
Uno vero e proprio "Village du Père Noël" con 25 chalets di legno
Metro: Saint Germain-des-Prés
Place Saint-Sulpice
Nel 6° arrondissement - dal 7 dicembre 2011 al 24 dicembre 2011
Anche qui Village de Noël con 50 chalets decorati
Metro: Saint-Sulpice
Maison de l'Alsace
Nell'8e° arrondissement - dal 24 novembre 2011 al 23 dicembre 2011
Il natale tipico della regione di Francia più legata al suo immaginario: artigianato, dolci e vin brulé
Metro: Franklin Roosevelt
Gare de l'Est
10° arrondissement - dal 2 al 17 dicembre 2011
Il mercato di natale più autenticamente gastronomico di Parigi si trova in questa zona meno turistica.
Metro: Gare de l'Est
Place de la Nation
12° arrondissement - dal 1 al 24 dicembre 2011
Natale cosmopolita: dalla Russia, Vietnam, Perù, Thailandia, India e Corea. Un artigianato etnico per fare regali originali.
Metro: Nation
Gare Montparnasse
14° arrondissement - dal 5 al 30 dicembre 2011
Altri chalets carichi di doni in vendita e dolci profumati e colorati
Metro: Montparnasse Bienvenüe
Trocadéro
16° arrondissement - dal 8 al 2 gennaio 2012
In parternariato con l'UNICEF, questo mercato si compone di un centinaio di chalet dove si vendono prodotti tradizionali provenienti da tutta Europa.
NB Sempre al Trocadero ci sarà anche un pattinodromo gratuito di 350mq aperto dalle 10 alle 21 tutti i giorni. L'affitto dei pattini costa 5 euro.
Bonne noel a tous!!!!!
Si trova all'inizio del grande viale degli Champs-Élysées (all'opposto dell'Arc de Triomphe, per intenderci) praticamente di fronte al Grand Palais. Con 170 casette di legno fabbricate con il legno dei Vosgi è il più grande mercato natalizio di Parigi. Vi si vende di tutto, dai dolci ai vestiti. Forse non è il posto più conveniente dove fare la spesa, ma gli si deve concedere un certo charme. Oltre alle mercanzie vi sono molte attrazioni per i bambini: giostre, giocolieri, babbi natale volanti e sui trampoli e un sentiero di abeti natalizi composto da 600 esemplari (sperando che Babbo Natale si occuperà personalmente di riportarli in Finlandia alla fine delle feste)
Metro: Champs-Élysées - Clémenceau
Place Saint-Germain-des-Prés
Nel 6° arrondissement - dal 7 dicembre 2011 al 2 gennaio 2012
Uno vero e proprio "Village du Père Noël" con 25 chalets di legno
Metro: Saint Germain-des-Prés
Place Saint-Sulpice
Nel 6° arrondissement - dal 7 dicembre 2011 al 24 dicembre 2011
Anche qui Village de Noël con 50 chalets decorati
Metro: Saint-Sulpice
Maison de l'Alsace
Nell'8e° arrondissement - dal 24 novembre 2011 al 23 dicembre 2011
Il natale tipico della regione di Francia più legata al suo immaginario: artigianato, dolci e vin brulé
Metro: Franklin Roosevelt
Gare de l'Est
10° arrondissement - dal 2 al 17 dicembre 2011
Il mercato di natale più autenticamente gastronomico di Parigi si trova in questa zona meno turistica.
Metro: Gare de l'Est
Place de la Nation
12° arrondissement - dal 1 al 24 dicembre 2011
Natale cosmopolita: dalla Russia, Vietnam, Perù, Thailandia, India e Corea. Un artigianato etnico per fare regali originali.
Metro: Nation
Gare Montparnasse
14° arrondissement - dal 5 al 30 dicembre 2011
Altri chalets carichi di doni in vendita e dolci profumati e colorati
Metro: Montparnasse Bienvenüe
Trocadéro
16° arrondissement - dal 8 al 2 gennaio 2012
In parternariato con l'UNICEF, questo mercato si compone di un centinaio di chalet dove si vendono prodotti tradizionali provenienti da tutta Europa.
NB Sempre al Trocadero ci sarà anche un pattinodromo gratuito di 350mq aperto dalle 10 alle 21 tutti i giorni. L'affitto dei pattini costa 5 euro.
Bonne noel a tous!!!!!
Tecnologia: Italiani ed account
Gli italiani sono un popolo di grandi fruitori della posta elettronica: questo è il dato che emerge da un rapporto pubblicato da ContactLab per la terza edizione dell'European Email Marketing Consumer Report 2011 che svela sull'utilizzo dell'e-mail cifre impressionanti.
Sono infatti 63 milioni gli account di posta elettronica attivi in Italia, tra cui vengono scambiati addirittura 700 milioni di messaggi e-mail al giorno, inviati, ma soprattutto ricevuti, in maggioranza da donne.
Sono infatti 63 milioni gli account di posta elettronica attivi in Italia, tra cui vengono scambiati addirittura 700 milioni di messaggi e-mail al giorno, inviati, ma soprattutto ricevuti, in maggioranza da donne.
Dalla fotografia dello stato di questo servizio che ha rivoluzionato le comunicazioni interpersonali, pensionando carta e penna, emerge che di questi 700 milioni di messaggi la maggior parte è costituita da newsletter.
La consultazione della posta elettronica è inoltre sempre più mobile, visto che 1 utente italiano su 3 consulta le proprie caselle di posta (sono 2 le mailbox elettroniche attive per utente) su smartphone e tablet.
Quest'ultimo primato viene spartito a livello europeo con gli inglesi, ma è buona anche la media dei paesi in cui è stato compiuto lo studio, ossia Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, in cui la media è di 1 utente mobile su 5.
Se l'internauta medio non può fare a meno delle e-mail, grande successo stanno riscuotendo quest'anno i gruppi di acquisto online, come il leader del settore Groupon e LetsBonus, a cui è iscritta la metà degli Internauti con 1 utente su 4 che ne ha acquistato dei servizi. Internet ed il suo mondo continuano a crescere!